Visto da Varese: Dopo-virus, il territorio scommette sulla cultura

di EZIO MOTTERLE
La speranza, in questa Pasqua, è ovviamente che l’emergenza coronavirus cessi in fretta e che si possa tornare a osservare la realtà con gli occhi di sempre, garantendo quella ripresa economica invocata a gran voce da un territorio ad altissima vocazione industriale e terziaria. Ma guardando al futuro il Varesotto scommette anche sul rilancio delle attività culturali, sostenendo le occasioni per ripartire dopo i tanti stop imposti dalle ragioni legate alla pandemia. Cultura in senso lato non è affatto una presenza marginale sul fronte dell’economia, in una provincia ricca oltre che di bellezze naturali di importanti presenze monumentali di ogni epoca: circostanza confermata dai numeri che fissano – almeno prima dell’emergenza destinata ad avere pesanti effetti su tutti i settori della società – in 20.900 le persone occupate nell’ambito delle attività culturali, che generano un valore aggiunto annuo pari a un miliardo e 225 milioni di euro, volano fondamentale anche per il comparto turistico. Occorrerà dunque sostenere concretamente chi promuove iniziative in questo campo, cosa che la Camera di commercio di Varese aveva fatto proprio prima che la situazione sanitaria precipitasse ai livelli attuali, stanziando 80mila euro per un aiuto concreto ai promotori di eventi e iniziative di natura culturale che sul territorio siano in grado di generare ricadute a favore del sistema economico, anche sul piano occupazionale. Il bando in questione è stato rivolto alle organizzazioni no profit che abbiano come fine la valorizzazione, la promozione di attività culturali e creative, con una partecipazione aperta anche ad enti, istituzioni, associazioni, fondazioni, comitati e cooperative sociali. Il sostegno, fino a 10mila euro, potrebbe essere un contributo a fondo perduto sulle spese di organizzazione dell’evento oppure la messa a disposizione, gratuitamente, di sale e spazi di immobili camerali. Secondo gli operatori del settore, negli ultimi tre anni si è innalzato il livello dell’offerta artistica e culturale sul territorio della provincia di Varese, come conferma il 68% degli operatori. L’indagine ha coinvolto imprese che vanno dagli allestitori di spettacoli ai fornitori di service audio e luci, dalle aziende di grafica e stampa a quelle di produzione e pubblicità. Tra queste, il 42% ha come attività prevalente proprio quella legata all’organizzazione di eventi e manifestazioni culturali, in primis il teatro (42%), cui seguono le mostre (37%), la musica (32%) e il cinema (16%). Scenario ovviamente messo ora a rischio dall’emergenza, ma pronto a ridare il suo apporto alla produttività del territorio, ferma restando l’esigenza di rimettere anzitutto in moto le principali attività, non appena sarà possibile ritrovare una normalità almeno parziale. Si spera, a questo punto, entro l’inizio dell’estate.
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Commenti
Bene però servono persone di cultura per fare cultura e per rilanciare un territorio smarrito e confuso, non dei politici inutili.
Paolo Enrico Colombo