“Tra i binari”: Mazzucotelli (Comitato viaggiatori Tpl Saronno) mostra esempi reali di mobilità pubblica efficiente e moderna

Con l’uscita dalla pandemia e l’arrivo dei fondi per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in Italia ha avuto inizio la caccia all’investimento, anche e soprattutto nel settore dei Trasporti e della Mobilità Sostenibile. Tuttavia questi investimenti sono pianificati da una classe dirigente che sembra per la gran parte poco sensibile alla mobilità pubblica, soprattutto ai massimi livelli, nonostante le buone intenzioni. Ed allora sentiamo parlare di tubi e capsule, di minimetropolitane automatiche e volanti, di salvifiche metropolitane da prolungare a tutti i costi, di automezzi e traghetti a guida automatica, elettrici oppure a idrogeno… Chi si ricorda la puntata di “The Simpsons” sulla monorotaia di Springfield? Viene proposto ogni genere di futuribile idea, purché costi molto e sia accattivante da esibire e raccontare, e che mai e poi mai aiuti i cittadini a superare logiche di trasporto individualiste e novecentesche e a farsi parte attiva di un vero cambiamento. D’altra parte le accise sui carburanti e l’industria automobilistica sono elementi fondanti della nostra economia…
Per fornire una volta ogni tanto un esempio positivo, oggi vi vogliamo raccontare con parole e immagini una visita di inizio settembre nella Capitale austriaca del nostro amico e collaboratore Luca Candido, professionista nella pianificazione strategica del TPL.
Il racconto ha inizio dalla Ferrovia Vienna-Baden (Badner Bahn), Questa ferrovia è stata ottenuta da una preesistente rete di tranvie urbane (Wiener Stadtbahnen, Ferrovie Urbane viennesi) quasi totalmente distrutta durante i conflitti mondiali; notevole è stata la scelta di preservare e ripristinare ogni tratto superstite integrandolo nella nuova rete tranviaria e/o nelle ferrovie suburbane (S-Bahn, linee S).
La tratta tranviaria, percorsa anche dai tram urbani, è attrezzata con il sistema di sicurezza europeo ERTMS, il medesimo che Rete Ferroviaria Italiana sta installando sulle principali direttrici della penisola (rete AVAC).
Con la tecnologia europea, l’utilizzo del segnalamento ferroviario invece di quello tranviario/stradale costituisce una velocizzazione del servizio (e non un suo rallentamento come avviene invece in Italia), pur garantendo gli standard di sicurezza più elevati.
Il viaggio prosegue verso la periferia della città, dove senza cambiare mezzo l’infrastruttura e la velocità divengono effettivamente ferroviarie. Questa modalità non è facilmente perseguibile in Italia a causa della normativa rigidissima che vincola l’esercizio ferroviario e rende economicamente preferibile l’esercizio tranviario sotto regolamento stradale, con sicurezza e qualità intrinsecamente inferiori.
La prima fermata extraurbana è esattamente di fronte a un centro commerciale (chi ha provato a raggiungere quelli di Arese e Rescaldina con i mezzi pubblici?).
I fabbricati viaggiatori originali sono stati conservati e si trovano tuttora in ottime condizioni (qui vediamo quello di Wiener Neudorf).
Come Luca evidenzia, la fermata dell’autobus è accessibile direttamente dalla banchina ferroviaria senza attraversamenti o variazioni di livello (purtroppo la presenza di un piccolo scalino in grado di ostacolare i viaggiatori a mobilità ridotta ci allontana dalla perfezione).
Si prosegue poi sulla linea S45 (linea suburbana, ma interamente all’interno dei confini cittadini) che percorre alcuni tratti originari delle Ferrovie Urbane.
Treno nuovo (anche se non appena uscito di fabbrica), stazioni storiche (comprese le sale di attesa) preservate, viadotto storico preservato. Sulle banchine sono stati installati i percorsi tattili e la mappa del servizio quasi chiama a sé i viaggiatori.
Un servizio efficiente che qualifica il Territorio giorno per giorno, in centro città.
Si passa al Passante Ferroviario di Vienna. Il confronto del piano ammezzato con quelli di Milano Porta Garibaldi, di Milano Repubblica o Milano Porta Venezia (sporchi, atoni, sovradimensionati) è sinceramente impietoso.
Il giro prosegue sulla linea U6, una tranvia urbana in sede dedicata – ossia senza interferenze con il traffico stradale – tanto da essere numerata come se fosse una metropolitana. La linea costituisce quanto di meglio conservato delle vecchie Ferrovie Urbane. I normali convogli che percorrono la linea, di tipo tranviario, sono costituiti da un totale di 12 casse (quadrupla composizione di tre casse).
La combinazione di infrastruttura adeguata e orario appositamente studiato consente interscambi immediati con la metropolitana (in fotografia l’interscambio con la U4 a Längenfeldgasse – lungo un tratto ricostruito da zero):
Avete presente l’interscambio tra la M1 e la M3 di Milano presso Duomo? Quel corridoio lunghissimo, quelle scale infinite? Ulteriore confronto poco favorevole alla nostra realtà…
Anche lungo la linea U6, le fermate storiche sono state preservate e valorizzate:
Continuando sulla linea U4 (vera e propria metropolitana), fermata Stadtpark (Parco cittadino) osserviamo che la banchina ottocentesca in mattonelle è stata conservata, anche se ampliata con cemento e asfalto in ragione della lunghezza dei convogli.
