Scegliere interni più ecosostenibili per la propria casa

Forse sarà stato il senso di debolezza provato da tutti noi che la recente pandemia ha messo in piena evidenza. Quel senso di fragilità quando ci siamo resi conto che è bastato una variante di un virus che già in parte conoscevamo, per mettere in ginocchio il pianeta, facendo traballare l’intero sistema su cui si basa la nostra stessa civilizzazione. O forse è stata semplicemente la consapevolezza che il pianeta terra si sta velocemente surriscaldando, con le drammatiche conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti quelli che hanno guardato i telegiornali negli ultimi mesi. La Sicilia che tocca temperature prima conosciute solo nei deserti dell’Arabia Saudita, fuochi che divampano e bruciano le isole della Grecia o intere regioni dell’Australia, iceberg grandi come il Galles che si staccano dalla calotta antartica per andarsi a sciogliere migliaia di km più a sud. O forse è stata una combinazione di tutti questi fattori, fatto sta che sembra che finalmente l’attenzione del mondo si stia focalizzando sul cambiamento climatico e sulla necessità di intervenire ora, con fatti e non solo con parole e buoni propositi.
Le nuove generazioni, guidate da un’adolescente svedese, lo reclamano a gran voce sulle piazze di tutta Europa ogni venerdì nelle loro dimostrazioni pubbliche “Fridays for Future”. Anche i meno attenti ed i più refrattari si stanno rendendo conto che occorre affrontare il modo in cui viviamo con occhi diversi e che comunque si svilupperà il nostro futuro, non potrà prescindere da una chiara presa di coscienza ecologica e una riduzione dei nostri consumi, in particolare quando si parla di plastiche e materiali che saranno ancora in circolazione tra migliaia di anni.
Questo vuol dire ripensare a come ci muoviamo, cosa compriamo e come viviamo, dal momento che uno stile di vita sostenibile non può prescindere da un’onesta analisi di ciò che portiamo dentro casa nostra, sia che si parli di mobili che di materiali utilizzati nell’arredamento della nostra abitazione. Per lungo tempo il settore dell’arredo d’interni non ha prestato grande attenzione al tema della sostenibilità, anzi, l’avvento del mobilio “usa e getta” a poco costo, ha generato quantità di rifiuti di gran lunga superiori a quello delle generazioni precedenti, dove il mobilio veniva invece passato di generazione in generazione ed era composto da legno massiccio invece che da una miscela di compensato e plastiche. Negli ultimi anni fortunatamente sono stati fatti dei passi avanti in questo campo ed è ora possibile valutare con certificazioni attendibili di sostenibilità l’impatto ecologico di tappeti e mobili, controllando se il legno è proveniente da foreste rinnovabili. Questo non vuol però dire che ci possiamo sedere sugli allori, dato che molto rimane ancora da fare.
Se siamo seri nella nostra volontà di impostare un concetto di vita sano e sostenibile, dobbiamo considerare l’impatto che i materiali utilizzati nella nostra casa hanno sia sulla nostra salute che sul mondo che ci circonda. Acquistare tappeti e mobili naturali con legno proveniente da foreste rinnovabili è il primo passo, occorre però anche considerare come decoriamo le nostre pareti. Negli ultimi anni, infatti, la carta da parati è tornata prepotentemente d’attualità, grazie alla sua capacità di ridefinire uno spazio ad un costo ridotto e alla facilità con cui questa atmosfera può essere modificata a piacimento. L’arrivo di innovativi materiali che permettono di ottenere soluzioni decorative una volta impensabili l’hanno trasformata in un’arma formidabile nelle mani degli arredatori d’interni.
Il vantaggio intrinseco della carta da parati, ovvero la sua possibilità di poter essere sostituita spesso e con facilità, è però il suo tallone d’Achille da un punto di vista dell’impatto ecologico. Il mercato della carta da parati è infatti stato invaso da prodotti industriali di bassa qualità da parte di produttori a basso costo che offrono modelli creati con processi industriali che utilizzano grandi quantità di plastica e colle e coloranti spesso contenenti elementi nocivi sia per l’ambiente che per la nostra salute. Esistono però fortunatamente modelli di carte da parati a bassa impronta ecologica o addirittura completamente compostabili e su questi occorre indirizzarsi.
Quali fattori determinano se una carta da parati riciclabile?
Il primo aspetto essenziale quando si cerca una carta da parati che soddisfi i requisiti di ecosostenibilità è l’origine dei materiali che la compongono. Le fibre naturali sono alla base di un concetto di decorazione sostenibile, dato che non sono materiali artificiali e sono dunque meno dannose per l’ambiente. Materiali come il lino, il bambù, il cotone traspirano meglio delle fibre artificiali e possono essere utilizzati in ogni stanza della casa. Sono inoltre generalmente più resistenti.
Per partire nella vostra ricerca, controllate dunque se sia presente il marchio di certificazione FSC, che è l’abbreviazione di Forest Stewardship Council, che garantisce che il legno utilizzato per la produzione della carta da parati in questione sia stato prodotto in modo responsabile e sostenibile.
Un altro tema problematico è processo di produzione, dato che il procedimento necessario per legare insieme le fibre naturali richiede l’utilizzo di colle sintetiche che rendono l’intero prodotto non compostabile alla fine del suo ciclo di vita. Esistono alcuni modelli completamente compostabili fra cui la prima carta da parati completamente compostabile. Questa carta da parati, chiamata Veruso Lino, non contiene sostanze chimiche o inquinanti nocive e può quindi essere smaltito senza problemi nel cestino del compost. Alla base di questa tappezzeria compostabile ci sono le fibre di lino coltivato in Bretagna, una delle più antiche fibre coltivate conosciute dall’uomo. Il lino è una fibra dal pedigree ecologico davvero invidiabile, dato che richiede pochissima acqua per poter crescere. Per questo motivo vien frequentemente utilizzata per l’agricoltura rigenerativa.
A differenza delle carte tradizionali Veruso Lino non contiene coloranti artificiali, quindi può essere riciclata senza problemi, dato che si decompone completamente dopo pochi mesi nel cestello del compost, e nel processo i nutrienti vengono rilasciati nel suolo per ritornare nel ciclo naturale. Ricordate che ogni passo verso un futuro più sostenibile, non importa quanto piccolo o grande, aiuta a preservare il nostro pianeta!
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Commenti
Che fortuna avevano i ns antenati. La carne la mangiavano solo a Pasqua e natale. Dormivano per terra su materassi pagliericcio ed avevano solo una cassapanca tarlata per conservare tutti i vestiti della famiglia in fibre naturalissime senza tenere conto della moda!! Ecco i frutti della ecologismo tunberghiano.