25 novembre, riflessione e poesia di Valeria Checchi contro la violenza sulle donne

SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo con un pizzico di ritardo con cui ci scusiamo coi lettori e con l’interessante l’intervento di Valeria Checchi in merito alla giornata internazionale contro la violenza contro le donne.
Scriveva William Shakespeare: “la donna uscì dalla costola dell’uomo, non dai piedi per essere calpestata, non dalla testa per essere superiore, ma dal lato per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere amata”.
Oggi, 25 novembre 2020, giornata internazionale dedicata alla lotta contro il femminicidio, vorrei spendere due parole per ricordare a tutti l’importanza del rispetto e della prevenzione, specialmente in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo, costretti fra le mura domestiche per salvaguardare la nostra salute e quella dei nostri cari.
Sono una ragazza, ho 21 anni e mi chiamo Valeria, probabilmente avrete sentito parlare di me durante la campagna elettorale (amministrative 2020) poiché appartengo ad un gruppo politico, ma non voglio soffermarmi su questo, il mio intento non è infatti quello di fare propaganda: ciò che realmente mi preme è riflettere con voi sul significato ed il senso più profondo dell’amore.
Non pretendo di essere un’esperta, ci mancherebbe: tuttavia, pur essendo ancora giovanissima, ritengo di saper distinguere quando un uomo ama la sua compagna e credetemi, se il sentimento esiste ed è puro, non può in alcun modo affiancarsi alla violenza, altrimenti si parla di egoismo.
L’amore è un’emozione intensa e meravigliosa, dalle infinite sfaccettature, tanto che — come dico sempre io — non può essere ridotta ad una mera definizione.
Quello che è certo è che quando si ama una donna la si rispetta e aspetta, nonostante tutto, poiché non esistono scadenze per l’amore, bensì attimi che si inseguono e vivono in due…
Amare non significa concedere tutto pur di far felice l’altro, ma piuttosto essere felici di qualcosa insieme.
Non sarà mai amore se vi obbligherà al silenzio, ma lo sarà quando e solo se sceglierete di star zitti assieme.
Entrambi.
Avvolgervi nella stessa quiete come fosse una coperta e riposare l’uno negli occhi dell’altro.
Così…
Senza motivo, senza preavviso.
Senza bisogno di dirsi una parola.
Amare è prendere in mano la propria vita e farne un capolavoro, un’opera d’arte, esattamente come diceva anche il buon D’Annunzio: avere il coraggio di osare e non piegarsi a niente, alzarsi da terra dopo ogni caduta e rincorrere con lo sguardo ebbro di orgoglio la propria felicità.
Care donne e amiche, se il vostro uomo non partecipa della vostra felicità, non vi fa sentire amate e rispettate, se il vostro amore vi conduce a rinnegare voi stesse…
Semplicemente non è amore!
Se un uomo alza le mani per imporre il proprio volere su di voi, quell’uomo non è degno d’esser chiamato come tale poiché è un vile e non può esser degno di nominare l’amore.
Ricordate, imprimete questo nel vostro cuore: chi davvero vi ama, vi rispetta e non fa violenza!!
Non esistono i “però mi amava…” o tentativi affini di giustificazione: gli abusi, le torture… non sono mai giustificabili!!!
Ci tengo a ribadirlo soprattutto per coloro che hanno timore a denunciare, non abbiate paura!!
Abbiate piuttosto la forza di rompere il silenzio e gridare “basta”, affinché certi orrori cessino definitivamente di esistere.
Siamo donne, siamo la culla della vita, siamo creature meravigliose: amiamoci e chiediamo rispetto!
Non solo oggi, ma ogni singolo giorno.
Il primo vero “sì” non sia sull’altare, ma dentro noi stesse.
Questa poesia l’ho scritta esattamente un anno fa ed è dedicata a tutte noi.
Con tantissimo affetto, per sempre.
denunciate. (Numero salvavita: 1522).
FEMMINICIDIO.
Ho visto una donna
piangere
per i tuoi baci,
quelle catene, l’odio
vestito d’amore:
Ho visto gemere
un illuso
annodarti le trecce
quelle sue mani, strette
intorno al mio cuore
Ho sentito piangere
il silenzio
e nel silenzio ho pianto
con te, per averti dentro,
fosse solo mezz’ora:
Un’ultima volta.
E ti ho visto ridere, uomo,
lacrime appese al cemento
tenevi mozzato il respiro
ergevi da terra il suo nome
— false carezze
(maschere di terracotta)
In questo macabro
— silenzio
così sporco, così
raggrumato,
ho ingoiato la mia Vita:
Ed è l’onore,
— un corpo steso.
©Valeria Checchi — Roxanne
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Commenti
Ottimo intervento e diverso dalle solite frasi di circostanza.