Visto da Varese: Settembre andiamo, è tempo (potendo) di lavorare

di EZIO MOTTERLE
Ci risiamo. Chiuso l’ombrellone senza aver chiuso la pandemia, si torna a fare i conti con la realtà quotidiana, su cui pesa anzitutto il problema del lunario da sbarcare. Settembre andiamo, è tempo di lavorare, insomma. Potendo (e anche volendo) ovviamente. L’ultima analisi dei numeri evidenzia segnali di ripresa, con crescita di assunzioni nei primi sei mesi dell’anno, lontano comunque dai livelli pre-covid. Grande attesa dunque per quanto accadrà in questo settembre, anche in relazione all’evoluzione sempre incerta dell’emergenza. Ecco intanto i dati positivi sul mercato del lavoro in provincia rilevati dall’ultima analisi della Camera di commercio. Nei primi cinque mesi di quest’anno ci sono state 36mila assunzioni da parte delle imprese, numero in crescita dell’11% rispetto allo stesso periodo del 2020, quando però si subivano i pesanti effetti dell’allerta sanitaria. Benchè maggio, in particolare, abbia mostrato buone indicazioni, con 8.465 assunzioni, sembra ancora lontana una vera ripresa: basti pensare che, negli stessi primi cinque mesi del 2019 i nuovi occupati furono il 25% in più rispetto all’analogo periodo del 2021. Si resta insomma in attesa di capire se la crescita produttiva del secondo trimestre (+24,8% nell’industria e +21,3% nell’artigianato a confronto con aprile-giugno 2020) favorirà davvero l’occupazione, se insomma ripresa significherà anche maggiori opportunità di lavoro, caratterizzato al momento da un aumento dei contratti flessibili, ben l’82,3 di quelli stipulati a fronte di un calo a quota 17,7% di quelli senza una scadenza. Un fenomeno che, se per un verso è tipico della stagione estiva, per l’altro appare anche – sottolineano gli esperti – un sintomo di incertezza. In particolare, nel confronto col 2019, quest’anno aumentano le collaborazioni coordinate e continuative (+94,8%), il lavoro domestico (+66,1%) e quello intermittente (+34,2%), mentre crescono assai meno i dipendenti a tempo indeterminato (+12,2%). Sono 31 milioni le ore di cassa integrazione autorizzate tra gennaio e giugno: erano state 70 milioni nel primo semestre 2020, ma molte meno,19 milioni, due anni fa. Il settore più interessato resta quello meccanico (24,9% del totale di ore autorizzate): a seguire, i trasporti e le comunicazioni (18,8%), il commercio (9,7%) e il tessile (9,2%). Fin qui le cifre. Come si temeva restiamo ancora lontani da una prospettiva di solida crescita. Ora viene l’autunno, per riaprire l’ombrellone l’attesa sarà lunga. E piena di incognite.