Visto da Varese: Solstizio d’inverno, la difficile svolta verso la luce

di EZIO MOTTERLE
Ci siamo. Martedì 21 il buio crescente sarà alle spalle. Il solstizio d’inverno aprirà le porte alla stagione della luce, il giorno ricomincerà ad allungarsi riducendo il tempo della notte, sì insomma, il sole tornerà sempre più a nascere prima e a tramontare dopo, come avviene ciclicamente. Val la pena di sottolinearlo comunque, stavolta, vista la gran voglia di uscire – prospettiva ahimè assai più imprevedibile e complicata – dalla lunga oscurità determinata dall’emergenza sanitaria. Le luminarie natalizie, mai così diffuse e spettacolari tra paesi e città, accompagnano il ricorrente evento astronomico cercando di sostenere il tempo della festa condizionato dalla pandemia, in attesa che gennaio riproponga gli eventi tradizionali per seppellire l’anno vecchio tra falò in piazza e manichini dati alle fiamme. Si dovrebbe guardare avanti nel segno della vita che riprende, con primavera ed estate ormai all’orizzonte. Fatto sta che l’inverno – oltretutto formalmente soltanto all’inizio – resta gelidamente sotto il segno di una situazione di grave difficoltà per questo virus che non se ne vuole andare. Più luce, in ogni caso, nello spirito di una festa che rafforza il suo significato profondo al di là degli aspetti esteriori, mai così emblematica di una voglia di rinascita lungamente soffocata. Solstizio dunque dopodomani alle16,58 poi la svolta, evento quanto mai sospirato anche se non ancora risolutivo dei problemi che assillano un po’ tutti. Lo stato di emergenza prorogato fino a marzo frena ovviamente gli entusiasmi, saranno insomma feste ancora rallentate se non fermate, impossibile non rimpiangere quello che chiamiamo ormai vecchia normalità, evocata sostando comunque tra le vetrine scintillanti, in ossequio al rito antico dello shopping costretto al nuovo look fra volti coperti da mascherine e baci-abbracci rigorosamente vietati. L’incognita contagi scoraggia d’altra parte iniziative di ampio respiro, insistenti restrizioni condizionano inevitabilmente la voglia di viaggiare benchè gli spostamenti se non altro per ragioni familiari non mancheranno, ma ristretti quasi sempre entro i confini nazionali, meglio ancora se non troppo distante da casa, nel segno di una vacanza di prossimità tornata di stretta attualità tra colli e laghi del Varesotto. Spinti dalla luce che torna ad allungare le giornate si cerca in ogni modo un antidoto alla martellante sequenza di numeri che documentano una realtà sempre più difficile da raccordare alla proverbiale serenità di fine anno. Beato chi riesce a trovarlo.