Visto da Varese: In crescita gli investimenti internazionali alla frontiera italo-svizzera

di EZIO MOTTERLE
Andranno ovviamente valutate le conseguenze dell’emergenza sanitaria, su un confine tornato a rappresentare una barriera superabile solo con precise regole. Fatto sta che la fascia di frontiera fra Varesotto e Svizzera resta un’area estremamente vitale per lo sviluppo produttivo, sostenuto da un importante flusso incrociato di attività imprenditoriali. Varese e il suo sistema economico, stando ai dati di fine 2019, prima cioè che esplodesse la pandemia, si confermano una realtà assai attrattiva per gli investimenti degli operatori internazionali. Una ricerca svolta nell’ambito del progetto Interreg parla di 382 aziende con partecipazione straniera presenti in provincia, con una crescita del 35,5% dal 2007, un giro d’affari aggregato di oltre 11 miliardi di euro e 29.425 dipendenti occupati. Lungo la frontiera, punteggiata da undici valichi tra cui Gaggiolo e Ponte Tresa, sono 60 le imprese elvetiche (fatturato 2 miliardi e 800 milioni con 4.760 dipendenti) che negli ultimi anni hanno investito nel Varesotto, 44 invece le aziende varesine che hanno varcato il confine in senso opposto, inserendosi nel totale di 651 partecipate all’estero, un fatturato di 6754 milioni e 28.500 dipendenti. Varese risulta attrattiva in 27 settori, prevalenza nel manifatturiero (34%) e nel commerciale (32%), interessanti le prospettive della logistica con 22 imprese generate da investimenti stranieri. Quanto al settore manifatturiero, rileva l’analisi diffusa dalla Camera di commercio, l’attenzione prioritaria è per macchine e impianti meccanici (32 Investimenti diretti esteri): a seguire, materie plastiche e gomma (19), prodotti chimici (13) e prodotti in metallo (11). Tornando al dato delle 382 multinazionali operative in provincia di Varese, oltre la metà sono partecipate da soggetti Ue, il resto ha presenza soprattutto di capitali svizzeri (60) e statunitensi (56). In crescita l’interesse dell’Asia orientale, con forte incremento di investimenti provenienti da Cina, Giappone e Indonesia, aumenta anche il flusso imprenditoriale proveniente dai paesi storicamente legati al “sistema Varese”, come Germania, Spagna, Stati Uniti, Paesi Bassi, Francia e naturalmente Svizzera. Un crocevia economico davvero mondiale.