Visto da Varese: Nevicate di dicembre tra vecchie e nuove normalità

di EZIO MOTTERLE
Fiocchi bianchi a dicembre, ma dov’è la novità? Le nevicate di questi giorni ancora compresi di fatto nel tardo autunno hanno sorpreso molti evocando anni scorsi gelidi ma secchi di questi tempi, privi insomma di precipitazioni tipiche del periodo. Ma ad aggiornare la memoria meteo ci pensano le statistiche del Centro geofisico prealpino di Campo dei Fiori: la neve a Varese nel mese di dicembre è in realtà un fenomeno frequente. Ha imbiancato infatti il paesaggio cittadino in ben 33 annate dal 1968 ad oggi. L’anno scorso il 5 dicembre caddero 27 centimetri e fu una nevicata da ricordare. La più abbondante di dicembre avvenne comunque nel 1970 con 44 centimetri nella notte tra Santo Stefano e il 27, mentre l’ultimo mese dell’anno più nevoso fu quello del 1981 con 65 centimetri in totale. Neve insomma anche stavolta perfettamente in linea con le attese statistiche, consuetudine normale che si ricollega finanche al passato più lontano che ciascuno ricordi, fosse pure quello del disegnino sulla pagina di quaderno quando alla richiesta della maestra di illustrare appunto dicembre prendeva forma la tradizionale casupola col camino fumante sul tetto, sotto i fiocchi già pronti a imbiancare tutto il paesaggio. Non che questo azzeri il problema del mutamento climatico, legato ad altri meccanismi e anomalie. Ma conforta se non altro, in tempi di certezze difficili se non impossibili, la rassicurante presenza della neve a dicembre, sprazzo sospirato di luminosità nel periodo più buio dell’anno, perfettamente in linea con la successione delle stagioni. E in un momento storico che rende problematiche le occasioni di grandi spostamenti, condizionati dalle restrizioni legate alla pandemia, il candido scenario invernale sotto casa appaga anche la tradizionale voglia di bianco Natale, aprendo la porta ad escursioni tra le Prealpi, divenute eccellente surrogato delle mete più blasonate. Piste per fondo e discesa si affiancano a splendidi pendii, concentrati nel nord della provincia, per favorire una corroborante slittata d’altri tempi, un corollario di eventi contribuisce a non far rimpiangere viaggi più impegnativi, comunque sempre possibili, assicurando un contorno di luci destinate a ravvivare la festa richiamando visite in luoghi d’arte e di cultura magicamente ricamati dal gelo. Non resta che accontentarsi insomma, contando su una natura come sempre presente all’appuntamento. Volenti o nolenti si tratta di una nuova normalità a chilometro zero. Imbiancata, anche quest’anno, quanto basta.