Visto da Varese: Recovery plan, anche il territorio progetta il suo futuro

di EZIO MOTTERLE
Recovery plan, Varese bussa alle porte del governo perchè una quota dei fondi europei possa consentire un pieno rilancio del territorio dopo i tempi bui della pandemia, che pure hanno visto il Varesotto difendersi con buoni risultati (vedasi la tenuta del sistema industriale) dalle conseguenze economiche del virus. Enti locali dunque al lavoro, capoluogo in testa, per definire un ventaglio di progetti che vanno da un’area a tassazione agevolata sulla fascia di confine con la Svizzera o attorno a Malpensa, dove le imprese possano investire a condizioni favorevoli, fino al potenziamento dei collegamenti sia attorno all’aeroporto che sulla fondamentale direttrice Varese-Milano con l’obiettivo di coprirla ordinariamente via treno in 30 minuti. Il tutto fra impegni per la crescita economica, miglioramento della qualità della vita, digitalizzazione diffusa, attenzione alla difesa dell’ambiente, sostegno allo sviluppo dell’imprenditoria, valorizzazione del turismo, senza dimenticare salute, scuola, ricerca, cultura, servizi sociali. Punti qualificanti questi di un piano per cui Varese, ad esempio, punta a ottenere fondi per 250 milioni consolidando il ruolo-fulcro della città ma anche di un'”area vasta” allargata ai Comuni limitrofi. Fondamentale resta anche il ruolo dell’aeroporto di Malpensa. Mentre il mega-scalo cerca di mettersi alle spalle i pesanti dati negativi determinati dall’emergenza sanitaria (75% di passeggeri e 60% di movimenti in meno lo scorso anno, assai più contenuta al 7,5% la flessione delle merci) il mondo economico provinciale guarda avanti lanciando proposte e appelli perchè proprio attorno all’aerostazione si costruisca il futuro vincente del territorio. Una “zona logistica speciale” viene considerata dagli imprenditori molto utile per valorizzare partendo da Malpensa la posizione chiave del Varesotto, al centro dei due fondamentali corridoi internazionali di trasporto, nord-sud Rotterdam-Genova e ovest-est Lisbona-Kiev. Il tutto completando anche i progetti delle nuove infrastrutture stradali e ferroviarie destinate a migliorare ulteriormente i collegamenti. E a rafforzare così, grazie appunto a una quota dei fondi europei, il ruolo strategico del “crocevia d’Europa”.