Visto da Varese. Olimpiadi invernali, il sogno si avvera anche ai piedi delle Prealpi

di EZIO MOTTERLE
Mancano sette anni, è vero, ma per le Olimpiadi invernali 2026 anche Varese comincia a sognare. O meglio, ora che il sogno dell’assegnazione a Milano-Cortina si è realizzato, inizia a pensare ai progetti per investire sulle opportunità che le derivano dalla vicinanza geografica e dalla naturale “integrazione” con la metropoli lombarda, di cui è stata a lungo considerata una piccola Versailles, ma anche dal fatto di ospitare sul proprio territorio provinciale quella che sarà senza dubbio la principale “porta” per l’ingresso ai Giochi da tutto il mondo. Il riferimento è ovviamente all’aeroporto intercontinentale di Malpensa, pronto a cogliere l’occasione per consolidare il suo sviluppo ed in particolare i suoi collegamenti stradali e ferroviari con il territorio, destinati a fruire di importanti interventi di potenziamento proprio in vista della grande manifestazione planetaria. Il Varesotto insomma scommette sulle Olimpiadi e non è affatto un modo di dire. Lo fa anche puntando sulle sue strutture di accoglienza, da sempre orientate a favorire in particolare la presenza di appassionati sportivi, lo fa richiamando le sue numerose attrattive culturali e ambientali, cominciando dal fascino indubbio di una provincia alle pendici dei monti caratterizzata dalla presenza di ben dieci grandi e piccoli laghi, ma anche di almeno due piste per lo sci di fondo e una per lo sci alpino. Milano, si sa, non è lontana ed è ben connessa con Varese, la collega fra l’altro la prima autostrada del mondo, l’Autolaghi, classe 1924. Una posizione strategica in grado di produrre notevoli effetti indotti, già sperimentati con successo durante l’Expo 2015, con uno sguardo rivolto anche alla possibilità di dare impulso a un interscambio con altre località sede delle varie competizioni. A Milano ci saranno villaggio olimpico e media center, cerimonia di apertura, gare di pattinaggio, hockey ghiaccio e short track. Già in vista della scelta finale di questi giorni, da Varese era giunto consenso unanime di istituzioni e associazioni nei confronti dell’evento, ottenuto anche grazie all’impegno diretto di esponenti politici di primo piano del territorio. La città-giardino vanta tra l’altro una importante tradizione di impegno anche agonistico sul fronte dell’hockey, con un Palaghiaccio già oggetto di un piano di riqualificazione pronto ad accogliere se non una gara (che inserirebbe addirittura Varese nel calendario olimpico) almeno alcuni allenamenti, con relativa presenza di squadre e supporter. L’olimpiade e la paralimpiade si svolgeranno tra febbraio e marzo, una stagione non certo ideale per il turismo en plein air: ma è indubbio che il ritorno di immagine avrà un effetto mondiale, in grado di andare ben oltre il periodo forzatamente circoscritto dei Giochi d’inverno. Molto dipenderà anche dallo spirito di intraprendenza dei varesini. Che, come sappiamo, non manca.