Peraltro la vecchia banchina risulta rialzata, mantenendola intatta, per garantire l’accesso a livello dei treni.
Al termine della sua visita, per rientrare nel Bel Paese, Luca ha utilizzato il treno Railjet (RJX) Vienna‑Bolzano, operato da Trenord dal nostro lato del confine.
In quanto le Ferrovie Federali Austriache (ÖBB) hanno intenzione di rispettare la normativa italiana, il Capotreno austriaco ha incollato personalmente alle porte gli adesivi di salita e discesa, previsti dalle linee guida ministeriali emergenza COVID, prima di raggiungere Innsbruck:
Per concludere, trattandosi di un servizio internazionale lunga percorrenza, Luca ha avuto modo di fruire del servizio ristorante (gestione austriaca; in Italia deve chiudere per emergenza COVID ma il personale non può scendere) e ci segnala un ottimo gulasch e un fresco minestrone, al costo di 10€ in totale.
Il racconto di questo viaggio, uno fra molti, conferma quanto abbiamo già altre volte proposto e che nuovamente proporremo, ossia che una consapevolezza politica, frutto di uno sviluppo di quella popolare, a potenziare i servizi di trasporto pubblico di ogni rango, a mantenerli accessibili ed efficienti, nel rispetto della Storia ma anche dei migliori standard tecnologici e di sicurezza può esistere senza rinunciare a una sostenibilità economica di breve-medio periodo, superando con correttezza, proattività e perspicacia le tante difficoltà che un mondo sempre più rapido, esigente, interconnesso impone di affrontare.
Riusciremo a sviluppare questa consapevolezza in Italia, dove al trasporto pubblico è associata aprioristicamente un’idea di degrado e povertà e dove si applaude chi propone le idee più strampalate invece di far funzionare bene ciò che c’è sempre stato, con adeguati aggiornamenti ed estensioni?
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Commenti
Purtroppo chi dovrebbe decidere non ha mai preso i mezzi pubblici o l’ha dimenticato come si viaggia male.
Come le bestie stipati e ammassati, questa è civiltà?
Tram treno con la sicurezza del treno è una idea interessante
Segniala sull’epp che vedrai ti rispondono.
Poi non faranno nulla, così come sono fermi tutti i cantieri, ma ti rispondono.
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Ma cosa c’entra… Vabbe, soliti commenti legaYoli
A me è bastato vedere la differenza tra la stazione FFSS italiana e la FFS svizzera a Tirano per capire che Italia sarà sempre e solo gestita da terzo mondo
Il viaggio dei pendolari pee il lavoro oggi rappresenta l’emblema della nazione.
Chi lo fa è sottoposto a torture, chi non ha la possibilità di farlo è ulteriormente penalizzato e costretto a muoversi con mezzi propri.
Altro pianeta. Da noi diamo credito agli imbonitori e votiamo per tifo non per chi vorrebbe cercare di cambiare le cose in meglio per tutti, ma per chi vuole guadagnare costruendo autostrade in un territorio già strozzato dall’urbanizzazione eccessiva. E tutti a crederci quando poi le criticità sono emerse tutte. I cambiamenti a volte spaventano ma serve cambiare per migliorare e non è così utopistico. Assurdo aprire un mega centro commerciale per poi scoprire che coi mezzi pubblici è un incubo arrivarci. Era lo stesso per l’ex Auchan di Rescaldina (tuttora arduo arrivarci coi mezzi pubblici) e non c’è niente di più comodo sapere di uscire di casa e con un paio di mezzi arrivi senza tanti problemi al lavoro o a fare shopping. No, noi preferiamo intasare ogni possibile strada e spendere e inquinare molto di più.
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Meglio ancora sarebbe sapere che esci di casa a piedi per raggiungere il lavoro senza dover fare km.
Siamo solo schegge impazzite che vanno avanti e indietro e consumano più di quanto si produzione.L’abbonamento per Milano costa circa 80€ al mese, a Milano ti tocca pranzare e sono almeno altre 200/330€, almeno che non parti con la schiscetta da casa.
Capite che parte del guadagno se ne va in costi e allora non è più sostenibile spostarsi per andare a lavorare.
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Beh d’altra parte ieri alle 20 Saronno era soffocata dal traffico ma gli autobus dopo una certa ora non si fanno perché “eh non ci sono i flussi e i bus vuoti vanno in perdita”.
Certo, se i biglietti non sono integrati, devi impazzire se vuoi comprarli per ogni singolo pezzo e gli orari sono fatti per risparmiare sui turni e non per aiutare l’utenza a fruire dei servizi, è ovvio che la gente non li usa.
Spendere meno per spendere peggio, questa è generalmente la linea politica. Una linea volta alla decrescita (felice per pochi).