Raid animalista contro la festa del cinghiale

SOLARO – Raid animalista contro la sesta edizione del sagra del cinghiale. Nella notte qualcuno si è accanito contro i cartelli che pubblicizzano la manifestazione sparsi lungo la Saronno-Monza.
La manifestazione che propone piatti a base di cinghiali da ieri, giovedì 4 giugno fino a domenica 14, ha posizionato, negli ultimi giorni dei visibilissimi cartelli giallo fluorescente lungo la Monza-Saronno. Proprio su questi si sono accaniti gli animalisti che hanno scritto, con spray nero, diverse ingiurie da “codardi” a “caccia merda” fino ad “assassini”.
La sagra del cinghiale è un’iniziativa culinaria che apre idealmente un fitto calendario di iniziative ludico-musicali-gastronomiche nell’area del centro sportivo, ad alternarsi nell’organizzazione degli eventi le varie associazioni e sodalizi locali che operano nell’ambito del volontariato, sia sociale che sportivo, con manifestazioni davvero per tutti i gusti, sia all’aperto che al coperto dell’ampia struttura estiva che mette al riparo anche dall’eventuale maltempo.
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05062015
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Commenti
Se fossimo cosi interessati a come ci hanno resi schiavi saremmo un popolo libero e forte!ma invece chi ha visto la partita ieri?però meritava di vincere la Juventus…..dai tuti a commentare la partita,il cinghiale,le vacanze,siiiiii tutti in coda sull autostrada il 15 Agosto!!siii grazie…. ma comunque …….siamo i campioni del mondo.
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Il caldo……
lorenzo, abbiamo capito che sei un vegano. probabilmente ricco e probabilmente non sei mai stato ad un discount perchè non avevi soldi per mangiare bio. have a nice weekend!
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Tanto è vero che… il cinghiale è tra le specie più invasive:
http://it.wikipedia.org/wiki/Lista_delle_cento_specie_invasive_pi%C3%B9_dannose -
e comunque i cinghiali sono un problema, è giusto cacciarli e a quel punto vuoi non mangiarteli ?
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E perché mai dovrei essere vegano, mi scusi? Non è che parlare di gestione della fauna reale e spiegare perché la caccia in realtà i problemi li causa bisogna essere vegani. Anche questa è una di quelle classiche cose a cui ci si attacca… ma è come attaccarsi sui vetri. Da un lato abbiamo la fauna selvatica, patrimonio indisponibile, che ha un suo ruolo nell’habitat in cui si trova. Prendiamo ad esempio un tordo, un piccolo uccello migratore (dimensioni come il merlo), che proprio perché migratore dovrebbe essere protetto maggiormente. Si fa magari migliaia di chilometri dalle zone dell’Europa settentrionale per venire a svernare da noi o più giù. Se uccidi quel tordo uccidi un esemplare selvatico, che l’anno successivo poteva dare alla vita almeno a un paio di nidiate. Uccidi un esemplare che in natura poteva essere predato da un astore… aveva il suo ruolo.
L’allevamento nasce proprio per compensare questo aspetto, perché è impossibile prelevare solo dalla fauna selvatica, ma una specie allevata non ha un ruolo nel suo habitat, è nata ed è stata creata per quello. Quindi sì, tra una specie allevata che arriva in tavola e una specie selvatica c’è un abisso, solo che ovviamente chi si diverte a sparare fa finta di non vedere la differenza.In Italia la fauna non viene gestita. Si è mai chiesto perché province e regioni sempre pronte a far alzare i fucili per i piccioni o i cinghiali, non facciano di fatto nulla per altre specie che sono un grave danno per l’ambiente. Specie che non fanno neppure parte del nostro ambiente. Pensi alle classiche tartarughine dalle orecchie rosse o gialle. Le avrà viste in qualsiasi garden. La gente li compra come giocattoli, queste crescono e poi, a volte in buona fede, dove finiscono? Al fiume, al lago, allo stagno, ecc. Siamo invasi. Sono animali tropicali e molto voraci, divorano tutto ciò che trovano tra cui anfibi, larve di anfibi, larve di insetti, insetti acquatici, molluschi, piccoli pesci. Sono un flagello. Eppure nessuno ha predisposto un piano per recuperarle dagli ambienti naturali e limitare i danni che fanno e sa perché? Perché non si possono prendere a fucilate. Ecco la differenza tra gestire la fauna e “venderla” a chi paga.
I cacciatori, da semore vengono considerati uno dei ptoblemi dell’italia. Già, che bel problema eh!
Poi ci sono devastazioni ecologiche dietro ogni angolo, disboscamenti per la pedemontana, torrenti-fogne, falde acquifere avvelenate, amianto d’appertutto: ma essendo queste tematiche tropo complicate meglio non interessarsi eh.
Mannaggia a voi cacciatori, state rovinando l’italia! 😉
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E chi le dice che non ci si interessi anche di quelle tematiche? Il suo è il classico discorso… ci sono altri problemi, quindi pensi agli altri. Si pensa agli altri ma si pensa a questo, si pensa a tutti i problemi, perché per migliorare le cose bisogna occuparsi di ogni problema. Bello, no, bisognerebbe sempre pensare ad altro, tipico atteggiamento italiano, o trovare un capro espiatorio o affermare che ci sono altri problemi a cui bisogna pensare… il tutto per non affrontare il problema veramente. Se ci pensa bene è lo specchio della nostra società.
