Casa della Solidarietà: delibera rinviata fino ad accordo con il quartiere

SARONNO – Avviato il tavolo con la fondazione proprietaria dell’immobile il comitato del quartiere Aquilone continua la propria battaglia per fare chiarezza sul progetto della Casa della Solidarietà ottenendo dal sindaco Luciano Porro l’impegno della sua Amministrazione a non votare la delibera di cambio di destinazione dell’area, necessaria per avviare i lavori di riqualificazione della palazzina, fino a quando non si concluderà il confronto con il rione che chiede che vengano inserite nella convenzione alcune specifiche rischieste
Mercoledì sera in consiglio comunale si sarebbe dovuta votare la petizione presentata da 407 cittadini del comitato del quartiere Aquilone che chiedevano al Comune di favorire la creazione di un tavolo di confronto con la fondazione proprietaria della palazzina di via Piave, l’ex Bnl, dove sorgerà la Casa della Solidarietà una struttura dove si concentreranno diversi servizi esistenti in città, dalla sede alla Croce rossa a quella della guardia medica, dalla mensa per i poveri ai dormitori, in modo da permettere a queste realtà di operare in sinergia in uno spazio più funzionale e perfettamente rispondente alle loro esigenze.
In realtà con l’assemblea pubblica dello scorso 6 novembre e con alcuni incontri successivi il comitato ha già avviato un confronto con la fondazione ed alla luce di questo ieri sera ha modificato le proprie richieste “visto che quelle inserite nella petizione firmata da 407 residenti erano ormai superate dai fatti”.
Il portavoce Roberto Curti ha così chiesto al consiglio comunale di impegnarsi a non votare alcuna delibera di cambio di destinazione d’uso fino a quando la convezione (che detta le regole per l’uso dell’area) non sia stata condivisa anche con il comitato di quartiere. In particolare i residenti chiedono che la convenzione preveda forme efficaci di vigilanza da parte dell’Amministrazione sugli servizi da integrare nella struttura, piena chiarezza sulla destinazione d’uso degli spazi e la possibilità per il comitato di quartiere di inserirsi nel comitato di gestione della struttura.
Dopo una breve sospensione il sindaco Luciano Porro, che si è detto lieto dell’avvio del confronto tra quartiere e fondazione, ha ribato l’intenzione della sua Amministrazione “di attendere la fine del percorso di condivisione in atto tra fondazione e comitato prima di approvare il cambio di destinazione dell’area in modo che la convenzione possa recepirne i contenuti”.
(foto archivio l’assemblea pubblica dedicata alla Casa della Solidarietà).
27112014
Lascia un commento
Commenti
Sono senza parole peccato che qs casa della solidarietà è arrivata sotto campagna elettorale vedo tutti interessati a come va a finire
altrimenti qs sarebbe stato una realtà solo del quartiere che vuole
affrontare con il massimo della serenità e senza strumentalizzazioni.
Qs quartiere che state dipingendo come estremista ed impazzito
non è vero è un quartiere di eccellenza per la città di Saronno
sia per chi vi abita ceto medio con residenti impegnati quotidianamente nell’economia del paese pochi pensionati poiché i residente hanno una età media tra i 40/50 anni forza attiva prevalente con quasi nessuno a carico della collettività come servizi sociali
con una partecipazione al pagamento dei tributi locali e nazioni al di sopra della media con speco di energie della macchiana pubblica organizzativa ridotta ad i minimi costi ( esempio è la raccolta dei rifiuti dove gli operatori addetti impegnati impiegano max 20 minuti per portare fare il servizio a circa 1000 abitanti
dove circa mq2 10.000 di verde pubblico sono stati dati in concessione alla ns associazione per la adozione di circa 500 piantine con il fusti della dimensione di una sigaretta
piantumati a luglio di circa 20 anni fa da parte del comune e gli stessi volontari di oggi hanno dato vita ad un pezzo di polmone verde della citta sempre gli stessi soggetti si sono tassati per comprare un trattore di circa 10.000.000. del vecchio conio
per manutenere un verde circostante.
…adesso basta!!!
vedo quotidianamente che quattro soggetti che hanno altri obbiettivi che a ns parere è solo la visibilità nella politica cittadina devono screditare la ns piccola comunità fatta da persone per bene, noi diciamo
adesso BASTA!!!
NOI SIMO CAPACI DI CAMMINARE DA SOLI ED AFFRONTARE CON LA FONDAZIONE UN PERCORSO COSTRUTTIVO CHE VALORIZZI IL QUARTIERE.
da cittadino di qs quartiere invito tutti i residenti di non prestarsi a strumentalizzazioni di nessuno e di non rilasciare interviste
poiché si rischia che vengano utilizzate ed affiancate ad altre tematiche che a noi non interessano.
