“Come va Saronno?”, Anselmo (Cambiamo!): “Non si vede una visione di città, indispensabile per il Pnrr”

SARONNO – Oggi è Giuseppe Anselmo, coordinatore provinciale di Cambiamo! a rispondere alle domande di “Come va Saronno?” il momento di riflessione e analisi lanciato da ilSaronno nel periodo estivo per fare il punto della situazione degli ultimi mesi in città e delle priorità per la ripartenza.
Ecco le risposte alle 5 domande
Due cose per cui Saronno merita un plauso in questo 2021 e due cose per cui la rimanderesti a settembre
Ho fatto uno sforzo di memoria, chiesto ad un po’ di amici, guardato gli eventi su Municipium, ma ricordarmi qualcosa di nuovo e peculiare di Saronno relativa al 2021, non è stato facile. Probabilmente uno degli slogan elettorali sulla “normalità” , l’ha avuta da padrona. In senso lato, potremmo citare il progetto Fili che coinvolgerà Saronno e creerà una greenway (a meno di altri ponticelli!), promosso da Regione, Fnm, Ferrovienord e Trenord, che toccherà anche la nostra città e sarà un bell’esempio di riqualificazione, sostenibilità e mobilità moderna.
L’altra, sembrerà scontata, ma l’indicazione di Saronno come uno dei centri vaccinali dell’Ats individuati a livello regionale, testimonia l’importanza nevralgica del nostro territorio. Bene il comune ad aver dato disponibilita’ su una tematica che non è di un colore o di un altro.
L’Amministrazione e il consiglio comunale usciti dall’ultima tornata elettorale lavorano a pieno regime. In questi mesi non sono mancati gli scontri, le crisi e i colpi di scena. Quali sono state le sorprese, quali i punti di forza e quelli di debolezza?
Sorpresa dei giovani consiglieri comunali che hanno portato avanti le loro idee, andando anche contro quelli che sono i dettami di partito. Seppur non condividendo le loro posizioni ed idee, apprezzo che abbiano avuto questo slancio. Debolezza quella di un’amministrazione nata, da occhio di spettatore esterno, più dall’odio verso qualcuno che da una vera unione di vedute, ideali, valori e progetti. Quanto può andare avanti e quanto può fare? E’ facile unirsi quando ancora non c’è da lavorare, più difficile rimanere veramente uniti quando poi si lavora quotidianamente…il rischio di stallo è sempre dietro l’angolo.
Le sfide di quest’inizio estate sono state l’ospedale, con la riforma sanitaria in corso, la sicurezza e la ripartenza post Covid… come si è mossa Saronno?
Emergenza covid c’è un piano nazionale e regionale per gestirlo. Bene il comune ad aver supportato quanto richiesto. Sull’ospedale, non è totale competenza del comune è vero, però mi sembra che la “moral persuasion” da parte dell’Amministrazione non si sia fatta sentire troppo. Mi aspetto qualcosa in più, visto che era uno dei punti importanti del loro programma.
Cosa inseriresti tra le priorità dell’agenda cittadina a settembre?
Al livello 0, cioè come imprescindibile è dare una visione alla città, di cui si era parlato in campagna, ma ancora non ho capito in che direzione si voglia andare. Poi le strutture sportive. Saronno, che è stata anche città dello sport, ha delle eccellenze in diversi sport e le società lavorano veramente “per la gloria”, perche’ nessuna ha ritorni da serie A di calcio. Bisogna far convivere le esigenze di sicurezza e burocrazia con quelle dello sport a gestione semidilettantistica (cioè non retribuiti o con ritorni tali da non poter compiere autonomamente investimenti importanti). Il comune deve essere un alleato ed aiutare a trovare soluzioni, non puntare il dito e chiudere. Le associazioni sportive, da sole, non possono far tutto (anche perche’ gli impianti sono per lo più comunali) ed il “non ci son soldi”, deve considerare anche gli effetti positivi che lo sport ritorna alla comunità, come miglioramento salute, qualita’ della vita, meno stress, costi contenuti per la famiglia, maggior coesione sociale, etc…
Recovery fund: l’Amministrazione è al lavoro per ottenere fondi per rilanciare la città: su cosa si dovrebbe investire nel lungo periodo?
Torniamo a prima. La citta’ deve investire secondo una visione, altrimenti ci ritroveremo a rifare qualche tubatura, due strade e qualche facciata. Che, attenzione, vanno fatte, ma sono l’ordinario, un qualcosa che a prescindere deve esserci. Qui parliamo di smantellare e ricostruire una città. Terza età, educazione, cultura, sport, distretto economico,…? Cosa vogliamo di Saronno? Considerando la vicinanza con piazze importanti come Milano, Como, Monza e Varese, la presenza di tante scuole e la facilità di collegamenti tra autostrade, aeroporto e treni, la concentrazione di territorio, noi punteremmo sul trasformare Saronno una citta’ dello Sport e della Cultura (abbiamo un importante patrimonio culturale), che aiuterebbe i nostri giovani a crescere con sani principi, una storia identitaria e continuerebbe ad attrarre famiglie nella nostra città, oggi meno attrattiva per aver perso/ridotto diversi servizi negli anni (tribunale ed ospedale in primis). Non bisogna essere in balia dei privati che arrivano a proporre, deve essere l’amministrazione, il padrone di casa a dare un indirizzo e da lì attrarre.