Visto da Varese: Reddito medio pro-capite, la provincia 13esima in Italia

di EZIO MOTTERLE
Non sarà l’Eldorado che negli anni del boom vide crescere il benessere a livelli record, ma Varese resta pur sempre un territorio sinonimo di ricchezza diffusa, tredicesima provincia italiana per reddito medio pro capite (24.101 euro in base alle ultime dichiarazioni contro un dato nazionale di 21.777), anche se quarta a livello regionale, superata da Milano, Monza-Brianza e Lecco. Dati relativi al 2019, elaborati dalla Camera di commercio, in attesa di verifica alla luce dell’effetto pandemia, tali comunque da confermare un elevato tenore di vita, considerando anche che il patrimonio personale è salito negli ultimi anni fino a toccare in media 181.370 euro, inferiore comunque al dato regionale (219.008) che include ovviamente gli elevati valori del capoluogo Milano. I depositi delle famiglie nel 2020 hanno raggiunto globalmente in provincia 18.398 milioni di euro, una grandissima disponibilità di denaro (che si prevede oltretutto cresciuta durante il tempo dell’emergenza sanitaria) spesso però troppo slegata dalla disponibilità ad investirlo, gli impieghi delle famiglie nel 2020 ammontano in tutto a 10.632 milioni di euro. E vediamo di fare un po’ di conti in tasca. I lavoratori dipendenti nel Varesotto guadagnano in media 24.753 euro l’anno, oltre 3mila in più rispetto al dato nazionale, ma quasi 2mila in meno della media lombarda. Un pensionato varesino riceve invece un importo medio annuo di 19.536 euro, superiore di 860 euro alla pensione media italiana, importo però inferiore a quello lombardo di 728 euro annui. E sempre nel 2019, il valore aggiunto stimato generato dal sistema economico varesino, che è espressione della ricchezza complessivamente prodotta sul territorio provinciale, supera i 24 miliardi di euro, il 6,8% del valore aggiunto lombardo e l’1,5% di quello italiano, il dato pro-capite è di 26.978 euro, superiore alla media nazionale (26.588 euro) ma inferiore a quella regionale (35.045 euro). Luci dunque, ma anche ombre: si calcola tra l’altro che in provincia su circa 900mila abitanti ce ne siano almeno 135mila a rischio povertà ed esclusione sociale, quasi 20mila sono state lo scorso anno le domande per reddito o pensione di cittadinanza, accolte per oltre la metà. Segnali insomma di conferma per una ricchezza storicamente elevata, che lascia però spazio anche a nuove e vecchie disparità. Un pollo l’anno per tutti, insomma, assicura la media statistica, ma per tanti – ricordando la celebre poesia di Trilussa – in realtà nessun pollo, visto che c’è chi se ne mangia due. O molti, moltissimi di più.