“Una città, due incendi”: l’associazione Cantastorie racconta quello di San Cristoforo e di San Rocco

SARONNO – Pubblichiamo integralmente la nota di Andrea Germi e Paolo Mantegazza dell’Associazione Cantastorie – Saronno che ripercorre quando accaduto il 18 marzo 1827 quando un incendio distrusse l’allora Mercato delle Bestie e quando un secolo dopo il 30 agosto 1927 con l’incendio di San Rocco. Due momenti della storia cittadina ricostruiti e raccontati con precisione dai due membri della nuova associazione.
L’incendio che proprio il 18 marzo 1827 distrusse l’area dell’allora Mercato delle Bestie (oggi Piazza della Riconoscenza) e il caseggiato circostante è noto a quasi tutti i saronnesi. Nel fondo “Commissione di beneficenza pel soccorso dei danneggiati per l’incendio del 18 marzo 1827”, conservato in Archivio Prepositurale dei S.S. Pietro e Paolo di Saronno, possiamo scoprire come dopo l’infausto evento la macchina della solidarietà guidata dal prevosto Bellani, da Flaviano Banfi, deputato, Giovanni Battista Vigliezzi, rettore del collegio, Giacinto Sala, Carlo Rampoldi e don Pietro Catena, curato coadiutore di Saronno, si sia messa in moto tra i responsabili della vita cittadina. Da alcuni frammenti di annotazioni, sappiamo che furono diversi gli oblatori che sostennero i saronnesi in difficoltà. Non è dato sapere se la nostra Giuditta Pasta abbia mai effettivamente contribuito alle oblazioni pro saronnesi. In quel periodo si trovava impegnata a Napoli e difficilmente seppe dell’accaduto (o almeno non traspare dalla corrispondenza conservata nell’archivio Pasta e nei suoi diari). Sicuramente invece il Teatro alla Scala contribuì attraverso uno spettacolo alla raccolta fondi per la ricostruzione: “la prima idea che presentossi di recar sollievo a tanti infelici fu quella che terminatisi la sera del 20 [marzo 1827 ndr.] gli spettacoli della stagione nel Teatro alla Scala, si rinnovassero la sera del 21 a loro benefizio. Infatti tutti quelli che prestano in qualsiasi maniera l’opera propria al teatro, corsero a gara per rinunciare agli emolumenti della serata, non esclusi quelli neppure che vivono di giornaliera mercede. Una celebre artista, quantunque estranea al teatro, e con lei tutti gli addetti, raddoppiarono le loro fatiche. L’inclito reggimento Bakoni offrì anch’esso la banda musicale ed i soldati per le comparse senza compenso alcuno. (…) E così nell’arena del piacere si alzò l’altare della beneficenza. Il prodotto di questa serata, che fu di circa 3000 scudi, sarà memorabile nei fasti della patria commiserazione. Tale atto d’umanità venne tosto emulato da tant’altri cittadini di ogni ceto e condizione. ” (da “Ricerche storico-critico-scientifiche” di G. Amati, Milano 1828).
Esattamente cento anni dopo apparve sulla Cronaca Prealpina del 31 marzo 1927 questo simpatico poemetto in versi dialettali, già edito su una guida del 1882 stampata in occasione dell’inaugurazione della tramvia Milano-Saronno:
Tra i quarter piazz che ghè, la principal
l’è quella dove ghè la prevostura
e l’è là alla sinistra del piazzal
dove sta el Monument, ossia figura
che parla dell’incendi che gh’è stàa
nel 27 per quatter di filà.
L’è opera del Marchesi trada in pèe
coi danèe vanzàa foera di oblazion
che gh’è andàa su a sfragell
el nom de Lee
l’è la Riconoscenza, e un quai smorbion
la dis anca Ciucchina dal nom stess
della vegia causa del flagel succes.
E se l’è stàa arcigross, justàa anca dal vent
basta el fatt, come ho ditt di quatter di
che un terz del paes l’è andàa completament
e che dopo un pompier l’à avuu de di
no avria mai credù adrèe a sta poca
de tronà anmò in Italia… porca l’oca.
Ma veniamo a quello che è meno noto. Pochi infatti a Saronno ricordano che esattamente cento anni dopo l’incendo “della Ciochina”, poco lontano da dove partì l’incendio del 1827, si scatenò l’incendio di San Rocco. Esattamente il 30 agosto 1927, alle 23.30 di una sera ventosa, si scatenò un incendio che partì dal negozio di mobili di Ambrogio Monti, all’interno della proprietà Zerbi in via Garibaldi. L’incendio si estese a causa del vento e del materiale combustibile (legname, stalle…) investendo la corte di San Rocco e le abitazioni verso piazza Umberto I (attuale piazza Libertà) e via Stampa Soncino (attuale area di via Mazzini). L‘allarme fu dato dalle campane di tutte le chiese della città e accorsero sul luogo dell’incendio molti saronnesi, dal podestà Tettamanzi all’ultimo cittadino. Oltre ai pompieri saronnesi di via Giuditta Pasta, accorsero aiuti da Milano, Caronno, Busto Arsizio e dal cotonificio Cantoni di Legnano, accolti dalla folla plaudente in piazza Umberto I. I fabbricati crollarono e il fuoco devastò tutto l’isolato.
L’incendio proseguì il giorno seguente: verso le 4.30 del 31 agosto l’incendio era domato. Molti furono i danneggiati e le famiglie che si trovarono senza tetto. Tra queste troviamo la famiglia del sellaio Giovanni Galli, che si trovò senza la casa da poco acquistata e che era ubicata proprio nella corte di San Rocco. Il Galli, come tutti i danneggiati, grazie alla partecipazione del comune che si preoccupò di creare un apposito piano regolatore per riscrivere il quartiere San Rocco, ricostruì la casa nell’odierna via Mazzini. Dal furioso incendio si salvò solo un’antica statua in gesso di San Rocco che era posta nella corte. Giacomo Galli, figlio di Giovanni, recuperò tra le macerie la statua e alcune parti ancora servibili dell’edificio devastati dalle fiamme, che poi utilizzò per i primi lavori nella nuova casa. La statua di San Rocco per molti decenni è stata oggetto di processioni e feste in occasione della festa del santo, che cade il 16 agosto: il prevosto, il clero e i fedeli si portavano fin dentro il cortile di casa Galli dove si elevavano preci al munifico santo nella dimora addobbata a festa. Oggi questa tradizione si è perduta, ma le sorelle Gianna e Maria Teresa Galli, figlie di Giacomo, ne hanno mantenuto memoria e devozione.
Due incendi, due santi: entrambi i tragici eventi hanno permesso ai saronnesi di dimostrare la loro grande solidarietà, che anche oggi, in tempi altrettanto difficili, non esita a mostrarsi.
Andrea Germi
Paolo Mantegazza
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Commenti
Pagine di storia che mi riportano al passato quando i miei nonni paterni e parenti che abitavano nel cortile di San Rocco mi raccontavano di questo pauroso incendio. I miei nonni senza nessun sostegno economico hanno dovuto acquistare un terreno con immense fatiche e ricostruirsi tutto dal nulla…. e con bambini piccoli…
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Buonasera, se le facesse piacere, a noi farebbe piacere raccogliere la sua testimonianza. Ci contatti all’indirizzo cantastorie.saronno@gmail.com
Cordialmente
AG Cantastorie