Vasco invita gli operai dell’Ims al soundcheck

CARONNO PERTUSELLA – Vasco Rossi non ha dimenticato gli operai dell’Ims, ormai in mobilità dopo il fallimento della storica azienda che produceva cd e dvd per i maggior artisti italiani e stranieri, tanto da invitare una delegazione a partecipare al soundcheck che si è tenuto venerdì sera allo Stadio Olimpico di Torino dove domenica si terrà il concerto vero e proprio.
“Noi avevamo intenzione di andare al concerto a Bologna – spiega Antonio Ferrari portavoce dei lavoratori – ed invece Vasco ci ha invitato a questo evento. Per noi è stata una gioia e un’onore”.
Così alle 14 da Caronno Pertusella è partita la trasferta, con un passaggio a Gallarate dove c’era l’appuntamento per il pullman, che ha il sapore di un’organizzatissima gita scolastica. Non mancava nulla dai panini agli striscioni. In realtà qualcuno dimentica a casa il cd di Vasco da ascoltare il bus ma gli operai sì ingegnano e con il telefonino e il microfono riescono a fare un “ripasso” dei grandi classici e degli ultimi successi.
L’arrivo a Torino è sotto un’acquazzone ma nemmeno chi indossa solo una leggera maglietta a maniche corte se ne accorge. Tutti pensano solo ad accreditarsi all’ingresso ospiti dove dopo poi aver firmato la liberatori si riceve il braccialetto rosso con la scritta Il Blasco che fa salire l’adrenalina a tutti i partecipanti. C’è il tempo per un ultimo panino al volo e poi alle 20 i cancelli si aprono e si entra all’Olimpico.
Il servizio d’ordine è imponente ma appena entrati all’interno dello stadio restano tutti a bocca a aperta. Un palco grandioso in perfetto stile Vasco e un paio di migliaia di supporter. Gli operai dell’Ims si organizzano per garantire la massima visibilità al maxi striscione realizzato come trazioni con una frase del rocker “eh già siamo ancora qua” e la firma lavoratori Ims ex Emi music.
Alle 21,20 Vasco fa il suo ingresso sul palco e l’enorme striscione dei lavoratori legato agli ombrelli acquistati poco prima per resiste al temporale si alza. C’è chi balla, chi urla, chi saltella entusiasta e la giovanissima Jessica, 21enne la mascotte del gruppo, non sta ferma un attimo cantano con il suo beniamino. Dal palco Vasco regala emozioni, entusiasma, stupisce con le luci, con la grinta e con l’energia mentre gli operai subito sotto fanno il possibile per dare visibilità al proprio striscione. La voglia di cantare e di partecipare è forte ma la consapevolezza dell’importanza di quello striscione srotolato ha la meglio. Come quando per oltre sei mesi si sono alternati al presidio allestito davanti all’azienda 24 ore su 24 gli ex Ims si alternano allo striscione. Si cerca di lasciare “libero” il collega durante la sua canzone preferita o quando c’è da scattare una foto.
Già perché nonostante la liberatoria firmata all’ingresso, che vieta di fare foto e video, cellulari e macchine fotografiche impazzano nello stadio. Qualcuno viene ripreso dalla sicurezza anche un paio di volte:”Non useremo queste foto – ricorda Ferrari – ma per noi è importante conservare un ricordo di questo momento”. (per questo questo articolo è corredato solo di foto all’esterno dello stadio ndr).
A rendere ancora più unico il momento il contatto con entourage di Vasco che anticipa la possibilità di un incontro al termine del concerto. La gioia impazza mentre il rocker canta “Gli spari sopra”. Appena il concerto finisce gli operai fanno quadrato e nonostante la stanchezza restano in piedi sotto il palco ad attendere una chiamata. Qualcuno degli altri fans prova ad intrufolarsi, la sicurezza cerca di capire come fare a gestire l’incontro ma gli operai restano lì in attesa. Si cercano penne e pennarelli per autografi su fogli e magliette ma il sogno d’infrange dopo una quarantina di minuti. Per problemi organizzativi, con viva partecipazione e reale dispiacere entourage annuncia ai lavoratori che l’incontro non è possibile.
Qualcuno ha gli occhi lucidi mentre le luci dello stadio si spengono e la sicurezza scorta di venti caronnesi ai cancelli. “Se fossimo riusciti ad incontrarlo come quella volta a Bologna sarebbe stato fantastico – spiega Antonio Ferrari – ma comunque non possiamo che essere entusiasti. Si è ricordato di noi, ci ha fatto l’enorme regalo di volerci con lui in un momento così particolare e non possiamo che essergli grati. Ci ha regalato un sogno a noi che, come ha detto lui più di una volta, lavoravamo nella fabbrica dei sogni”. Mentre il pullman corre verso Caronno la chiosa di Ferrari strappa un applauso ai lavoratori contenti e stremati:
”Questa serata è stata un po’ come la nostra lotta al presidio – ha concluso – ce l’abbiamo messa tutta, ci abbiamo creduto fino fondo e non abbiamo mai perso le speranze ed anzi continuano ad averne ancora. Noi abbiamo aspettato Vasco e continueremo a farlo e chissà che il nostro padrino musicale non ci incontri in un’altra occasione”.
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