Visto da Varese: Strade e ferrovie, la grande fame di Malpensa

di EZIO MOTTERLE
Anche senza contare il traffico straordinario generato da fine luglio per tre mesi a causa trasferimento dei voli di Linate, chiuso per lavori, Malpensa si avvia a toccare nuovi record di passeggeri. A fine marzo si è arrivati a 25 milioni annuì, il consuntivo 2019 annuncia a quota 30 milioni o quasi, mentre crescono le nuove grandi rotte dirette come quelle verso la California. In questo quadro aumenta ovviamente l’urgenza di garantire nuovi collegamenti stradali e ferroviari col maxi-scalo, affamato di connessioni più rapide e sicure con l’ampio territorio che rappresenta il suo naturale bacino di utenza. Due i progetti al momento sotto la lente. Da un lato il sospirato raccordo autostradale della Pedemontana, realizzato per circa la metà tra il Varesotto e la Brianza, ora in attesa del completamento fino alla Bergamasca, che attiverebbe quella “autostrada degli aeroporti” in grado di favorire gli spostamenti tra Malpensa e Orio “agganciando” anche Linate. Dall’altro la nuova ferrovia tra Terminal 2 e Gallarate, con prosecuzione verso nord (Sempione e Gottardo), che richiede quella bretella attraverso la brughiera da tempo oggetto di contestazioni ma da molti ritenuta indispensabile per evitare ai treni il passaggio forzato da Busto. In mezzo resta l’esigenza di un migliore sfruttamento delle infrastrutture esistenti, a cominciare dall’urgente snellimento della statale 336 che collega l’uscita A8 di Busto Arsizio con lo scalo, la via d’accesso principale in auto oltre che una delle strade più rischiose a livello nazionale per il ripetersi di incidenti, destinati a rallentare o bloccare il traffico con le intuibili conseguenze per i passeggeri. Si è cercato di indirizzare gli utenti sulla direttrice alternativa che passa dall’A4, la cosiddetta “Boffalora”, c’è chi vorrebbe dirottare su questo percorso i mezzi più pesanti o comunque ridurre i costi del pedaggio, ma per ora lo sgravio sul transito dall’A8 non ha prodotto un’apprezzabile inversione di tendenza nell’utilizzo della 336, insufficiente ormai a sopportare il gran flusso di veicoli. Problemi che, al di là dell’emergenza programmata per i voli trasferiti quest’estate da Linate, dovranno essere risolti comunque in prospettiva, visto l’inarrestabile aumento di traffico dello scalo intercontinentale del Basso Varesotto, avviato di questo passo con gli anni a insidiare persino il primato di Fiumicino, unico aeroporto italiano a gestire al momento un movimento aereo superiore a quello di Malpensa. Che resta peraltro al primo posto per il volume delle merci trasportate. Un decollo continuo.
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Commenti
io continuo a non capire l’esigenza di collegare direttamente Malpensa a Orio al Serio. Qualcuno ha verificato quante persone al giorno hanno questa esigenza?? se arrivano a 5 è tanto, a naso…
Non c’è più spazio, il territorio è finito, complice una cementificazione selvaggia senza equilibrio. Ora cos’altro vogliono consumare?