Visto da Varese: Estate spensierata con l’ombrellone nel giardino di casa

di EZIO MOTTERLE
Ci stanno provando un po’ tutti, ma non sarà facile, sempre che sia possibile, lasciarsi alle spalle gli effetti della pandemia tuffandosi anima e corpo nel sogno di un’estate spensierata. Fra limitazioni che pur ridotte resteranno, richiami vaccinali da soddisfare anche in tempo di solleone, incertezze psicologiche residuo del lungo stress da chiusure, per molti il sospirato passo verso la ripartenza sarà segnato da più di una titubanza, con la prospettiva di una sostanziale rinuncia. Partire, non partire? Il rischio che il freno a mano resti tirato è alto, soprattutto per chi vive in provincia e che per mesi ci è rimasto cercando di difendersi dagli affollamenti metropolitani. Sicuri dunque che rinasca tout-court la voglia di ferie nella pazza folla, all’insegna di un agognato liberi tutti o quasi? Vista da Varese, la ripartenza con vacanza parla per ora anzitutto, a un mese scarso dall’inizio dell’estate, di brevi escursioni mordi e fuggi in giornata, riscoperta di bellezze a chilometro zero, ritorno verso luoghi ameni sparsi fra laghi e colline con rientro rapido fra le sicure mura domestiche. Senza bisogno di varcare confini piccoli o grandi riemersi dal monitoraggio costante sulla diffusione pur residua del virus. C’è certamente chi portafoglio permettendo oserà di più, tenendo conto però dei condizionamenti imposti dalle precauzioni imperanti, regole comunque da seguire che renderanno molto diverso lo spostamento rispetto al tempo pre-covid e lo stesso soggiorno nei luoghi deputati a un relax come si dovrebbe. Primo problema muoversi e raggiungere la meta pensando a restare in sicurezza, esigenza finora mai considerata, destinata a inserire un fattore di tensione in più, un’incognita che non depone certo a favore della vacanza scacciapensieri. In molti avranno diritto al green pass, con scadenza che supererà ampiamente la bella stagione ma con concessioni tutte ancora da verificare, soprattutto per spostarsi all’estero. In tanti perciò cercheranno di farne a meno, limitandosi a programmare quello per cui il lasciapassare non serve, cercando per quanto possibile di dribblare controlli, tamponi e tracciamenti, inevitabili nel caso ahimé sempre possibile di un malaugurato contagio ricrescente. Obiettivo ritrovare insomma, archiviando consolidate abitudini, scampoli di vera libertà vacanziera svuotata di problemi (come suggerisce l’etimologia stessa), a costo di aprire l’ombrellone in un angolo del giardino di casa. Pesante resa al clima di emergenza sanitaria? Non è detto. Si vedrà.