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Come lei giustamente dice l’ambiente deve affrontare tanti pericoli e tanti problemi che lo stanno distruggendo. Ora risponda a questa domanda, in questa situazione che lei ha descritto, quindi piena di problemi, in che modo prendere a fucilate la fauna la si aiuta o migliora la situazione? Voglio dire se già deve affrontare una situazione simile in che modo le fucilate aiuteranno la fauna, pensiamo a una tortora o un tordo?
Capisce il nesso, credo proprio di sì, oggi la caccia è gestita male, perché laddove non c’è più territorio non ha neppure più senso praticarla. Che senso ha praticarla nei campi appena fuori Saronno, dove sono costretti a comprare i fagiani pronto-caccia e dove basta girarsi per vedere strade, case, capannoni… e poi succedono incidenti come quello dell’anno scorso sulla ciclabile.
Quindi serve una gestione migliore e una presa di coscienza che il territorio in molti casi è cambiato, invece no la politica per servilismo ancora considera questa cosa quasi intoccabile. Come ho detto prima, oggi l’ambiente affronta molti problemi, andare a sparare non mi sembra un modo né per risolverli né per migliorare le cose, e neppure per lodarsi.
Ma pensassero alle cose serie, sti rimbambiti.
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Avrebbe dovuto scrivere “vandali scrivono sui cartelli”, purtroppo si tende a usare il termine animalista sempre con un’accezione negativa.
Rispondendo a lei, le dico che il problema cinghiale è molto serio ed è proprio causato dall’attività venatoria, quindi il mondo agricolo deve decidere se vuole risolvere il problema o vuole continuare così. Considerando che ogni anno ci sono incidenti gravissimi anche a carico di persone che con la caccia al cinghiale non c’entrano nulla (vedere l’anno scorso con proiettili nel soggiorno o che colpiscono auto), direi che è una cosa MOLTO SERIA.
Però è troppo buono con la polenta!
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E con le pappardelle/?
Il cinghiale si sta riproducendo troppo, quindi è un bene che venga cacciato per riportare in equilibrio l’habitat.
Gli animalisti non capiscono nulla, o quasi.
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Mi dispiace doverle invece dire che a ignorare il problema sia proprio lei, perché come molti crede che venga cacciato per riportare l’equilibrio, mentre è proprio la caccia ad aver creato la situazione disperata in cui ci troviamo ora. Del resto basta pensarci un attimo, nel corso degli anni, il problema non è mai migliorato ma è sempre peggiorato e al mondo venatorio ovviamente va più che bene così. E’ un po’ come dare a un evasore la certificazione della sua dichiarazione dei redditi.
Bisogna conoscere la materia e bisogna conoscere la specie cinghiale per capire quanto affermo sopra, ma non è difficile capire che al mondo della caccia interessa che il cinghiale ci sia, sia ovunque, sia abbondante e faccia danni. Inutile lamentarsi che questa situazione è colpa degli animalisti, ma è proprio il contrario.
Perché?
1) Il cinghiale per anni è stato anche portato dove non c’era, è stato alimentato, è stato foraggiato in inverno. Come credete ci sia arrivato ad esempio sull’isola d’Elba. Dato che non c’era, lo hanno portato per cacciarlo, e ora ovviamente essendo aumentato provoca danni ed è un problema.
2) Il cinghiale è una specie che tende a spostarsi e tende a formare gruppi più o meno numerosi. Lo spostamento è favorito anche dalle braccate e quindi dalla caccia costante a cui è soggetto. Più lo si disturba e lo si caccia e più cercherà territori tranquilli e dove spostarsi, ma soprattutto più lo si uccide e più le scrofe partoriscono, di fatto compensa le perdite riproducendosi maggiormente.
Già i primi due punti dovrebbero far capire perché il problema si sta così ampliando e perché non sarà mai risolvibile se si continua con questa gestione assurda. Senza dimenticare poi che l’attività di caccia al cinghiale è tra le più pericolose in assoluto. Ogni anno ci sono morti e NON solo tra i cacciatori.
Purtroppo in Italia la fauna è sempre stata gestita pensando all’attività venatoria e non da chi ha studi faunistici e biologici, ecco perché ci troviamo ad affrontare costantemente popolazioni problematiche.
Chi credete che ha portato il muflone sulle Alpi? Sì proprio il muflone, tipica specie mediterranea… ce lo ritroviamo sulle Alpi. O i tanti conigli che abbiamo nelle nostre campagne che non erano certo zone di conigli? Sempre la caccia che soprattutto in passato, portava gli animali nei propri ATC per avere selvaggina.
Quindi se si vuole risolvere il problema cinghiali bisogna pensare a una strategia diversa, costosa, con catture e sterilizzazioni, ma la caccia è proprio l’ultima risorsa. Anche perché tra 50 o 60 anni, vista l’età media dei cacciatori allora come si farà? Come sempre in Italia non si pensa a risolvere i problemi ma a far sparare chi paga per una licenza e sembra avere qualsiasi diritto.