Visto da Varese: Il turismo punta sul rilancio in vista dell’estate

di EZIO MOTTERLE
Tra due mesi sarà già estate, ma restano ancora molto incerte le previsioni su quanti turisti torneranno nel Varesotto, dopo l’assenza massiccia registrata lo scorso anno per effetto delle restrizioni indotte dalla pandemia. Il bilancio del 2020, reso noto in questi giorni dal portale statistico della Camera di commercio, documenta il crollo della ricettività registrato da febbraio in poi. Già a marzo le strutture con ospiti aperte erano state solo 250 su 1136, scese poi ad aprile ad appena 50. Nei dodici mesi gli arrivi sono stati 501mila, il 65,4% meno dell’anno precedente; le presenze 949mila, con una flessione del 59,3%. Sono calate soprattutto le presenze straniere (-71,3%) mentre quelle italiane sono diminuite del 40,4% con un calo di arrivi rispettivamente del 75,% e del 49,4%. Numeri pesantemente negativi insomma sia nelle strutture alberghiere (-62,9% di presenze e -66,3% di arrivi) che in quelle extralberghiere (-41,2 e -54 per cento). Bassa in particolare la permanenza dei turisti, 1,9 giorni contro la media lombarda di 2,8: Varese occupa, per questo dato, l’ultimo posto insieme a Lodi fra le province lombarde. Ce n’è a sufficienza per fotografare una situazione decisamente critica e per giustificare l’attesa di un recupero quanto maggiore possibile nei prossimi mesi, comunque ancora caratterizzati da grandi elementi di incertezza, legati alle possibili limitazioni di aperture e spostamenti. E in attesa che si chiariscano tempi e modi per riattivare il flusso dei turisti in arrivo da fuori regione e soprattutto dall’estero ci si prepara a valorizzare al massimo l’offerta anche per chi senza giungere da troppo lontano ama comunque trascorrere nel Varesotto qualche giorno di relax (oltre 250mila euro tra l’altro sono stati messi a disposizione del sistema turistico provinciale dall’ente camerale per nuovi bandi a sostegno di eventi sportivi, culturali e di promozione della filiera). Giallo azzurro e verde restano i tre colori chiave del territorio (niente a che vedere con la geografia della crisi sanitaria) per un’estate fra sole laghi e colli in grado pure di garantire opportunità notevoli di vacanze fuori porta, comunque vada tutto il resto. Nella speranza, ovviamente, che vada finalmente bene.