Visto da Varese, industriali l’export torna a crescere

di EZIO MOTTERLE
Nel clima generale di ripresa dell’economia italiana riprende a crescere sui mercati internazionali anche il made in Varese. L’export della produzione industriale della provincia nei primi sei mesi di quest’anno è aumentato dell’1,4% rispetto allo stesso periodo del 2016, toccando in valore i 4 miliardi e 911 milioni di euro. Le ultime indicazioni sul commercio estero provengono dall’analisi Univa su dati Istat. Più della metà delle merci esportate dal Varesotto nel mondo (59%) sono in arrivo dal settore metalmeccanico, tradizionale traino del miglior manifatturiero locale, anche se non tutti i comparti viaggiano nella stessa direzione: calano le esportazioni aerospaziali infatti (-11%) e quelle dei prodotti metallurgici (-10,1%), stabili invece quelle dei macchinari. “Sono dati confortanti dopo un 2016 non brillante”, sottolinea Riccardo Comerio, presidente dell’Unione industriali della provincia, ricordando che “si è bloccata quella situazione, del tutto anomala per la provincia di Varese, che vedeva un trend dell’export in discesa”. Rincuora insomma tornare a vedere il segno positivo “anche perché al dato di export si aggiunge una ripresa del mercato degli investimenti in macchinari legata alla modernizzazione tecnologica”. Le esportazioni varesine sono in deciso aumento verso alcune aree emergenti: Africa anzitutto (+57,3%), e poi Asia Centrale (+33,2%) e America Centro-Meridionale (+10,2%). Buona la tenuta verso l’area dell’Ue (+4,6%) che si conferma primo bacino dei flussi commerciali in uscita dalla provincia (57,3%). Germania e Francia mantengono le loro posizioni come principali destinazioni per le esportazioni del made in Varese, mentre Spagna e Polonia (anch’esse nella “top ten”) hanno un tasso di crescita a doppia cifra (+16,3% e +20,5%). Tengono le esportazioni verso altri paesi europei non Ue (+2,1), ottimi risultati sui mercati della Svezia (+28,2%) e della Russia (+44,5%). In leggero calo le esportazioni verso l’America Settentrionale (-1,4%), anche se si mantengono in crescita quelle verso gli Stati Uniti (+8,2%). Più marcato il rallentamento delle esportazioni verso Asia Orientale (-8,8%, su cui pesa il dato negativo verso la Cina, -20,1%), Medio Oriente (-30,7%) e Oceania (-63,1%, dopo però agli ottimi risultati degli anni scorsi). Resta il quadro generale finalmente positivo, con una tendenza che fa prevedere un consuntivo di fine anno ancora migliore.