Visto da Varese: Il problema delle materie prime rallenta la ripresa industriale

di EZIO MOTTERLE
Scarsa disponibilità e prezzi troppo alti delle materie prime pesano sull’industria varesina che rallenta di conseguenza la ripresa pur mantenendo un buon livello produttivo. Mentre l’emergenza sanitaria stenta a lasciar spazio ad una piena normalità, l’economia propone nuove incertezze che preoccupano gli imprenditori. L’ultima indagine dell’Unione industriali evidenzia un lieve calo del tono congiunturale nel terzo trimestre dell’anno, accompagnato però da una buona tenuta degli ordini e delle aspettative di produzione per il prossimo trimestre. La flessione è in parte fisiologica ma risente anche – si sottolinea – della persistente tendenza al rialzo dei prezzi delle principali materie prime (fatto evidenziato dal 91,1% delle imprese intervistate per il periodo luglio-settembre), dei problemi di approvvigionamento (segnalati dal 72,3%), da criticità relative ai noli marittimi (come fatto notare dal 56,1%) e dal rialzo consistente dei prezzi delle materie prime energetiche. A ciò si aggiunge la scarsità di componenti elettronici, essenziali per alcune filiere fondamentali del territorio varesino come la meccanica strumentale, la componentistica per l’automotive e gli elettrodomestici. Gli incrementi nei prezzi si sono concentrati, a livello di materiali, nei metalli di base, ferrosi e non, a seguire i prodotti chimici, le fibre tessili e i polimeri per la plastica. Il 95% delle imprese che ha registrato incrementi nei prezzi delle materie prime e dei semilavorati prevede che questo problema avrà un impatto sui costi di produzione nel medio periodo, portando da un lato a un aumento del costo alla vendita, dall’altro a una riduzione dei margini di profitto. Ed oltre all’aumento dei prezzi si rilevano difficoltà anche sull’approvvigionamento di alcune materie prime e semilavorati (a cominciare sempre dai metalli). Le aziende prevedono comunque un quadro in miglioramento per il prossimo trimestre ma sempre con una prevalenza di stabilità dei livelli produttivi. Pesanti anche i dati occupazionali. Nell’industria del Varesotto sono state intanto autorizzate complessivamente nel terzo trimestre di quest’anno 5.597.556 ore di cassa Integrazione: un livello inferiore del 31% rispetto a quelle del terzo trimestre 2020, ma ben superiore allo stesso periodo del 2019. Tra gennaio e settembre 2021 ci sono state 28.002.896 ore di “cassa”: nello stesso periodo dello scorso anno ammontavano a 39.177.193 (diminuzione del 28,5%), ma nel 2019 erano state solamente 4.388.868. Si guarda avanti, sperando nell’uscita dal tunnel.