Visto da Varese: Export negli Usa, l’effetto Trump sull’industria

di EZIO MOTTERLE
L’effetto Trump cala su un’industria varesina che grazie anche al ruolo chiave del settore aerospaziale mantiene un solido livello di esportazioni verso gli Usa. Nei primi tre mesi di quest’anno il valore dell’export negli States segna sì un calo del 3%, ma il saldo commerciale si mantiene positivo per la forte flessione delle importazioni. Il made in Varese, ricordano i dati diffusi dall’Unione industriali, raggiunge oggi gli Stati Uniti sotto forma di aeromobili, veicoli e dispositivi spaziali, ma anche macchinari e prodotti meccanici, siderurgici, plastici, medici, alimentari, tessili, molto apprezzati da un mercato che è il quarto di riferimento per l’economia locale (dopo Germania, Francia e Gran Bretagna), il primo extraeuropeo. Tra gennaio e marzo 2018 Varese ha esportato in Usa prodotti per 122 milioni di euro, meno 3% si diceva rispetto allo stesso periodo del 2017, ma con una bilancia commerciale resa stabile (+0,5%) dalla riduzione dell’import. Vola in particolare il settore aerospazio, che sfiora nel trimestre i 21 milioni di euro per valore della produzione esportata negli Stati Uniti, rispetto agli 11 milioni dello stesso periodo 2017 (+86%). Bene anche gli altri due comparti varesini più presenti sul mercato Usa, macchine per impieghi speciali (+3,6%) e prodotti in metallo (+17,3%). Col segno più anche le forniture mediche (+12,1%), gli altri prodotti tessili (+1,7%) e le bevande (+2,6%). Resta ovviamente grande attenzione all’effetto Trump, con le conseguenze pratiche legate ai nuovi dazi per imprese e lavoratori: un convegno promosso dalla stessa Unione industriali ha messo in luce le conseguenze del nuovo assetto, particolare l’attenzione alle politiche protezionistiche: situazione che preoccupa, dunqueo, ma che impegna anche il mondo delle imprese a nuove iniziative per rafforzare i rapporti commerciali con uno dei mercati che restano fondamentali per il Made in Varese.