Centopercento animalisti nel Parco Pineta contro la caccia al cinghiale

TRADATE – SARONNO – Azione dell’associazione che opera nel Saronnese 100%animalisti nella vicina Tradate contro la caccia selettiva al cinghiale. Il blitz dell’altra notte è accompagnato da una nota degli attivisti.
“Nel parco Pineta di Appiano Gentile – Tradate è, ovviamente, vietata la caccia. O meglio lo era, perché la Regione ha dato in deroga, col pretesto della caccia selettiva, la possibilità di uccidere i cinghiali. Nel Parco sono già comparse altane e gabbie trappola: cinque gabbie, di cui quattro sono già sparite, per non parlare delle altane presenti (!).
ll Parco è molto frequentato da famiglie, con bambini, gente che passeggia o vuole passare una giornata all’aperto. Tutte persone che saranno esposte al pericolo di venir colpite dai proiettili degli assassini con licenza. Inoltre nel Parco vivono daini, cervi e tanti piccoli animali, tutti possibili vittime dei cacciatori.
La caccia in deroga è un regalo fatto dai politicanti locali alla lobby dei cacciatori, in cambio di voti. Alla faccia dei diritti dei cittadini. Per far capire ai responsabili che hanno permesso questa vergogna, militanti del Movimento Centopercentoanimalisti, nella notte tra il 28 e 29 ottobre, hanno tappezzato nuovamente l’ingresso della sede del parco Pineta in via Manzoni, 11 a Castelnuovo Bozzente (Como), con manifesti di liberazione animale ed ironici diretti ai cacciatori. Non staremo a guardare”.
29102019
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Commenti
Oltre alle trappole anche le altane in in parco pubblico dove giocano i bambini e passeggiano gli adulti, ci rendiamo conto???
Siamo circondati da sempre da cinghiali!
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Dai cacciatori che sparano ovunque no?
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Tutti questi cacciatori li vede solo lei….mentre i cinghiali ci hanno invaso
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Vada a camminare, correre o in bicicletta la mattina specialmente nei weekend al parco del Lura o dei mughetti, giusto per citare due Plis della nostra zona, e buona fortuna. In alcuni momenti ci sono solo spari, è inconcepibile per un parco. Considerando che la principale selvaggina non esiste più e devono comprarla e liberarla (pronto caccia) e valutando le esigue dimensioni delle aree verdi strette dall’urbanizzazione, la caccia in tali territori non ha senso. La pressione venatoria è eccessiva, non abbiamo ettari ed ettari sconfinati di campagne come in Francia, ad esempio.
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Se si devono catturare sì alle trappole ma assolutamente NO ai fucili, un parco deve restare tale, senza dimenticare la pericolosità della cosa. Anche alla sera o al mattino presto ci sono persone che frequentano il parco per fotografare o allenarsi, quindi no ai fucili. Purtroppo dal punto di vista della tutela ambientale, la regione si dimostra ancora una volta vittima di una certa propensione al favorire la caccia (vedere il pessimo tentativo di riaprire la cattura ai piccoli migratori con le reti (medioevo), le concessioni venatorie, le assurdità come l’abbattimento dei cormorani…), cosa normale da un certo partito.
Si deve mettere al primo posto la tutela delle persone e dell’ambiente, poi verranno attività “ricreative” come caccia e pesca.
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Prova a prendere un cinghiale con le trappole o senza armi, e poi ne riparliamo.
Gli agricoltori e allevatori ringraziano comunque…… si fa per dire ovviamente.-
i danni dovrebbero pagarli i cacciatorim, visto che sono gli unici responsabili per averli introdotto nei boschi
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In un contesto come il Parco Pineta le soluzioni sono solo due:
trappole o sterilizzazione chimica (tramite mangimi speciali).
Le trappole funzionano, ci vuole tempo e bisogna saperle installare.
Gli agricoltori dovrebbero chiedere i danni ai responsabili del mondo venatorio, visto che il problema cinghiale è solo colpa loro.
Per il resto a quanto ammontano le richieste di risarcimento danni da ungulati nel Parco Pineta?
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