Visto da Varese obiettivo informatica per i nativi digitali

di EZIO MOTTERLE
Nativi digitali proiettati dai banchi della scuola superiore al mondo in costante evoluzione dell’informatica. Per una cinquantina di loro, studenti nati alle soglie o già nel nuovo millennio, nutriti a pane e computer o smartphone, l’Università dell’Insubria ha organizzato a Varese da dopodomani quattro incontri di orientamento in cui si parlerà di argomenti come big data, social network e privacy, reti di sensori, crittografia, temi emergenti di un universo divenuto ormai sempre più lontano e irraggiungibile per i nativi analogici. I giovani alunni “motivati”, affascinati insomma dalle grandi sfide che la tecnologia proporrà nel prossimo futuro, arrivano da sette scuole secondarie superiori della provincia, i licei scientifici Ferraris di Varese e Curie di Tradate, e gli Isis Keynes di Gazzada Schianno, Stein di Gavirate, Volonté di Luino, Cobianchi di Verbania, Bernocchi di Legnano. Guidati da docenti e collaboratori del corso di laurea attivato da tempo nell’ateneo varesino sulla materia, tutti avranno nello stage un’importante opportunità di conoscere discipline che concorrono a definire il profilo professionale di un dottore in informatica, seguendo attività teoriche e pratiche sperimentali. A un gruppo di giovani che mostrano interesse verso l’informatica e le sue applicazioni, e che si stanno orientando verso studi universitari in questo campo, viene dunque offerta l’opportunità di scegliere con piena cognizione e soddisfazione il proprio futuro professionale. “Ci auguriamo di avere poi i 50 stagisti in aula come matricole – è l’auspicio dei promotori dell’iniziativa – tenendo anche conto che la scelta del settore informatico per gli studi universitari ripaga anche ben presto in termini di occupazione”. Gli ambiti professionali dove poter operare, infatti, sono in costante crescita, e i laureati trovano subito una occupazione adeguata alle loro competenze, svolgendo lavori qualificati e ben retribuiti. Il settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione digitale genera oggi direttamente il 5% del pil europeo e rappresenta un valore di mercato pari a 660 miliardi di euro l’anno: la percentuale degli informatici che trovano occupazione a un anno dalla laurea è superiore al 90%. Disoccupazione non fa rima con informatica, insomma.