Attac Saronno con il Comitato per il diritto alla salute del Varesotto: “Serve dare forza alla sanità pubblica”

SARONNO – “Il ridimensionamento degli ospedali, ovvero la chiusura e l’accorpamento dei reparti, con progressiva perdita di posti letto e progressivo aumento dei tempi di attesa e dei disagi di noi utenti della sanità, colpisce duramente anche l’ospedale di Saronno”.
Inizia così la nota di Attac Saronno sul delicato ed attuale tema dell’ospedale.
Mentre si continua a straparlare di ospedale unico, di come esso rilancerebbe la sanità nella nostra Asst Valle Olona, il direttore generale smantella a destra e a manca la sanità pubblica, con il consenso della Regione e la silenziosa complicità dei partiti che la governano.
L’imminente perdita degli anestesisti all’ospedale di Saronno, avrà ricadute su tutta l’Asst. Se non sarà possibile operarsi a Saronno, ci si dovrà necessariamente rivolgersi altrove, in altri ospedali. Tempi di attesa permettendo. Oppure, se si hanno i soldi per farlo, rivolgersi alla sanità privata.
E non si dica che vengono fatti i concorsi. Perché sì, vengono fatti, ma come per il caso degli anestesisti, vengono fatti con un’offerta economica che scoraggia la partecipazione.
Una gestione meno orientata all’apparenza e più attenta invece ai bisogni degli operatori della sanità, capace di dialogare con le rappresentanze sindacali, capace di trovare forme organizzative che lasciano del tempo di vita agli operatori, capace di valorizzare davvero l’opera dei sanitari, dall’assistente all’infermiere, dalla guardia medica al primario, dall’amministrativo all’operatore di CUP, forse non farebbe scappare così tanto personale e probabilmente ne attirerebbe di nuovo.
Il Comitato per il diritto alla salute del Varesotto, che da diversi mesi ormai collabora con Attac Saronno, in nome della difesa della sanità pubblica, gratuita e di qualità, intende allargare il proprio sguardo all’intera Asst.
In tutto il territorio dell’Asst si cancellano posti nei reparti ospedalieri. In tutta l’Asst manca una progettualità per recuperare le visite rinviate a causa dell’interruzione di alcuni servizi a seguito della pandemia (con le conseguenze sulla salute degli utenti che sono facili da immaginare).
In tutta l’Asst manca (perché è stata smantellata negli anni) la sanità territoriale, quella sanità cioè che permetterebbe di alleggerire almeno un poco ospedali e pronto soccorsi.
In tutta l’ASST manca un coordinamento e una collaborazione con i medici di base.
Non basta evitare l’ospedale unico. Serve agire per ridare forza alla sanità pubblica, per riaffermare che la sanità e la salute sono un diritto, non un affare.
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Commenti
La salute si cura con la prevenzione, riducendo l’inquinamento prima di tutto perché forse non è un caso che l’aumento delle malattie va di pari passo con l’aumento dell’inquinamento.
Forse stiamo spostando l’attenzione sulla cura ma sarebbe meglio non ammalarsi e così gli ospedali unici i mediatelli e tutte le aziende che forniscono cura rimangano fine a se stesse.
Se l’ospedale negli anni l’abbiamo chiamato azienda ospedaliera, poi si sa che un’azienda deve guadagnare e fare profitti che in questo caso è sulla salute.