Visto da Varese: Dopovirus, il territorio riparte dai suoi storici primati

di EZIO MOTTERLE
Appuntamento col mondo che cambia per un territorio che lungi dal poter sonnecchiare sui suoi vecchi primati, figli del boom economico di oltre mezzo secolo fa, deve guardare avanti cercando di confermarli nel nuovo scenario del dopovirus. Ce la farà dunque Varese a rimettersi in corsa, svoltando in tempo per agganciare i mutati treni dello sviluppo avviati dalla pandemia? Ci sarà modo e tempo per adattare le scelte ai rinnovati obiettivi legati a modelli spesso diversi, se non antitetici, rispetto a quelli fin qui perseguiti? Riuscirà il Varesotto, storico Eldorado d’Italia, culla del benessere radicato nel profondo nord, terra di storici successi consolidati dall’attività di una miriade di piccole e medie imprese, finanche laboratorio politico in quanto terra natale del movimento leghista e per questo a lungo anche capitale del potere politico e istituzionale, ad aggiustare il tiro senza rischiare di essere superato da realtà emergenti figlie di un panorama nazionale profondamente trasformato? Interrogativi che si affacciano sempre più incalzanti, in tempi di stati generali e di “rivoluzione” economica. La prima reazione del tessuto sociale, scosso dal grido d’allarme subito lanciato dal mondo imprenditoriale, è stata in coincidenza col forte choc da lockdown quella di ritrarsi su se stesso ridimensionando desideri e aspettative. La mobilitazione a sostegno dell’economia, con aiuti ben presto garantiti alle categorie più a rischio, ha poi attenuato l’aria di pesante crisi, senza comunque cancellare la prospettiva di autunno caldo, anzi caldissimo, anzitutto sul fronte dell’occupazione. Gli enti locali si rianimano intanto col tentativo di rilanciare progetti rimasti al palo, infrastrutturali anzitutto, mentre si spera che soluzioni strategiche come lo sviluppo di Malpensa o il nuovo sistema di strade e ferrovie in buona parte collegate proprio alla presenza del mega-aeroporto tornino a rappresentare una opportunità fondamentale per ricreare la prospettiva di un futuro solido. Così come la ripresa dell’export, serbatoio irrinunciabile di risorse, nel segno di una mobilità sociale che la pandemia ha frenato, oppure quella del turismo, altro settore la cui crescita è stata improvvisamente frenata dall’emergenza. Resta fondamentale il livello di fiducia che i cittadini sapranno dimostrare, riproponendo, decenni dopo, quell’entusiasmo produttivo e creativo che ha fatto di questa provincia una delle storiche locomotive economiche. D’Italia ma anche d’Europa. E non solo.