Per Uboldo, quale futuro per l’ex biscottificio? “Siamo appesi a due amaretti”

UBOLDO / SARONNO – L‘area dell’ex biscottificio si trova proprio al confine fra Uboldo e Saronno. Per la lista civica di opposizione “Per Uboldo” da lì inizia il futuro di quella porzione di territorio. In un comunicato “Per Uboldo” ricorda come “un tempo fu l’azienda famosa soprattutto per la produzione di gustosissimi “amaretti” che per decenni diede lavoro a tante famiglie del paese contribuendo allo sviluppo di Uboldo. Oggi è una bruttura sita all’ingresso del paese, abbandonata da anni, che si spera possa diventare presto un nuovo centro commerciale così da immettere “benzina fresca” (soldi) nelle casse comunali. Il destino di Uboldo sembra essere legato a doppio filo con quello che un tempo era il Biscottificio Lazzaroni, azienda leader non solo a livello locale, che dalla seconda metà degli anni Cinquanta per alcuni decenni occupò tanti uboldesi e diede impulso all’economia del paese e dell’intero territorio portando lavoro e ricchezza”.
Prosegue la lista civica
Oggi, a quello che è rimasto di quella storica azienda, cioè un “grande scatolone nero” in stato di abbandono e degrado ormai da anni, Uboldo chiede ancora lavoro e ricchezza. Sì perché il recupero di quell’area dovrebbe portare – il condizionale è d’obbligo – una grande struttura commerciale che dovrebbe portare lavoro (?) e soldi (?). Soprattutto soldi freschi per le casse del Comune di Uboldo senza i quali l’attuale Amministrazione comunale – 2 milioni di euro secondo quanto dichiarato dal sindaco Clerici nell’ultimo consiglio comunale in sede di approvazione del bilancio preventivo – non sarebbe in grado di realizzare opere sul territorio. Sì perché abbiamo appreso nell’ultimo consiglio comunale che gli interventi previsti nel Piano Triennale delle Opere pubbliche sono legati ai soldi che dovrebbero entrare nelle casse comunali dall’avvio della grande struttura di vendita nella ex Lazzaroni. Senza quei soldi l’Amministrazione Comunale avrebbe a disposizione “solo” 250 mila euro l’anno (derivanti da oneri) per i prossimi tre anni per realizzare opere sul territorio. Possibile che non esistano altri modi per finanziare interventi necessari per il paese (vedi la riqualificazione del centro storico) che non siano legati all’area ex Lazzaroni (Project financing, Finanziamenti europei, mutui)?
Anche perché altrimenti dovremmo concludere che, ancora una volta, siamo “Appesi a due amaretti…”
31122019
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Commenti
chiedo a chi sopra si lamenta giustamente del rischio centro commerciale: informatevi per favore, l’area ex-Lazzaroni era stata destinata a industria o anche una università, poi è arrivata la giunta Guzzetti e l’ha destinata a centro commerciale, la solita vecchia roba..
C’è sempre in giro una giunta che voi votate alla leggera e poi vi zitta zitta fa questi regali al nostro futuro…e ul sciur Clerici sel dis?
Mi auguro di cuore che quella fabbrica sia fonte di positività per le persone ; che se ne faccia qualcsa di utile per la comunità , e che possa servire per bambini , o anziani o per gente sola che cerca un punto di riferimento …….investire soldi nel sociale è sempre ben fatto e apprezzato dalla comunità . Voi ” grandi ” che avete il potere della decisione , usate il cuore prima della mente che fa conti su cosa è più redditizio ! Buon 2020
A Genova, qualche anno fa, una associazione di categoria hanno fatto una comparazione sui presunti benefici sull occupazione di nuovi posti di lavoro a seguito della richiesta di apertura di una nota catena di negozi bricolage.
Il risultato, secondo loro, è stato: un centinaio di posti di lavoro presso la nuova struttura ( io aggiungo con nuovi contratti di lavoro ben più a sfavore dei lavoratori) a discapito negli anni a seguire di una riduzione del lavoro ( con vecchi contratti di lavoro).
In tutto l’indotto locale.
Ad esempio: trasporti, servizi, , occupazione sul territorio stabile, ecc…
Vedete voi, io appena posso me ne vado.
Filtrare con la scusa della policy commenti non offensivi, mi sembra una cosa poco corretta.
in ogni caso, basta centri commerciali, si soffoca da quelle parti.
Mi auguro che non facciano un ennesimo supermercato visto che di fronte c’è n’è già un altro! Un’opera di riqualificazione tipo giardini con giochi, una casa famiglia, un centro culturale…
No vero?
A Clerici, che è pure una persona educata, vorrei chiedere.
Quelli di prima hanno voluto sul viale del cimitero un “Giardino della vita” (qualunque cosa voglia dire) al posto di un ombroso, fresco poetico filare di tigli. Lei ha detto signorsì.
Quelli di prima hanno progettato una viabilità mostruosa in Via Vecchia per Cerro. Lei ha detto signorsì.
Quelli di prima hanno pagato l’ex-Mercantile 1.200.000 euro (euro su euro) dei contribuenti. Lei ha detto signorsì.
Clerici, ma quando ci dirà qualcosa di Clerici?
Alcuni appunti.
Non era solo famosa “per gli amaretti”. Era famosa per decine di varietà di biscotti e wafers di alta gamma. E quando andavano in produzione i wafers tutta Uboldo lo capiva per il profumo. E la comunità allora si univa alla sua fabbrica. Era una fabbrica, era lavoro vero; si trasformavano le materie prime con l’ingegno. Adesso state pensando a farne un centro commerciale dove bastano poche commesse sottopagate a cui non si chiede ingegno, anche se ne dispongono. E, caro Colombo, quella sarà una cosa più triste di come la fabbrica sta ora.