Visto da Varese: Malpensa verso un nuovo decollo

di EZIO MOTTERLE
In vista del suo ventesimo compleanno (1998-2018) Malpensa si prepara a un nuovo decollo, obiettivo arrivare entro il 2030 ad accogliere 32 milioni e mezzo di passeggeri annui – oggi sono circa 20 – e un milione di tonnellate di merci, il doppio di quelle attuali. Sono le previsioni del nuovo masterplan su cui ora si concentra l’attenzione delle comunità che vivono attorno al grande scalo intercontinentale del Basso Varesotto. Va detto che anche attraverso un incremento di movimenti aerei (da 69 a 78 orari) si eviterà la realizzazione della terza pista (con cui se ne ipotizzavano 108), e che inoltre lo sviluppo dell’area cargo richiederà un utilizzo di 60 ettari di territorio anzichè 330. Dal territorio fioccano comunque richieste di precise garanzie, prime fra tutte quelle sintetizzate in un documento dai sindaci dei nove Comuni del Cuv, il Consorzio urbanistico volontario, che spiegano di non essere contro l’aeroporto, ma di attendersi sul nuovo progetto di sviluppo un ampio confronto preventivo con Sea, la quale peraltro ha già espresso massima disponibilità. Nei paesi della brughiera si vuol definire con i gestori dello scalo il numero massimo di passeggeri e merci sopportabile, si chiede insomma un aeroporto sostenibile, il pieno rispetto delle rotte, una migliore viabilità nell’area, ricadute occupazionali con formazione delle professionalità necessarie (oggi su 15mila occupati in aeroporto meno di 3mila risiedono in zona scalo), la presenza di esponenti del territorio nel cda Sea, una compensazione economica dei disagi con almeno il 5% degli utili di esercizio da destinare a opere e interventi nei Comuni Cuv. Intanto Provincia di Varese e Parco del Ticino sottolineano l’esigenza per Malpensa di un progetto condiviso “nel quale capitale industriale e naturale siano messi a sistema senza subordinazione dell’uno all’altro”, ben sapendo che il territorio e il suo ambiente “non sono un vincolo da contrapporre alle ragioni economiche ma un’occasione perché esigenze di crescita dello scalo trovino risposte adeguate”. A vent’anni dalla nascita di Malpensa 2000, affrontare il tema dello sviluppo dell’aeroporto partendo dalle prospettive di crescita fissate nel Masterplan 2030 resta una sfida fondamentale per il territorio varesino, ferma restando l’esigenza di un confronto aperto sul progetto in attesa dell’approvazione definitiva da parte del governo. Intanto Malpensa si prepara in questi giorni ad accogliere i nuovi collegamenti che saranno attivi con l’entrata in vigore dell’orario invernale, nella notte di sabato prossimo. E’ il decollo del mega-aeroporto che continua, appunto.
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Commenti
È dai tempi di Craxi che Malpensa deve decollare, forse bisogna ammettere che per Milano non è molto comoda.
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Con il Malpensa Express ora è piuttosto comodo, ma soprattutto è un aeroporto di caratura internazionale. Senza treno era effettivamente una cattedrale nel deserto.
Non ti dico quando alcuni clienti atterrano a Linate e lo confrontano con Malpensa. Non ci credono che Milano abbia un aeroporto tanto piccolo (Linate).
Sono contento che non si sia sviluppata la terza pista e mi auguro che lo sviluppo di Malpensa tenga in considerazione la preziosissima area naturale che lo circonda, il parco del Ticino, patrimonio dell’Unesco. L’aeroporto, malgrado tutto è inserito in questo contesto, ma si è raggiunto un certo equilibrio.