Indelicato e Miglino: “C’è treno e treno, ci sono bambini e bambini”

SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo la nota di Alfonso Indelicato, ex consigliere comunale e Maria Assunta Miglino, ex assessore alla Cultura, in merito alla presentazione online del libro “Il treno dei bambini”.
Abbiamo seguito con interesse, sia pure in sessione differita, la presentazione on line del libro “il treno dei bambini” di Viola Ardone, presenti l’autrice, il vicesindaco e assessore alla Cultura Laura Succi, la partigiana Ivonne Trebbi e la presidente dell’associazione “Quattro passi di pace” organizzatrice dell’evento. L’iniziativa godeva del prestigioso patrocinio dell’Amministrazione saronnese.
Sperando di arricchire la conoscenza di eventi e situazioni che nel libro fanno da sfondo alla toccante vicenda del giovanissimo Amerigo Speranza, proponiamo le considerazioni che seguono.
Nell’immediato dopoguerra un numero imprecisato di bambini napoletani, la cui famiglie versavano in condizioni di indigenza, vennero trasportati nel centro-nord su quelli che furono battezzati “treni della felicità” e ospitati per un tempo imprecisato presso famiglie in grado di provvedere ai loro bisogni. L’operazione fu gestita dal Partito Comunista Italiano, e in particolare dall’organizzazione femminile del partito, l’Unione Donne Italiane.
Gli interventi dei protagonisti dell’incontro hanno toccato alcuni aspetti della situazione e della temperie storica, ma naturalmente non potevano affrontarli tutti. A noi viene in mente un altro treno: quello che nel febbraio 1947, proveniente da Ancona, trasportava verso Bologna centinaia di esuli istriani, fra i quali anziani e bambini. Già ad Ancona l’esercito aveva dovuto schierarsi a loro protezione, per evitare l’aggressione di militanti comunisti, ma gli episodi più spiacevoli avvennero nella stazione bolognese. Qui ferrovieri della Cgil e militanti del partito avvisarono che se il treno si fosse fermato per rifocillare i profughi, il transito di tutti i treni sarebbe stato bloccato. All’arrivo del convoglio furono lanciati sassi e gettate fra le rotaie le vettovaglie raccolte da organizzazioni caritatevoli: perfino il latte destinato ai bambini fu versato fra i binari. Infine il treno dovette partire per Parma, dove le associazioni cattoliche e la Cri avevano organizzato l’assistenza.
C’è treno e treno dunque, ma soprattutto ci sono bambini e bambini. Quelli provenienti dalla Campania meritavano aiuto, quelli vissuti nelle straziate regioni orientali, no. Confessiamo che non abbiamo potuto fare a meno di pensare, per associazione di idee, a quest’altra vicenda abbastanza simile a quella che fa da cornice storica al libro della Ardone, avvenuta nello stesso periodo storico, con gli stessi attori (i militanti del Pci) ma con un significato profondamente diverso, anzi opposto.
Avremmo anche gradito dai protagonisti dell’incontro qualche spunto sulle vicende personali dei bambini campani, al di là di quelle, opera di fantasia, del piccolo Amerigo. Come avevano vissuto la separazione dalle famiglie d’origine, probabilmente non voluta, improvvisa e durata poi, in alcuni casi, lunghi anni? L’impatto con i nuovi nuclei familiari, con la nuova realtà, quali problematiche aveva provocato? E il ritorno, con quale ansia era stato vissuto?
Su questo argomento, in verità, aleggia una spessa nebbia anche nelle fonti, almeno stando a quanto abbiamo potuto frettolosamente leggere in questi giorni. Certamente l’autrice si sarà documentata su questi aspetti dei fatti storici, ma nel corso della rievocazione dai toni un po’ oleografici un po’ nostalgici non ne ha fatto cenno.
Infine, ci riesce difficile pensare che gli stessi ambienti politici capaci di tanto cinismo nei confronti di italiani piccoli e grandi cacciati dalla persecuzione anti italiana dalle loro case, inibendo loro il cibo e il riposo, mettendoli in cattiva luce (perifrasi eufemistica) sulla propria stampa, potessero organizzare i “treni della felicità” per puro spirito solidaristico.
Temiamo che la motivazione profonda fosse più pragmatica, in quella fase storica in cui cadevano le illusioni frontiste e si preparavano le elezioni del ’48. Come a un certo punto si è lasciata sfuggire anche una delle protagoniste dell’incontro.
14032021
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Commenti
A Saronno viene presentato un libro apprezzato a livello nazionale con l’intervento di un’ autrice emergente e di una protagonista della nostra storia. Anche se si è svolto online, l’incontro è stato molto seguito ed era oggettivamente interessante e ben organizzato. Come è possibile che un ex assessore alla cultura critichi questa iniziativa e il patrocinio all’incontro? Invidia? Desiderio di rivalsa? Si può discutere di idee politiche, un libro può piacere oppure no (comunque se ne può parlare dopo averlo letto, cosa che pochi in questa chat dimostrano di aver fatto) ma ben vengano queste iniziative culturali, finalmente. Per quanto riguarda le critiche alla presentazione del periodo storico, sono del tutto inconsistenti e pretestuose come dimostrano i riferimenti alle deportazioni naziste già sottolineate. Grazie quindi all’associazione che ha proposto l’evento e a chi lo ha reso possibile.
