Visto da Varese: Effetto pandemia, voglia di sicurezza tra le mura di casa

di EZIO MOTTERLE
Altro che cittadini del mondo. L’effetto pandemia ha di fatto rallentato la mobilità senza nemmeno bisogno di divieti formali, che pure persistono. Ci si prepara ormai rassegnati a mesi di spostamenti ridotti, comunque condizionati da fattori che al momento nemmeno si possono prevedere. Altro che Varesotto crocevia d’Europa, insomma. Anche qui sembra ormai sfumare la propensione consolidata negli anni verso uno spazio senza confini, la Svizzera a due passi, mare e monti a un paio d’ore, tutto il globo reso a portata di mano dalla presenza dell’aeroporto di Malpensa. Meglio non pensarci, nella speranza di un ritorno alla normalità che rischia peraltro di sfumare dinanzi alle conseguenze anche psicologiche di questa lunga emergenza. I confinamenti di vario genere, supportati da un massiccio ricorso all’alternativa virtuale, rischiano insomma di spegnere non tanto la voglia quanto la stessa disponibilità mentale ad allontanarsi da casa, tantomeno per un viaggio, fatte salve ovviamente le ragioni di necessità. Si esce, appena si può, fra incertezze e diffidenze mai provate. C’è chi appena tornata l’ultima zona gialla, nel timore di un imminente peggioramento del colore, si è fiondato il più lontano possibile, entro i limiti obbligati della regione, chi aspetta invece di andare oltre non appena il divieto fosse eliminato. Ma c’è anche chi si è spostato solo in luoghi vicini a casa divenuti praticabili. Segno di una profonda riluttanza all’allontanamento che pare aver messo radici negli individui. In punta di piedi dunque per qualche pranzo al ristorante, per un po’ di shopping nei negozi, per un caffè al bar o un aperitivo serale anticipato. Mascherine, distanziamento, gel sulle mani, coprifuoco notturno: i capisaldi persistenti della crisi sanitaria restano comunque sullo sfondo di ogni tentativo di ritorno alla normalità. Le mura di casa con la compagnia dei familiari finiscono per restare l’unico rassicurante baluardo difensivo, fra videochiamate e dirette tv. E mentre si ripetono gli allarmati bollettini quotidiani sul covid, questa emergenza psicologica si affianca a quella sanitaria. Per la quale, se non altro, esistono dei vaccini.