Da Gerenzano… si riportano i pesci nel lago di Varese

GERENZANO – E’ stato presentato questa mattina all’Insubrias Biopark il “Modello di rilancio dell’economia del Lago di Varese”. Il progetto, che verrà realizzato dalla Cooperativa dei Pescatori del Lago di Varese, è stato finanziato da Fondazione Cariplo, per un importo di 100 mila euro e vede la Fondazione Istituto Insubrico di Ricerca per la Vita nel ruolo di ente capofila e responsabile dell’area ricerca del progetto per analisi di laboratorio attraverso gas cromatografo con rilevatore a massa.
Sono essenzialmente due gli obiettivi che si vogliono raggiungere, attraverso una serie di azioni che coinvolgeranno i pescatori della Cooperativa, gli studenti delle scuole elementari e medie dei comuni rivieraschi e tutto il territorio. Il progetto, infatti, prevede una parte strettamente operativa e finalizzata al miglioramento e al ripristino dell’ecosistema del bacino e una parte più divulgativa utile a far conoscere le specificità dell’ecosistema lacuale, ma anche la tradizionale attività di pesca, che per molti anni ha costituito una filiera economica importante per il territorio.
«La nostra realtà si occupa di ricerca e segue progetti di valore scientifico di rilevanza internazionale – ha commentato Angelo Carenzi, presidente della Fiirv – Siamo al contempo anche molto radicati nel territorio provinciale, e questo legame è stato negli anni consolidato promuovendo e sostenendo iniziative, sempre di valore scientifico, ma con un taglio più divulgativo Questo progetto è una sintesi di queste due peculiarità e l’auspicio è che possa portare a risultati concreti per il Lago di Varese e il nostro territorio, ma anche dare vita a un modello di ripristino del sistema ambientale, magari replicabile in altre situazioni al di fuori dalla nostra provincia».
«Fondazione Cariplo crede in questo progetto di rilancio dell’economia del Lago di Varese che si basa su tre assi: cultura, lavoro e ricerca – ha dichiarato Giorgio Gaspari di Fondazione Cariplo – Gli attori protagonisti del progetto sono poi realtà autorevoli e ben qualificati, ovvero la Cooperativa dei pescatori e il Fiirv con i quali collaboriamo già da tempo».
Entrando nel dettaglio progettuale, il primo obiettivo fissato è la riduzione delle specie ittiche alloctone, quali il Carasso, il Siluro, il Pesce Gatto e il Gardon, che risultano invasive e nocive per le specie tipiche del Lago di Varese. Questo tipo di attività si tradurrà con una serie di battute di pesca selettiva, condotte con una metodologia diffusa fino alla fine degli anni Cinquanta e che prevede l’utilizzo di una imbarcazione in grado di “ospitare” fino a 6 pescatori. L’acquisto dell’imbarcazione è contemplato nel progetto e il modello ricorda il tradizionale “Rierun”. Oltre al prelievo ittico mirato è prevista anche un’operazione di immissione e ripopolamento di specie tipiche e pregiate quali il Persico e l’Anguilla. Queste azioni avranno poi una ricaduta economica, «poiché il pescato – ha spiegato Paolo Giorgetti, Amministratore della Cooperativa Pescatori –verrà in parte utilizzato per il ripopolamento dei laghi dedicati alla pesca sportiva e in parte arriverà nei mercati ittici in grado di soddisfare la richiesta di tali specie. Non dobbiamo poi dimenticare che in questo modo poi contribuiamo concretamente al rilancio dell’immagine del nostro lago, poiché è un dato di fatto che le acque in grado di garantire “una buona pesca” richiamano molti più appassionati e hanno un maggior appeal turistico, ambientale e naturalistico». Il progetto è di fatto una start up, poiché la volontà della Cooperativa è quello di continuare a svolgere queste attività nel corso dei prossimi anni.
E se il recupero sotto l’aspetto ambientale e dell’ecosistema delle acque verrà condotto direttamente sul lago, nelle scuole verranno realizzati progetti finalizzati al recupero della storia, della tradizione e della conoscenza dell’ambiente naturale locale. A tal proposito, infatti, è legata la pubblicazione di un libro, con 30 racconti illustrati e relativi alla fauna e alla flora del lago di Varese. Un’opera divulgativa che consentirà sia agli adulti, che ai più giovani di scoprire questo patrimonio naturale. Il volume, che sarà presentato anche nelle scuole dei paesi che si affacciano sul lago e limitrofi, sarà abbinato ad altre attività didattiche e creative, che prevedono il coinvolgimento degli alunni.
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01022015
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Commenti
A volte mi viene da ridere… perché una delle soluzioni più ovvie è lì sotto l’occhio di tutti ma ovviamente sei mica matto che lo fanno… introdurre l’obbligo di rilascio nella pesca dilettantistica per le specie più minacciate! Cosa aspettiamo? Premesso che nel lago di Varese la colpa è sola nostra: 1) per l’inquiamento che abbiamo perpretato come se non ci fosse un domani 2) Per l’immissione di tantissime specie alloctone che sono state portate guarda a caso proprio dalla pesca sportiva (si va da siluri, a lucioperche, misgurni, ecc.) Quindi perché non impedire la cattura delle specie più pregiate a livello dilettantistico? Il “no kill” non impedisce l’attività della pesca sportiva ma obbliga solo a rilasciare la preda. Vista la scarsità di specie autoctone e pregiate come persico, anguilla, luccio, ecc. perché non applicarlo? Possibile che queste soluzioni che sono rivolte alla VERA tutela della fauna non si applicano mai? Esempio simile con la caccia. In provincia di VA ormai alcune specie stanziali tipicamente oggetto di caccia non esistono praticamente più, vedi la lepre, perché finalmente non se ne vieta la caccia? Visto che parliamo di un’attività considerata hobby? Va bene voler incassare ma bisogna anche considerare la tutela come un fattore PRIORITARIO.