Quindi a vostro parere una cosa giustifica l’altra o la rende meno peggio?
Indelicato che affronta il tema deportazioni è quantomeno fantastico….
Cosa ci si poteva aspettare dalla sinistra?? La solita narrazione a proprio favore! Per loro solo a sinistra si possono trovare valori e cultura, tutti gli altri sono semplicemente razzisti ed analfabeti!!
Io ho votato per Gilli e non sono contrario a prescindere a questa amministrazione però all’assessore Succi consiglio più umiltà. Ad oggi il confronto con Miglino ti vede perdente ( e per distacco)
Inutile dire che come sempre .. la cultura è di proprietà esclusiva della sinistra a cui tutto è consentito. Guai a non esaltare i compagni che furono. Che tristezza!
La sinistra come sempre cerca di strumentalizzare qualunque manifestazione per rinsaldare le proprie fila con i soliti cavalli di battaglia. Giusta la precisazione di Indelicato e Miglino. Mi domando: chissà cosa avrebbero sbraitato contro gli attuali amministratori se, a parti inverse, Fagioli avesse patrocinato un evento culturale cercando di accaparrarsi il consenso della sua parte politica.
Onestamente mi è sembrato un ottimo spunto volto ad allargare la riflessione proposta dall’attuale Amministrazione. Credo che una visione della Cultura più ampia possibile sia fonte di arricchimento per ciascuno.
Ogni tassello della nostra storia, per dolce o amaro che sia per ciascuno di noi, va conosciuto per essere inserito nel quadro che dobbiamo costruire insieme per essere un Paese più coeso e pacificato. Direi che sarebbe una stupida gara limitarsi a dire: ma tu ne hai fatte di peggio, mentre sarebbe una grande cosa la reciproca e sincera richiesta di perdono. Per questo invito a conoscere la storia di Rolando Rivi e la sua recente e bella conclusione.
Allargare ad un altro tema (quello del “treno della vergogna”) il dibattito su un libro mi pare sinceramente senza senso. L’autore ha voluto approfondire un tema e su quello si è concentrato. Sull’altra questione ci sono libri e articoli dedicati.
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Sì certo ma il libro era patrocinato, é questa la differenza.. e non é poco, caro signore
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Il libro non era patrocinato affatto. Era patrocinata la presentazione.
Che venga patrocinato una presentazione di un libro che ricorda un evento storico mi pare una cosa normale.
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Gia’, perche’ non parlano di quei treni che partivano pieni di uomini, donne e bambini ebrei e che non son piu’ tornati…
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Scusi ma erano bambini deportati per “bontà “, così diceva il pci, la differenza è sostanziale. Ora vogliamo far passare la cosa come buona?
il passato che ritorna – indelicato e miglino
Interpretazione fantasiosa della par condicio, un pó come una cosa giustifica l’altra…. Un buon silenzio non fu mai scritto
Denigrante e deprimente il finale con la “voluta incursione politica”!
Se posso permettermi, e qui sono io a “tuffarmi erroneamente nell’ambito politico”, anche l’indicare di volta in volta e in ogni articolo l’essere stato l’EX DI QUALCOSA”, non ne rilascia un segnale molto qualificante della persona; è un abuso tutto politico alla stregua di un titolo nobiliare: Re di…Principe di… e stranamente mai “Vassallo del popolo”, quando a tutti gli effetti, il “P”opolo” rammenta bene il chi si è e cosa si è fatto!
Forse bastavano 2 link e tutto avrebbe preso tutt’altra piega letteraria, politica e di FACCIA:
https://www.casadellaresistenza.it/node/417
https://www.einaudi.it/catalogo-libri/narrativa-italiana/narrativa-italiana-contemporanea/il-treno-dei-bambini-viola-ardone-9788806242329/
Mi richiama un altro episodio , molto più recente .
Quello dell’allontanamento dalla famiglia d’origine di alcuni bambini emiliani . Anche qui la furia nel voler garantire una “felicità” decisa a tavolino per motivi molto molto lontani dall’idea di fare l’interesse dei minori.
Forse si dovrebbe porre l’accento , oltre che sui tanto sbandierati diritti dei bambino, sui doveri dei grandi
Signor Indelicato, è vero: ci sono stati molti altri treni. Ad esempio quelli, organizzati dal regime fascista, che portavano tante persone, tra cui anche bambini, verso i campi di concentramento. Una pagina triste della storia italiana che noi non vogliamo più vedere. E lei ?
certamente c’è treno e treno….
……………..
Signor Indelicato capisco che Lei possa “aggiungere per togliere” ma francamente avrei preferito discutere del libro…. che parla di bambini in un momento non certo felice per loro come è quello che stiamo vivendo…..
Perchè altrimenti diventa molto triste dover aggiungere…
.. ci sono stati molti altri treni con altri bambini, che andavano più lontano e non per essere ospitati da famiglie….
Vale
Paolo Enrico Colombo
bisogna ammettere che la miglino e indelicato hanno detto bene il niente che avevano da dire. meno male che fanno parte del passato di questa città