Origgio dedica un arboreto e un monumento ai caduti di Nassirya: foto

ORIGGIO – Riceviamo e pubblichiamo integralmente il discorso del sindaco Mario Ceriani durante l’inaugurazione del monumento ai caduti di Nassirya.
Autorità civili, militari, religiose, alla fanfara del III reggimento carabinieri “Lombardia” di Milano, alle tante persone qui presenti e non residenti a Origgio, un cordiale benvenuto e un sentito grazie per la partecipazione e condivisione di questa cerimonia.
Ringraziando l’associazione nazionale Carabinieri di Origgio per la disponibilità prestata,la nostra gratitudine coinvolge tutte le persone che hanno dato il loro concreto apporto e permesso la realizzazione di questo evento importante e significativo per la nostra comunità.
Ai dipendenti comunali che hanno seguito i lavori di piantumazione,di allestimento di quest’area, programmato questa giornata con efficienza e garantendone la sicurezza.
Grazie ai fratelli Boga, a Boga Fondation, che con grande sensibilità ha condiviso lo spirito e il significato di questa iniziativa, donando al Comune di Origgio la scultura oggi benedetta, parte integrante dell’arboreto intitolato ai Caduti di Nassiriya.
Grazie all’Arma dei Carabinieri che ha concesso la presenza della Fanfara del III° Reggimento “Lombardia” di Milano, per nobilitare questa giornata con la loro musica.
A tutti gli origgesi per la loro partecipazione, ai consiglieri comunali che democraticamente rappresentano tutti noi e con la loro presenza e condivisione,sono la testimonianza di vicinanza e solidarietà,di Origgio tutta, per chi ha sacrificato la propria vita per nobili intenti.
Per non dimenticare, per farci riflettere,..capire quanti ostacoli possono e essere superati con la coesione d’intenti,il senso di responsabilità e solidarietà.
Questa era la missione degli Italiani in iraq
Noi raccogliamo orgogliosamente il testimone della speranza.
C’è un tempo passato da ricordare….. per vivere un presente costruttivo, pieno di valori per garantire alle nuove generazioni un futuro migliore.
Siamo noi che abbiamo tutto da ottenere o tutto da perdere.
Negli anni venti Origgio, per onorare i propri caduti della grande guerra, ha costruito la torre civica (poi ristrutturata alla fine degli anni 90) e, successivamente nel cimitero un pseudo ossario, che nei primi anni 2000 fu sostituito con una nuova testimonianza. Una scultura a ricordo di chi ha sofferto per garantirci la libertà, per materializzare le sensazioni e i sentimenti che affiorano nella nostra generazione che non ha vissuto quei terribili momenti,ma che sa e vuole onorare la sofferenza e il sacrificio dei suoi caduti, senza distinzione di tempi e di fortune. Un passaggio di testimonianza alle nuove generazioni per far sì che non si dimentichi il dolore di tanti, per continuare un propositivo impegno civile conoscendo la propria storia e le proprie radici, facendo tesoro dei grandi valori e sacrifici che i nostri nonni e padri ci hanno tramandato.
Caduto il muro di Berlino, nel giugno 1990, qualcuno scrisse che era arrivata la pace, altri sostenevano che la guerra avrebbe avuto un futuro più ampio del passato. Avevano ragione i secondi. Che ci piaccia o meno dobbiamo fare i conti con una realtà complicata, sempre più spesso, per lungo tempo. L’angoscia e le battaglie del XXI secolo sono più eterogenee rispetto alla guerra di trincea del 1914 e alla seconda guerra mondiale, occupando una posizione trasversale rispetto alla vita di molti di noi, entrando nelle relazioni, nel modo in cui studiamo, lavoriamo, pensiamo al passato, al presente e al futuro.
La tutela dei diritti umani resta la condizione ultima per scrivere un futuro migliore, soprattutto in paesi martoriati da guerre civili. A volte si devono mobilitare le proprie forze armate in missione di pace, per portare solidarietà,aiuto e speranza di una vita migliore.
Questa era la missione di tanti carabinieri, militari e civili italiani in Iraq.
Il 12 novembre 2003, a Nassirya, un attentato devastò la base italiana maestrale. Persero la vita 19 italiani, 12 carabinieri, 5 militari dell’Esercito e 2 civili. Seguirono altri attentati fino al 5 giugno 2006, con altre vittime.
Dal 2009, per noi Italiani, il 12 novembre è la Giornata del ricordo, per riflettere su quanto accaduto e sul valore del sacrificio dei Caduti militari e civili delle missioni internazionali per la pace.Tanti Italiani,milatri,volontari,lavoratori di agenzie private,operatori di organizzazioni internazionali e del mondo dell’informazione,sono state vittime o hanno riportato ferite indelebili,per un nobile scopo.
Oggi nell’era della globalità, dell’Europa unita, non abbiamo confini da difendere, se non la nostra specificità, la nostra cultura, le nostre tradizioni, la nostra intelligenza ad aprirci e favorire, garantire una convivenza pacifica e sostenibile tra i popoli, per una società giusta, libera.
Il valore del sacrificio di tanti uomini e donne della prima e seconda guerra mondiale, può sbiadire nella memoria di tanti e forse poco considerato dalle nuove generazioni: storia che si legge sui testi di scuola, storia passata, lontana dal nostro vivere quotidiano. C’è la percezione che stiamo dimenticandoci di ricordare e allora quanto accaduto a Nassiryia, appartiene sì alla nostra contemporaneità, ci coinvolge,è mediaticamente più presente e aiuterà tutti noi a risvegliare il senso di gratitudine e di rispetto per tutti i nostri caduti.
Origgio vuole dedicare alle vittime degli attentati di Nassiriya, una scultura e intitolarne un arboreto, un’area di 8000 metri quadrati piantumata con 350 nuovi alberi da frutta, muti testimoni del linguaggio vivo della natura, simbolo del legame tra cielo e terra,della perpetua rigenerazione, della costante vittoria sulla morte, della vita che continuamente rinasce e si rinnova.
La scultura albero tra gli alberi con diciannove foglie a raffigurare e immaginare il volto dei 12 carabinieri , dei 5 militari dell’esercito e dei 2 civili che persero la propria vita in quel triste 12 novembre del 2003. Foglie che non invecchieranno e non cadranno mai come la nostra gratitudine.
Cinque lampade, come in un inchino a illuminare, rivelare e ossequiare la bandiera Italiana intrisa del coraggio, volontariato, sacrificio, fratellanza e dell’impegno che i nostri connazionali hanno manifestato in Iraq.
Il sacrificio di questi Italiani non andrà perduto, dimenticato. L’impegno è sensibilizzarsi per una causa,è vivere,per gli altri,attraverso gli altri. La loro azione per il ripristino, il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, la solidarietà portata a chi soffriva, il loro messaggio di speranza, darà i suoi frutti, come li daranno questi giovani alberi.
La testimonianza della cittadinanza tutta di Origgio, nel ricordo delle vittime di Nassiriya, è per alimentare in ognuno di noi, una forza viva sempre accesa, come le lampade che illuminano e sorvegliano questa scultura e tutta l’area piantumata, a impegnarci con il nostro comportamento, con le nostre azioni a scrivere una pagina migliore del nostro vivere quotidiano, dichiarando pace al mondo, per garantirci una società libera, migliore, facendo nostra la speranza e il messaggio portato dagli italiani in Iraq.
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15092019