Con Tu@Saronno si aprono le porte dell’ex Isotta: due visite guidate con Gorla e Proserpio

SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo la nota di Tu@Saronno relativa ad un’iniziativa sulle aree dismesse.
È normale che un progetto come quello annunciato sull’area dell’ex-Isotta Fraschini, acquistata lo scorso autunno da Beppe Gorla con il supporto di Angelo Proserpio, abbia destato in città un vivace dibattito in cui non sono mancate, oltre alle numerosissime dichiarazioni a sostegno, anche note di dissenso. Parliamo di un progetto grandioso, magniloquente, cruciale per il futuro della città.
Tra le ragioni che hanno portato alla nascita di Tu@Saronno nel 2009 – di cui Angelo fu uno dei fondatori – c’era proprio la necessità di mantenere accesa la luce sul tema aree dismesse e di fare tutto il possibile per far sì che quest’area non finisse in un vicolo cieco immobiliare, rischiando di essere la morte di Saronno, ma potesse diventare il volano di potenzialità di sviluppo più vaste, volte a tracciare il destino del nostro territorio nel prossimo secolo.
È in quest’ottica che leggiamo l’operazione portata avanti da Gorla e Proserpio, che ci permette di guardare al futuro con fiducia. Il percorso che porterà alla definizione del progetto, però, è a oggi una rotta ignota che è veramente difficile da decifrare: un vero viaggio di Colombo verso le Indie mai tentato prima. Nessuno prima d’ora, in Italia e forse anche altrove, ha infatti provato a realizzare un intervento così grande basato sulla logica dei “Beni Comuni” in un’area così vicina a una metropoli, così ottimamente servita da collegamenti stradali, ferroviari e persino aerei, così nel cuore di una città come Saronno che – inevitabilmente – dal suo esito non potrà che essere fortemente condizionata.
Non sarà un percorso semplice, perché al lavoro progettuale e urbanistico di Giancarlo Consonni si dovrà ragionevolmente affiancare un’analisi costituzionale e culturale che dovrà proseguire nel solco del lavoro fatto, nel 2008, da Stefano Rodotà e dalla commissione sui Beni Comuni che portava il suo nome.
È senz’altro apprezzabile, in questo contesto, la volontà della proprietà di coinvolgere i cittadini, soprattutto i più giovani, per raccogliere pareri, intuizioni, osservazioni. Un primo step è già avvenuto con la serata dedicata agli Under 30 che si è tenuta all’Aldo Moro il 21 luglio. Il secondo – e per questo ringraziamo Gorla e Proserpio – è la possibilità che è stata data a noi di Tu@Saronno, a nome di tutta la coalizione a sostegno di Augusto Airoldi, di consentire ad alcuni cittadini di visitare l’area dell’ex-Isotta, in modo che possano vederne con i propri occhi lo stato, le dimensioni e le caratteristiche.
Le date previste sono due venerdì 11 settembre alle 10: Under 30 – limite di 30 posti e sabato 12 settembre ore 10: Over 30 – limite di 30 posti.
Le richieste di prenotazione devono arrivare via email all’indirizzo info@saronnosiamonoi.it corredate di nome, cognome e data di nascita e dovranno essere individuali (non sarà possibile prenotare per altri, quindi).
L’invito è riservato ai non candidati alle Amministrative, ai maggiorenni ed è valido fino a esaurimento posti. Gli interessati riceveranno una email di conferma con tutti i dettagli del caso.
Crediamo che questa sia una grande opportunità per chi ha cuore il destino di Saronno e vuole vedere con i propri occhi quello che ci lasciamo alle spalle e, soprattutto, una visione del futuro che ci aspetta.
08092020
Lascia un commento
Commenti
Il pubblico/Comune paga la bonifica, il privato costruisce con del suo e dei finanziamenti europei. Tanto difficile da capire?
Iniziativa meritoria, quella di “aprire” l’area alla città e ai saronnesi, miope invece la scelta di metterci sopra il “bollino” di una lista o di una coalizione, come ha già tentato Airoldi con l’incontro under 30 o come millanta ObSar grazie a una videoconferenza di fine aprile…è mancata, fin dall’inizio, una gestione coraggiosa che tentasse di proporre, pur nelle difficoltà del lockdown prima e della difficile ripresa poi, una progettazione “partecipata”, nel rispetto dei ruoli e della proprietà “privata” dell’area, per fare in modo che si costruisse, fin dall’inizio, un vero bene comune…così invece si tratta di avallare una scelta (tra le tante possibili) della proprietà…targare queste iniziative rischia di perdere la metà della cittadinanza, attiva e non, quella che voterà per Fagioli o Gilli, ma che dovrà sentire come “bene comune”, negli intenti dell’attuale proprietario, questo pezzo di Saronno..riguardo all’analisi del dopo, quando e se sarà in funzione il campus universitario, interessante quanto espresso qualche giorno fa dal Collettivo Adespota…
-
Infatti, è talmente un “bene comune” che il “benefattore” ha già deciso che cosa farne, con tanto di di grandi nomi e progetto in un’unica direzione. Le considerazioni del gruppo Adespota sono molto precise e attendibili. C’è da preoccuparsi, stravolgere la città non è un bene. Da dove possano poi arrivare centinaia di studenti universitari quando nell’area ex Expo sarà costruito il nuovo campus universitario di Milano non è dato sapere. Troppe ombre, troppo preconfezionato. E chi pagherà i milioni e milioni necessari per la bonifica? Il benefattore? O il costruttore del campus? E quale sarà la contropartita? La nuova Amministrazione dovrebbe valutare di comprare per il Comune questa area, certamente il benefattore gliela venderebbe allo stesso prezzo pagato più le spese, non è uno speculatore. Con la proprietà pubblica, l’area sarebbe davvero nelle mani della comunità saronnese, che potrebbe decidere il da farsi nel massimo della democrazia.
Io mi auguro che queste visite vadano oltre quelle programmate e consentano a tantissime persone di visitare l’Isotta.
Tanti a Saronno e nel Saronnese hanno avuto, come chi scrive, genitori, parenti o amici che lavoravano alla Isotta Fraschini e Motori Breda. Io ricordo ancora quegli anni ’60 in cui, fermo verso sera, al passaggio a livello di Via Milano vedevo la fiumana di bici in uscita dalla fabbrica.
E non va scordata quanta cultura meccanica e tecnica grazie all’Isotta veniva assorbita dai lavoratori del Saronnese e messa in circolo nel territorio.
Eravamo una grande realtà industriale.
Ora non so cosa siamo.
-
Adesso siamo una società di servizi multietnica multiculturale