Trasporto, la riflessione del Prevosto: dalla presenza di Delpini alla croce di Lampedusa per le vie di Saronno
SARONNO – Pubblichiamo la riflessone del prevosto monsignor Armando Cattaneo sulla festività del Trasporto del titolo “Chiesa in uscita, basterà portare in strada il Crocifisso?”
Il mondo sembra rallentare il passo: ha usato come unico criterio per misurare il suo cammino la
crescita del Pil ed ora ne registra irritato il calo globale. Le proteste giovanili che chiedono un radicale cambio del metro di misura, sostituendo all’economia del profitto illimitato e immediato una economia circolare e sostenibile sembrano riaccendere una speranza, riproporre un traguardo, ridare spinta a un mondo svogliato.
Chi ha acceso questa nuova miccia? Subito pensiamo a Greta, ed è bello perché è una ragazzina
tosta, ma tre anni prima uno che potrebbe essere suo nonno ha scritto tutto, nero su bianco, nell’enciclica “Laudato sì”. In un mondo senza meta, la Chiesa non ha perso la bussola: punta a far conoscere e amare ad ogni generazione Gesù Signore.
La domanda è: in che modo oggi? Qual è il suo metodo oggi? Ha ripudiato il proselitismo. Non spinge
nessuno a forza dentro le sue mura. Ma non sta certo rintanata ad aspettare chi mai arriva. La Chiesa di oggi esce dai suoi recinti, va per le strade e le piazze, non è più la Chiesa solo dei preti e delle suore, è la Chiesa dei papà e delle mamme di famiglia, degli studenti, dei lavoratori e dei pensionati ed è quindi di casa dappertutto, cammina, sorride e soffre accanto a tutti.
Si capisce allora che portare il Crocifisso per la città mai come ora è molto più di una cerimonia, è
dare visibilità ad una scelta precisa della Chiesa di Francesco: essere “in uscita”, cioè lievito ben
mescolato alla pasta, sale ben sciolto nel cibo. La processione con il Crocifisso dice una volta alla città quello che noi cristiani vorremmo vivere ogni giorno dell’anno.
Certo, siamo limitati e forse non riusciamo a trovare la giusta misura: forse siamo troppo timidi nel
feriale e troppo solenni nel festivo… Ma la gente che si fermerà per strada e si farà il segno di croce, capirà da quel Crocifisso che in alto c’è Dio che lo ama e in basso c’è una Comunità cristiana che non sente nessuno come estraneo e che cerca di amare il prossimo perché – appunto – lo fa anche il suo Signore.
Nessuno si meraviglierà allora di vedere accanto al Crocifisso storico quello fatto con due assi di un barcone sfasciatosi a Lampedusa: non ci si può più illudere di amare il Crocifisso Risorto se non si amano i “crocifissi” che aspettano proprio da noi un segno di risurrezione.
Quest’anno poi abbiamo la gioia della presenza del nostro Arcivescovo Mario Delpini. A tutti sembrerà che porti lui il Crocifisso, ma lui sa che è vero il contrario: come ogni giorno e come per ciascuno di noi sarà il Crocifisso a sostenere lui e noi! L’Arcivescovo non viene per aggiungere solennità, ma per
starci davanti, per guidarci sulla strada della vita.
26102019
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Commenti
Greta?Lampedusa?Proteste giovanili?il principe di questo mondo ha vinto alla grande