HO VISTO UN VIDIO DEL PORTAVOCE DEL QUARTIERE ALDO MORO UTILIZZATO IN MODO NON CORRETTO DA CHI LO HA ELABORATO
” mi permetto di dire al portavoce occhio che rischi di fare un autogol
Fatemi capire, siamo sommersi dalla criminalità, a poca distanza dalla “casa della solidarietà” ci sono stati furti a raffica nei garage (a qualche sfortunato addirittura due volte nello stesso garage, senza contare chi si è visto mettere in vendita online la propria moto), ogni tanto scoppia una rissa tra immigrati, hanno preso a sassate le vetrine di un bar, c’è gente che prende a bottigliate un padre col figlio al supermercato, furti nei negozi usando le auto come arieti ….. e voi siete qui a parlare di “Casa della Solidarietà” ???
Con qualcuno che tira fuori “Effetto NIMBY” scandalizzandosi pure ??? C’è la gente che ormai non sa più cosa fare per difendersi, dobbiamo vivere nei bunker per stare sicuri ???
Ma pensare che forse abbiamo dato fin troppa solidarietà e sarebbe ora di pensare alla LEGALITA’ alla SICUREZZA e al RISPETTO no ???
Ecco, ribadisco quanto ho scritto precedentemente, parlare senza prima informarsi. A parte che abitando vicino, sono anche io interessato al “problema”, ma mi è bastato seguire gli incontri organizzati, ascoltare le motivazioni e le spiegazioni di quanto verrà creato( che risponde a tutti i dubbi espressi in questi commenti), in più qualche parola spesa con i membri della Fondazione e tutto è stato molto più chiaro. Non capisco le affermazioni di chi si spaccia termotecnico, di chi sospetta secondi fini o peggio ancora di chi prova a screditare altre persone, forse invidia?
-
Magari chi si spaccia per termotecnico è realmente termotecnico (o è comunque persona informata). Mi pare che sia lei che sta screditando le persone !
Tra l’altro l’edificio era nato come commerciale ed è stato progressivamente abbandonato dalle attività commerciali in esso ospitate. Dubito sia stato a causa del paesaggio.
Non capisco perchè non dovremmo avere dubbi quando una fondazione privata decide di riqualificare un edificio commerciale collocando in esso attività a carattere sociale “varie ed eventuali”.
Sulle rassicurazioni della fondazione: mi pare ovvio che gliele diano, ci mancherebbe altro che le dicano che ci saranno problemi.-
In un momento così particolare in cui specialmente a Saronno le attività commerciali sono veramente in crisi, anche quelle storiche e nelle zone centrali, lei si domanda il perché l’edificio è stato abbandonato dalle attività?Ma sta scherzando vero? Ma forse è’ meglio che rimanga vuoto e desolato come e’ stato finora, forse rende esteticamente più bello il quartiere…e poi chissà magari prima poi verrà occupato dai telos o da altri ancora peggio…e a quel punto cosa si farà??una petizione??
-
Peccato che le attività commerciali che c’erano all’interno di quell’edificio non hanno chiuso causa crisi, si sono solo spostate altrove (es. la filiale della BNL): il problema era proprio l’edificio che aveva costi di gestione troppo alti, mancanza di parcheggi, ecc.
Il fatto che l’edificio vada riqualificato non significa che debbano venire collocate al suo interno tutte quelle attività concentrate in un singolo spazio che comunque creerebbero grossi problemi al quartiere dal punto di vista della sicurezza, di traffico, ecc.
Ci sono altri edifici da riqualificare in situazioni decisamente più a rischio di quello.
Le occupazioni sono illegali, punto. Se accadono si interviene con la forza come è stato fatto in altre zone della città.
-
-
sull’aspetto tecnico, che c’azzecca?? lo studio Volontè mi sembra più che attrezzato per la ristrutturazione a termini di legge dell’edificio, molto più di termotecnici da tastiera, perlomeno ha sicuramente la capacità e l’abilitazione per farlo. Effetto NIMBY??
-
Robin, leggendo le sue affermazioni sembra quasi che lei “provi piacere” nel fatto che le abitazioni delle persone del quartiere verranno svalutate.
Forse ha subito qualcosa di simile e “gode” del fatto che queste persone debbano subire questa svalutazione ?
Non mi spiego questo suo accanimento nei confronti di queste persone che stanno più che lecitamente protestando.-
io sto solo dicendo che allora chiunque vuole solo attività che rivalutino la propria proprietà: e quale che sia la destinazione d’uso di un’area, nonostante la compatibilità con i vari piani d’area, deve sottostare all’approvazione dell’assemblea del quartiere?? capisco che in zona c’è stato già il precedente della ristrutturazione della Saronno Seregno cui si opposero quelli che avevano costruito a ridosso della linea ferroviaria, tra cui vicini all’allora amministrazione in dispregio dei regolamenti, ma non è sempre Natale. E’ una questione non da poco…..chissà perchè per la Val Susa ad esempio non la si pensa coerentemente
-
-
Perdonatemi se mi intrometto: penso che la questione non sia sulla termotecnica dell’edificio, ma sul perchè un edificio commerciale (tutto sommato di discreto “prestigio”) venga abbandonato dalle attività commerciali che ci sono dentro (tra cui una banca) e improvvisamente dei privati decidano di ristrutturalo per metterci dentro attività sociali/caritatevoli.
