Lara Comi “vicina” ai poliziotti

SARONNO – “Sono vicina alla famiglia e a tutti i poliziotti italiani in questo momento di dolore”: queste la parole dell‘europarlamentare saronnese del Pdl, Lara Comi, alla notizia della morte del capo della polizia di Stato, Antonio Manganelli.
“Ci lascia una persona di grandissima professionalità, ma soprattutto un uomo delle istituzioni, dello Stato, che ha dedicato la vita alla difesa del cittadino e della legalità. Di lui parlano i tanti successi, a cominciare dai risultati contro la criminalità organizzata e la mafia, lavorando al fianco di magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ma mi piace ricordare il suo monito che la sicurezza si fa anche dal basso, a partire dall’educazione dei giovani, dalla scuola. Questo è l’insegnamento di cui dobbiamo fare tesoro”, conclude Comi.
200313
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chissà se è morto a causa di un colpo di arma da fuoco deviato da un sasso….
“Ha lavorato al fianco dei più valorosi magistrati e di organi giudiziari investigativi europei ed extraeuropei, dei quali è diventato negli anni un punto di riferimento, legando il suo nome anche alla cattura di alcuni dei latitanti di maggior spicco delle organizzazioni mafiose.
E’ stato docente di ‘Tecnica di Polizia Giudiziaria’ all’Istituto Superiore di Polizia ed è autore di pubblicazioni scientifiche in materia di sequestri di persona e di tecnica di polizia giudiziaria, tra cui il manuale pratico delle tecniche di indagine ‘Investigare’ scritto con il prefetto Franco Gabrielli, all’epoca direttore del Sisde ora capo della Protezione civile.
Manganelli ha diretto il Servizio centrale di Protezione dei collaboratori di giustizia, poi lo Sco (il Servizio centrale operativo) ed è stato questore di Palermo (dal 1997) e di Napoli (dal 1999).
Nel 2000 viene nominato dal Consiglio dei Ministri prefetto di Prima classe, con l’incarico di direttore centrale della Polizia Criminale e vice direttore generale della Pubblica Sicurezza. Dal 3 dicembre 2001 Manganelli è stato vice direttore generale della Pubblica sicurezza con funzioni vicarie. Il Consiglio dei Ministri (governo Prodi, Amato ministro dell’Interno) lo ha nominato capo della Polizia il 25 giugno 2007.
Durante il suo periodo al vertice della Polizia sono stati catturati alcuni del latitanti ‘di massima pericolosità’, come i boss di Cosa nostra Giovanni Arena, Sandro e Salvatore Lo Piccolo, i boss camorristi dei Casalesi Michele Zagaria e Giuseppe Setola, quelli della ‘ndrangheta Giovanni Strangio e Domenico Condello (da Fquotidiano )
Omaggio a “Chief” Antonio Manganelli anche da parte dell’Fbi. In una nota pubblicata sul sito del Federal Bureau of Investigation statunitense, il direttore Robert Mueller ricorda il capo della polizia italiana scomparso ieri. Manganelli nella lotta alla criminalita’ “coltivo’ forti relazioni, amicizie, negli Stati Uniti e in tutto il mondo”, afferma Mueller, sottolineando che “queste amicizie hanno fissato gli standard per la cooperazione a livello globale tra forze di polizia”. Mueller esprime la “vicinanza” dell’Fbi alla famiglia di Manganelli e alla Polizia italiana, ricordando infine che “nei nostri cuori Manganelli sara’ sempre parte della famiglia dell’Fbi”.
Manganelli, l’ex capo della Polizia? Quello dell’assalto alla Scuola Diaz di Genova…« La più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale » (Amnesty International)
Scuola di Formazione per la Tutela dell’Ordine Pubblico.
Voluta da Manganelli “per garantire ancor meglio la sicurezza di tutta la collettività” mettendovi a capo Oscar Fiorolli, così descritto da Salvatore Genova in un’intervista a L’Espresso del 6/4/2012 riguardo gli anni ’70:
“Separati da un muro, perché potessero sentirsi ma non vedersi, ci sono Volinia e la Arcangeli. Li sta interrogando Fioriolli. Il nostro capo, Improta, segue tutto da vicino. La ragazza è legata, nuda, la maltrattano, le tirano i capezzoli con una pinza, le infilano un manganello nella vagina, la ragazza urla, il suo compagno la sente e viene picchiato duramente, colpito allo stomaco, alle gambe. Ha paura per sé ma soprattutto per la sua compagna. I due sono molto uniti, costruiranno poi la loro vita insieme, avranno due figlie. È uno dei momenti più vergognosi di quei giorni, uno dei momenti in cui dovrei arrestare i miei colleghi e me stesso. Invece carico insieme a loro Volinia su una macchina, lo portiamo alla villetta per il trattamento. Lo denudiamo, legato al tavolaccio subisce l’acqua e sale”