Né con Washington né con Mosca”: genera dibattito la campagna di comunicazione sugli autobus torinesi dell’on. Gianna Gancia
Intervista all’Europarlamentare, sostenitrice di un’Europa più forte, libera e indipendente.
Incuriositi dalla sua campagna di comunicazione sugli autobus
urbani della città di Torino, abbiamo contattato l’Onorevole
Gianna Gancia, europarlamentare del gruppo ID (Identità e
Democrazia) che, dal suo ufficio a Bruxelles, ci ha spiegato il
senso di questo slogan, che denota una posizione politica molto
autonoma.
“Serve un’Europa più forte, libera e indipendente per portare la
nostra voce con autorevolezza sui tavoli internazionali – chiarisce
l’On. Gancia. Per questo motivo ho sintetizzato la mia posizione
con la frase: né con Washington né con Mosca, o con Pechino. E
per quanto riguarda la leadership, sono convinta che non servono
uomini forti al potere, ma istituzioni più forti e l’Unione Europea
è una di queste”.
Che cosa intende esattamente per ‘uomini forti’?
“Se vogliamo essere efficaci in Europa come Italia non serve solo
sbattere i pugni sul tavolo, perché altrimenti si rischia di
accontentare la pancia degli elettori, ma di non ottenere risultati.
Quello che serve è pragmatismo. Per tradurre questo
pragmatismo ho capito che è inutile che in Europa si vada sparsi:
l’Italia per conto suo, l’Ungheria per conto suo, idem la Francia e
così via. Serve un’Europa più forte, governata da persone elette
dai popoli e non lasciata in mano ai burocrati. Ecco l’Europa
unita che sogno, quella che mette insieme i popoli, quella con una
voce estera unica, un’Europa libera, con un esercito comune e
una difesa unica, in modo che la smettiamo di essere dipendenti
tutte le volte dagli Stati Uniti e dalla Nato. Che attenzione: non
significa uscire dalla Nato che è un ottimo strumento difensivo,
ma riconoscere che la Nato era nata con le logiche post Seconda
Guerra Mondiale, quelle della guerra fredda, che oggi in un
mondo multilaterale sono più complesse. Abbiamo come Europa
la forza di reggerci sulle nostre gambe. Ma per farlo, dobbiamo
essere uniti. Significa superare i meccanismi di veto, per evitare di
essere bloccati continuamente da piccoli ricatti, da tutta una serie
di lacci e laccioli… Ricordo, a questo proposito, che i burocrati
sono forti quando la politica è debole”.
Non dimentichiamoci che la gente spesso si sente lontano dalla
politica dell’Unione Europea.
“Anche se tu non ti occupi di Europa, l’Europa si occupa di te”,
risponde l’On Gancia. “La mancanza di una visione comune forte
ha delle conseguenze concrete. Basta vedere quello che sta
succedendo nel Mar Rosso, dove a causa degli attacchi dei ribelli
Houthi dello Yemen importanti compagnie commerciali hanno
dirottato le proprie navi con gravi ripercussioni sui costi che sono
saliti di oltre il 200%. Questo vuol dire meno esportazioni e
maggiori costi, ad esempio per tutto il settore ortofrutticolo del
mio Piemonte verso l’Asia. Vuol dire incidere sull’economia
locale, sui posti di lavoro, sui costi per le famiglie.”
Ci spieghi meglio, vista la grande attualità di questo conflitto
in corso.
“Dal Canale di Suez transita il 40% del commercio Asia-Europa,
il 12% del petrolio trasportato via mare, ma anche moltissimi altri
prodotti, per fare un esempio le mele. Di fronte a questa situazione
gli Stati dell’Unione Europea si sono mossi in ordine sparso:
l’Italia e la Francia hanno aderito alla task force navale a guida
statunitense, la Germania sta valutando di partecipare, ma manca
una strategia europea unica e condivisa. I dubbi sono molti: da un
lato le navi militari non possono scortare ogni convoglio
commerciale, dall’altro passare all’offensiva potrebbe aumentare
i rischi di ampliare il conflitto a livello regionale. Per questo
motivo ho deciso di presentare un’interrogazione alla
Commissione Europea: è urgente intervenire in modo coordinato
evitando scelte sbagliate che possono avere gravi ripercussioni sul
futuro commerciale dell’Europa e in particolare del
Mediterraneo”.
Tornando al suo slogan: “Né con Washington né con Mosca”,
non è in contraddizione con quanto dice il suo partito e
Salvini?
“La tradizione della Lega si fonda sull’idea di un’Europa
veramente federalista: l’Europa dei popoli”, spiega
l’europarlamentare. “Un’Europa più forte politicamente e non
un’Europa in mano ai burocrati. Siamo assolutamente in linea. La
mia, semplicemente, è una visione pragmatica e concreta, affinché
le frasi non rimangano solo uno slogan. In questo senso ho fatto
prima degli esempi concreti: il meccanismo dei veti, l’esercito
unico, la difesa unica europea, una politica estera comune… una
politica energetica unica per l’Europa. Non è ammissibile che
l’acquisto dell’energia da paesi extra europei abbia un costo per
la Francia e un altro per l’Italia: serve una politica energetica
unica dell’Europa per garantire a tutti gli stati membri gli stessi
prezzi e le stesse facilitazioni di approvvigionamento. Se l’Europa
fosse indipendente a livello energetico, i singoli stati non
sarebbero più ricattabili, come abbiamo imparato in prima
persona, a caro prezzo, con il conflitto Russia-Ucraina. Non
voglio fare allarmismo, ma se pensiamo che il peggio sia passato,
quello che sta succedendo sul Mar Rosso non è certo un buon
segnale. Come anticipato, il Canale di Suez non è solo un
passaggio chiave per il commercio globale, ma anche
un’importante rotta per le spedizioni di energia: vi transitano il
12% del petrolio e l’8% del gas naturale liquefatto (GNL). A
livello regionale, una campagna prolungata degli Houthi contro il
trasporto marittimo nel Mar Rosso metterebbe a serio rischio la
sostenibilità delle esportazioni di petrolio e gas dai principali
produttori regionali come Iraq, Libia e Algeria, che hanno un
ricorso più limitato all’aumento delle esportazioni tramite
oleodotti rispetto all’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti,
limitando i guadagni di reddito nel breve termine durante un
periodo di prezzi elevati degli idrocarburi”.
Sicuramente una situazione preoccupante, visti i salassi di luce e
gas che vivono le famiglie… un film già visto da milioni di
italiani da scongiurare oltre le nostra mura, speriamo anche grazie
a un’Europa più forte, libera e finalmente indipendente.