Visto da Varese: In viaggio dietro l’angolo per ritrovare vecchie libertà

di EZIO MOTTERLE
Finirà che ci sentiremo più liberi di viaggiare raggiungendo, magari a piedi, il Campo dei Fiori, piuttosto che partire in aereo verso i Mari del Sud? Le restrizioni che comunque si annunciano, tra pass e scadenze, per le vacanze d’estate, sembrano rivalutare paradossalmente le mete più suggestive vicine a casa. Si parte quando si vuole, a meno di ulteriori limitazioni imprevedibili, non servono certificati, date da controllare, previsioni da rispettare, si va e si viene senza lunghi spostamenti o tracciamenti, magari lasciando il cellulare in un cassetto. Niente angosce da controlli, ansie da verifiche, incognite da varianti. Niente prenotazioni, niente folla, niente stress: ferme restando ovviamente tutte le precauzioni possibili legate all’emergenza sanitaria. Amarcord di quando con questa filosofia scacciapensieri si poteva anche salire su una vecchia Cinquecento e gironzolare per l’Italia o l’Europa. Un po’ di contanti in tasca, al massimo qualche travel-cheque, una cartina stradale da dispiegare appena necessario, tempi e distanze da valutare, alla faccia del precisissimo navigatore. E mete da studiare giorno per giorno, alloggi da scegliere ogni sera di conseguenza, qua o là, senza bisogno di riservare tempo prima via app, privando così l’avventura di un’incognita sempre ricca di fascino e imprevisti. Ci mancava la pandemia per allontanare forse per sempre questo recente passato, un gusto del viaggio senza limitazioni che resta oggi ormai nel ricordo di chi con quella vecchia ma inossidabile Cinquecento partiva senza meta prefissata mezzo secolo fa, non sapendo nemmeno dove sarebbe arrivato e quando sarebbe tornato. Fatte le proporzioni, ecco dunque che oggi per ritrovare il residuo di quella ormai antica libertà non resta che guardarsi attorno a casa, dietro l’angolo insomma, nel nostro caso tra i laghi e le colline, dove i luoghi “a chilometro zero” carichi di attrazione per fortuna non mancano. Saltando così problemi legati a trasferimenti più impegnativi e riscoprendo mete un tempo scartate a priori, dinanzi a un mondo che via via si apriva senza confini, offrendo opportunità globali, anni beati in cui le nostre regioni prendevano a malapena forma in colorate suddivisioni su una mappa osservata distrattamente, tanti colori, uno per ognuna, ben più dei tre che oggi segnano le nuove impensabili barriere create dall’allarme pandemico. Con la speranza, ovviamente, che queste frontiere, come tutte le altre, spariscano al più presto.