I termotecnici saranno anche da tastiera, ma non sono gli unici 🙂 🙂 🙂
-
-
Vorrei vedere se accanto casa tua, senza che nessuno ne sappia niente, viengono organizzate in un unico caseggiato tutte le attività sociali della città di Saronno: Croce Rossa – Guardia medica – docce per bisognosi – mensa per i poveri – dormitori per padri separati – dormitori per bisognosi – Inoltre in due piani ancora liberi si possono inserire 100 letti per poveri sopravvissuti alla traversata dalla Libia a Lampedusa. Certo tutti siamo sensibili e disponibili alla solidarietà ma quantomeno avvertiteci ed insieme studiamo come ridurre l’impatto nei confronti del quartiere.
-
Assolutamente corretto.
Tra l’altro collocare tutte queste attività nello stesso edificio che non era stato progettato per questo scopo (così come non era stato progettato per questo scopo lo spazio circostante) può creare notevoli problemi.
Ecco quà, i noiosi commenti dei soliti tre/quattro personaggi che come sempre non conoscendo nel dettaglio tutti i particolari si autoeleggono moralizzatori e sentenziano cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Ma daltronde è così che funziona in Italia, purtroppo..
Certo certo, siamo anche dei razzisti perchè protestiamo contro gli immagrati che rubano, spacciano, fanno risse ecc
(perchè in fondo è colpa nostra se non si integrano ecc. ecc.)
D’altronde si tratta di “solidarietà” quindi siamo tutti buonisti e chissenefrega della gente del quartiere.
Se era un centro commerciale allora era diverso, tutti a dargli contro 😉
…quanto siamo pelosi: mai che uno abbia il coraggio di dire “non vogliamo l’opera perchè i poveri ci rompono e non li vogliamo vedere”, allora ci si arrampica in centomila argomentazioni. Solo che Volontè fiuta aria di elezioni e non vuole inimicarsi i suoi vicini e non tira fuori gli attributi: non credo che un sedicente comitato di quartiere possa opporsi ad un’opera tantomeno se privata.Poi la domenica mattina tutti in fila alla Regina Pacis
-
ma quanto siamo buonisti !
Se il privato avesse deciso di costruire una mega-discoteca avresti risposto allo stesso modo ?
Già che ci siamo, facciamoci delle domande: come mai un privato vuole utilizzare un edificio commerciale ormai “abbandonato” per attività “caritatevoli” ?-
se uno costruisce una discoteca nel rispetto della legge e dei parametri urbanistici non vedo il problema: e nel caso della Casa della Solidarietà era così finchè è nato il peloso comitato dei cittadini (che devono essere molto nervosi per la fregatura di essere andati ad abitare in un posto scordato da Dio dopo averlo pagato profumatamente).Capisco che una ulteriore svalutazione fa arrabbiare….ma così funziona il mitico mercato
-
Certo certo, l’importante è che non vengano toccati i suoi interessi ma quelli di “quelle brutte persone” del quartiere vero ?
Perchè se venissero toccati i suoi sarebbe qui a fare battaglie.
Magari lei è uno di quelli che vive vicino ad una delle attuai ubicazioni delle mense dei poveri ecc. e non vede l’ora di liberarsene concentrandole tutte in un unico punto.
Tutti brava a fare i moralizzatori, ma stranamente non leggo di gente che scriva “fatelo di fianco a casa nostra”.
-
-
..ma ci si deve accordare per cosa? per avere o addirittura non avere un opera opera privata di pubblica utilità?.. piccoli
-
Non vedo dove sia il problema, considerando che un privato sta concentrando nello stesso edificio una serie di “servizi pubblici” che hanno ripercussioni su tutta l’area circostante.
Tra l’altro non riesco ancora a capire perchè un privato debba creare quest’opera “di pubblica utilità”.
Secondi fini?
giunta e consiglio comunale ostaggi di un comitato di poche persone non di un quartiere ma di un residence!
altro forum, altro foro nel colabrodo della Porro administration che come sempre dimostra incapacità gestionale, amministrativa, progettuale e decisionale;
è un immobile inadatto a qualsiasi attività, ha una dispersione termica infinita e costi di gestione proibitivi. Fatevi dare i dati delle spese condominiali di quando l’edificio era occupato da alcune società.
E’ un suicidio…
-
Se è stato “abbandonato” dalle attività commerciali che c’erano dentro ci sarà un motivo !