“Tra i binari” con Andrea Mazzucotelli del Comitato viaggiatori Tpl nodo di Saronno

SARONNO – Seconda puntata di “Tra i binari” lo spazio che ilSaronno dedica al Comitato Viaggiatori TPL Nodo di Saronno. Dopo aver parlato di Safety oggi il portavoce Andrea Mazzucotelli si dedicata al tema della security
Per quanto riguarda il tema security, si parla chiaramente di delinquenza e controlli a bordo dei treni e nelle stazioni. La situazione, suddivisa per punti, nella prospettiva degli utenti è più o meno questa:
- Bande di soggetti disperati / annoiati e pronti a tutto si aggirano per la Lombardia; nel nodo di Saronno particolarmente colpite, senza pretesa di esaustività, le zone di Cislago-Mozzate-Tradate, di Lomazzo-Fino Mornasco-Grandate e naturalmente la linea per Seregno; sono ormai usuali le aggressioni a viaggiatori e ai ferrovieri oltre che lo scarico degli estintori nelle carrozze;
- Il personale di bordo, tecnicamente incaricato di assistere i viaggiatori e sorvegliare ciò che accade a bordo dei treni, è enormemente impaurito e demotivato poiché privo di supporto dagli enti superiori di fronte alle possibilità di aggressione e, ora, anche contagio; per queste ragioni, è, spesso fatta completa rinuncia all’attività di presidio ordinario del treno;
- L’Impresa Ferroviaria titolare del Contratto di Servizio accusa i dipendenti, in punta di CCNL, di non svolgere correttamente il proprio lavoro e procede con azioni ritorsive che hanno generato e continuano a generare ripetute azioni sindacali in risposta (questo almeno è ciò che si desume dai comunicati sindacali in occasione degli ultimi scioperi);
- Le Forze dell’Ordine, nonostante l’enorme impegno dei singoli e i piccoli graduali miglioramenti che bisogna riconoscere negli ultimi anni (i risultati di una veloce ricerca, con riferimento a tutto il 2020 in Lombardia, parlano di 12 531 treni scortati, 518 094 persone identificate, 2 548 persone denunciate e 205 arrestate; tuttavia le corse sono tra 2 000 e 3 000 al giorno e i viaggiatori centinaia di migliaia al giorno) non riescono ancora a garantire presenza costante e interventi rapidi e puntuali per rispondere con efficacia alle problematiche del territorio; inoltre poiché tra l’altro lo stesso personale ferroviario, isolandosi dai viaggiatori, può risultare ignaro delle situazioni che si verificano, i dati sulle segnalazioni ricevute non risultano evidentemente sufficienti a far scattare un meccanismo prioritario rispetto ad altre necessità;
- La Delibera di Giunta Regionale XI / 745 del 5 novembre 2018 che consentiva di rafforzare la figura del personale ferroviario addetto al controllo come Forza di Polizia Amministrativa non ha mai sortito alcun effetto sensibile, per quanto le poche squadre di controllo aziendali allestite si siano rivelate nell’esperienza di chi scrive una strategia in sé vincente, ma ancora poco diffusa;
- La Mozione 6 per la security in ambito ferroviario è stata depositata in Consiglio Regionale il giorno 22 maggio 2018 e risulta insabbiata poiché i consiglieri non riescono a trovare un accordo sull’attribuzione delle responsabilità;
- L’intera rete Ferrovienord è sorvegliata da telecamere, che aiutano le FFOO nelle successive indagini ma che comunque non garantiscono di per sé un intervento rapido; il progressivo abbandono degli sportelli di biglietteria elimina un deterrente alla delinquenza (per quanto di fronte a un atto criminoso il personale di biglietteria sarebbe comunque impotente); la maggioranza in consiglioregionale ha recentemente presentato la Mozione 548 per il recupero degli spazi vuoti all’interno delle stazioni così da aumentarne la vivibilità;
- I treni Taf in servizio nel Nodo di Saronno, ma soprattutto le carrozze Piano Ribassato del 1973 in servizio esclusivo sulla linea S9 (Saronno-Seregno-Albairate) sono totalmente privi di telecamere e non è assolutamente chiaro se e quando avverrà la sostituzione con i moderni ETR 421/521 “Caravaggio” (che essendo nuovi hanno ovviamente le telecamere);
Alla fine del discorso, tra tutte le tensioni, gli scarichi di colpe, i litigi, i meccanismi sinergici che non funzionano, le numerose possibilità concesse dalla Legge di delinquere e delinquere ancora, l’assenza di un piano di recupero sociale per chi suo malgrado si ritrova coinvolto in certi affari, è l’onesto viaggiatore a pagare un biglietto che non sarà controllato, a viaggiare in mezzo a chi il biglietto non lo paga, a essere ignorato o deriso da chi dovrebbe aiutarlo, a essere abbandonato a sé stesso dall’Autorità e quindi a sentirsi un povero emarginato per l’improvvida scelta di utilizzare i mezzi pubblici.
La ghettizzazione dei mezzi pubblici è la prospettiva peggiore che per tutti questi motivi ci troviamo davanti; dobbiamo impegnarci il possibile a rispettare le regole e a farle rispettare, ciascuno per come gli è possibile, in particolare le autorità preposte a ogni livello. Il mezzo pubblico è la scelta vincente a livello storico e non possiamo perdere così questa battaglia che risulta di civiltà prima ancora che ambientalista.