Dopo il fuoco, riapre il rifugio Cai di Macugnaga
SARONNO – Dopo l’incendio che nel settembre 2014 ha danneggiato alcuni locali e i festeggiamenti del settembre scorso per i quarant’anni di “attività” è tornato completamente operativo il rifugio del Cai di Macugnaga. Un gruppo di saronnesi ha trascorso recentemente, sabato 23 e domenica 24 luglio, un weekend nella struttura che la realtà saronnese gestisce dal 1975. A scortare i saronnesi il presidente dell’associazione Antonio Renoldi.
Due giorni intensi di camminate nei freschi e rigogliosi boschi circostanti il rifugio, ma anche escursioni fino al rifugio Zamboni a 2070 metri per proseguire fino al “lago delle locce” a 2300 metri a osservare da vicino il ghiacciaio della parete est del Monte Rosa. Al ritorno le donne e il cuoco di turno si sono impegnati in cucina preparando ravioli e l’immancabile brasato con polenta, mentre gli uomini si sono occupanti della legnaia, hanno tagliato l’erba del prato eseguendo anche altri lavori di manutenzione al rifugio.
Per le sue caratteristiche il rifugio è particolarmente indicato per gruppi autogestiti che desiderano introdurre giovani all’escursionismo alpino, all’attività di arrampicata su roccia, di progressione su ghiaccio o semplicemente trascorrere una vacanza nell’incantevole valle ai piedi del Monte Rosa.
Chi fosse interessato all’affitto del rifugio settimanale o per il weekend (per almeno 20 persone), sottolinea Giancarlo portavoce del gruppo che gestisce il rifugio, si può contattare la sezione Cai di Saronno, con sede in via Parini 54, nei giorni di martedì e venerdì dalle 21 alle 23 (029602874 – info@caisaronno.it) oppure chiamare direttamente al rifugio al 0324/65322.
(Per le foto si ringrazia Armando Iannone)
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03082016
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Commenti
E’ bellissimo. io (non sono un montanaro) ci sono stato il 3 luglio con un gruppo organizzato dal CAI. Per gli anziani, come me, suggerisco di utilizzare la seggiovia facendo sosta per un po di tempo alla prima fermata per abituarsi all’altitudine, poi dall’arrivo si sale ancora solo per un centinaio di metri a piedi e ci si affaccia ad una balconata di rocce con una vista sul gruppo del Monte Rosa stupenda.
Donato
è vero, basta frequentare il CAI, e vedere quante teste bianche ci sono.
Perchè?
“Per le sue caratteristiche il rifugio è particolarmente indicato per gruppi autogestiti che desiderano introdurre giovani all’escursionismo alpino”.
Mah, io vedo solo anziani e non penso che ciò dipenda solo dal fatto che “i giovani che non han più voglia di far fatica”. Questo ed altri stereotipi (assieme, a varie forme di protezionismo) hanno fatto sì che i suddetti giovani si allontanassero e perdessero interesse.