Visto da Varese: l’altalena dello smog

di EZIO MOTTERLE
ALLA FINE ci ha pensato Giove Pluvio: è arrivata insomma la sospirata pioggia tra le Prealpi e la pianura, col conseguente calo graduale dei livelli di smog. Superate così le giornate più difficili in cui i valori (soprattutto delle concentrazioni di polveri sottili) erano schizzati ben oltre le soglie di tolleranza, cancellate dalle mappe dei dati le macchie dai colori più forti estese attorno a Milano a sottolineare come un cupo abbraccio la pessima qualità dell’aria. Si inizia a tirare insomma un sospiro di sollievo, nell’area metropolitana anzitutto, visto che il nord della provincia di Varese è rimasto anche stavolta distante dai valori più preoccupanti di Pm10, che si avviano intanto pur con fatica a rientrare nella norma.
Emergenza in via di superamento dunque, almeno temporaneamente. In attesa che l’inverno foriero del micidiale mix fra traffico caotico e impianti di riscaldamento lasci il posto all’estate, carica comunque anch’essa dei guai suoi quanto a qualità dell’aria: non più alte concentrazioni di polveri sottili ma di ozono indotto anche dal gran caldo. E lì di nuovo emergenza, appelli diffusi, confronti di soluzioni efficaci normalmente impossibili da realizzare. In attesa sostanzialmente che piova di nuovo. Dalle polveri sottili all’ozono, e viceversa: respirazione difficile, ma cura del fenomeno ancora più ardua. Passi in avanti ne sono stati fatti, la sensibilità ambientale è cresciuta, i veicoli inquinano di meno e ci si scalda con più controllo. Fatto sta che questa sorta di “altalena dello smog” non la smette di accompagnare l’alternanza delle nostre stagioni. Prima le polveri con il gelo, poi l’ozono con la calura. Negli intervalli, si respira.
05022017
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Commenti
Un articolo che lascia il tempo che trova.
A Varese state meglio, la città giardino, non ci sono i problemi che ha il sud della provincia, e quindi la provincia non si è mai preoccupata della cosa. Interessa di più il controllo dell’acqua che invece manca a Varese ed abbonda nel sud della provincia.
vanno in auto uno per auto rigorosamente e vorrebbero le scuole drive-in, con SUV da minimo 2 litri di cilindrata e 150 CV per andare a 30 all’ora se va bene e non si preoccupano della salute “perché hanno pagato il bollo”…siamo al delirio automobilistico, non serve bloccare il traffico ma in alternativa uno psichiatra o un altro shock petrolifero con la benzina a 5 euro/litro.
Non c’è speranza
non ho capito che cosa voleva dire Motterle con questo articolo
Mi scusi, ma non mi sembra che lei abbia detto niente di nuovo. Tutti quanti noi sappiamo da anni quanto lei sta dicendo, quindi?
Certo che le macchine inquinano, ce le hanno vendute così, in regola, come dicono le case produttrici e adesso dopo magari pochi anni dal regolare acquisto mi dicono che non devo usarla perchè inquina, Quindi?
E’ colpa di chi acquista una macchina?
Le ricordo che per circolare regolarmente e per tutti i giorni i possessori di autovetture pagano pure il bollo e che in caso di fermo obbligatorio, secondo me si dovrebbero restituire i soldi per le giornate di fermo