Uboldo, il cappio di un bracconiere uccide una volpe. Mobilitazione e amarezza

UBOLDO – SARONNO – E’ la triste storia di una volpe uccida da un cappio, verosimilmente posizionato da un bracconiere, quella che condivide in queste ore la sezione Enpa Varese Valle Olona, sede di Saronno.
I volontari costruiscono con precisione l’accaduto: “Vorremmo denunciare un episodio increscioso accaduto qualche settimana fa. Siamo stati contattati per una volpe ferita a Uboldo al confine con il Bosco dei Mughetti e la persona che ci ha chiamato ci ha riferito che l’animale, molto dolorante, aveva il corpo stretto con un cappio. Purtroppo i nostri volontari non hanno fatto in tempo a recarsi sul luogo per verificare la situazione: dopo poco la volpe è morta”.
I volontari partono dall’accaduto per ricordare come comportarsi in casi analoghi: “Facciamo presente che l’iter da rispettare in questi casi è quello di avvisare le autorità di polizia o carabinieri che provvederanno ad allertare polizia provinciale o guardiacaccia per trasferire l’animale il Cres cioè il Centro Recupero Animali Selvatici – il più vicino alla nostra zona è quello di Vanzago. Purtroppo, nonostante la velocità e la responsività dell’utente, non c’è più stato nulla da fare. Avendo notato il cappio attorno al corpo della volpe, l’utente si è insospettito ed è stata allertata subito la polizia locale di Uboldo; gli agenti sono usciti velocemente e hanno anche loro ipotizzato l’azione di un bracconiere; quindi, a sua volta, è stato avvisato il guardiacaccia del Bosco dei Mughetti, che si è occupato anche della rimozione del corpo”.
Duro il commento dei volontari: “Noi, come persone e come volontari Enpa, siamo ogni volta sconcertati dalla crudeltà e dalle atrocità che l’uomo può commettere nei confronti di “altri” animali. In questo caso, oltre al maltrattamento, siamo davanti all’aggravante dell’uccisione della volpe. Se sarà necessario, Enpa Varese Valle Olona non avrà problemi a costituirsi parte civile. Quando si notano azioni di bracconaggio, di caccia non autorizzata o di utilizzo di strumenti non ammessi è necessario denunciare per evitare altre morti così sicuramente lente e dolorose”.
(foto archivio)
29032021
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Commenti
C’è modo di conoscere la zona del fatto con più chiarezza? I boschi di uboldo sono molto frequentati ; non mi stupirebbe se qualcuno (e forse io stesso) abbia visto o intravisto il colpevole. Operazione ignobile da parte di chi l’ha commessa. Purtroppo il bracconaggii è un fenomeno che ancora esiste, ma uniti e con l’utilizzo dei nostri molti occhi elettronici , magari riusciremo a stanarli e prenderli al loro stesso “cappio” .
Non è il primo caso e sarebbe ora che il nucleo apposito per questo tipo di reati cominciasse a indagare, perché questa persona va fermata.
Chi può fare una cosa simile, un cacciatore, che, vuole preservare la selvaggina e non sicuramente chi ha il pollaio (oggi cosa rara), riuscire a scoprirlo e, revocargli la licenza !