Visto da Varese: Meteo e tradizione, Sant’Antonio senza “barba bianca”

di EZIO MOTTERLE
Niente “barba bianca” quest’anno per il Sant’Antonio che settimana prossima sarà venerato con devozione anche in diverse località del Varesotto attorno ai falò che tradizionalmente salutano l’inizio del nuovo anno (il più atteso come sempre quello millenario che giovedì alle 21, vigilia della festa religiosa, sarà acceso in piazza della Motta, nel cuore del capoluogo). Le previsioni meteo dicono insomma che non ci sarà la neve suggerita dalla tradizione a far da cornice alle celebrazioni. Non che sia la prima volta, a Varese e non solo, ma quest’anno in molti ci speravano, magari anche per assicurare allo scenario prealpino un look più adeguato al sogno olimpico che da queste parti comincia a cercare spazio in vista dei giochi invernali di Milano-Cortina 2026 (offrendo peraltro soluzioni logistiche e impianti sportivi in grado di superare la presenza di un paesaggio scarsamente o per nulla imbiancato). Per ora niente neve, in ogni caso, è calato sì il freddo invernale, ma l’alta pressione – che favorisce fra l’altro l’inversione termica e la concentrazione al suolo delle polveri sottili – tiene lontani i fiocchi almeno dalle quote collinari. Il Centro geofisico di Campo dei Fiori annota d’altra parte che il mese di dicembre appena concluso è stato di ben due gradi più caldo rispetto alla media degli ultimi trent’anni, correnti umide e miti da sud-ovest hanno favorito precipitazioni di stampo autunnale specie a inizio e fine mese. La pioggia è stata molto abbondante, oltre il triplo della media (+316%), ma in compenso a Varese città una sola nevicata, il giorno 13, appena cinque centimetri, neve più abbondante soltanto oltre i 1800-2000 metri. Dunque, desolatamente privi di manto bianco tantomeno naturale i pochi ma preziosi e attrezzati impianti per lo sci di fondo e di discesa presenti sul territorio, a quote decisamente più basse. Non che la speranza sia svanita. Gennaio è ancora lungo e anche febbraio e marzo potrebbero riservare qualche sussulto a base di intensi fiocchi. Certo che il clima quest’anno non ha aiutato a dipingere coi caratteri del “grande nord” un Varesotto rimasto privo, sinora almeno, di magici scorci come i piccoli specchi d’acqua ghiacciati o le celebri cascate gelate della Valganna, già ribattezzata “la piccola Siberia” quando il termometro da queste parti scendeva ben oltre i 20 gradi sottozero e la neve arrivava fino alla pianura, “circondando” così di un mondo bianco anche la peraltro eternamente candida barba di Sant’Antonio abate. Altri tempi.