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Città

Saronno 4 novembre, il discorso del sindaco

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Saronno 4 novembre, il discorso del sindaco
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SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo l’intervento del sindaco Augusto Airoldi durante le celebrazioni del 4 novembre.

QUI LA DIRETTA DE ILSARONNO

Autorità civili e militari, cari saronnesi.

Ci raduna qui oggi una ricorrenza nata nel 1919 per celebrare il primo anniversario dell’entrata in vigore dell’Armistizio di villa Giusti, che segna, per il nostro Paese, la fine della Prima guerra mondiale e il compimento dell’Unità nazionale per la quale hanno dato la vita centinaia di migliaia di giovani militari italiani.

Una ricorrenza che venne proclamata “Anniversario della Vittoria” durante il ventennio. Il fascismo intendeva così trasformare la commemorazione dell’immane tragedia della Prima guerra mondiale, nella celebrazione della potenza militare a pochi giorni dalla ricorrenza della Marcia su Roma.

Una ricorrenza, quella odierna, che nel 1949 riassunse il suo significato originario e venne confermata nel calendario civile con la denominazione di Festa dell’Unità Nazionale, nella consapevolezza che l’unità nazionale affonda le sue radici nella memoria del Risorgimento, trova il suo compimento nella Grande Guerra, ma poggia il suo fondamento sulla Costituzione repubblicana nata dalla lotta di liberazione.

L’attuale denominazione di Giornata dell’Unità Nazionale e delle forze Armate, chevalorizza opportunamente i due aspetti della ricorrenza, si deve al Presidente Mattarella che lo scorso anno ha indicato al Governo «di ricomprendere in questa giornata la Festa delle Forze Armate in quanto appartiene alla tradizione e a quel sentimento di omaggio alla memoria che trova grande riscontro nella coscienza delle nostre comunità».

Lo slogan ufficiale del 4 novembre di quest’anno è “DIFENDIAMO LA PACE, OGNI GIORNO”.

Uno slogan quanto mai opportuno, nel contesto internazionale che stiamo vivendo.

L’Europa unita ci aveva abituati alla pace. Per 70 anni è stata un antidoto più forte di egoismi e nazionalismi. Diverse generazioni sono nate e cresciute in un Continente che sembrava aver cancellato non soltanto la parola guerra, ma talvolta persino la sua memoria. Poi, diciotto mesi or sono, la tragedia della guerra ha fatto inaspettatamente irruzione nel nostro Continente a causa della sciagurata e inaccettabile aggressione che la Federazione Russa ha scatenato contro l’Ucraina e il suo popolo.

Da poco meno di un mese un nuovo drammatico conflitto insanguina anche la regione medio orientale. Al criminale attacco ad Israele da parte del gruppo terroristico di Hamas, che in poche ore ha deliberatamente ucciso oltre 1400 civili israeliani inermi, hanno fatto seguito la reazione dello Stato israeliano e la conseguente invasione della striscia di Gaza, che hanno già causato molte migliaia di vittime tra i palestinesi, ancora una volta in stragrande maggioranza civili inermi. Un conflitto che, con la sua drammatica scia di sangue dice quanto la comunità internazionale non sia riuscita a risolvere un problema che si trascina dal 1947, come lo scoppio della Grande guerra nel 1914 sancì l’incapacità delle classi dirigenti europee dell’epoca di comporre le aspirazioni e gli interessi nazionali in modo pacifico e collaborativo.

La guerra, tutte le guerre, sono sempre immani tragedie, anche se combattute – come fu per tanti italiani – con lo storico obiettivo di completare il percorso dell’Unità Nazionale avviato con il Risorgimento.

Le molte guerre, dichiarate e non dichiarate, che si combattono oggi nel mondo, nella loro drammaticità, ci ricordano quanto la pace sia un valore fragile, da coltivare e preservare. E ci richiamano tanto alla responsabilità di testimoniare concretamente questa nostra convinzione, quanto alla necessità che il nostro Paese presidi, con i suoi alleati, i principi su cui si fonda la cooperazione internazionale.

Principi, peraltro, ben enunciati dall’art. 11 della nostra Costituzione quando afferma che l’Italia ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie, privilegia la pace, la collaborazione internazionale, il rispetto dei diritti umani e delle minoranze.

L’uso delle armi solamente come strumento di difesa; le limitazioni di responsabilità su base paritaria; la scelta del multilateralismo e il riconoscimento del ruolo delle organizzazioni internazionali: con queste affermazioni la nostra Costituzione indica, tanto alle istituzioni quanto a ciascuno di noi, la via e gli strumenti che rendono concretamente possibile il raggiungimento ed il mantenimento della pace.

Il progressivo degradarsi del contesto politico internazionale, il sorgere e il radicalizzarsi dei contrapposti nazionalismi e sovranismi rendono necessario e urgente che l’Europa Unita, gigante economico mondiale, lo diventi anche sul piano diplomatico, della politica estera, e della difesa comune. Un passo fondamentale perché L’Unione Europea possa divenire interlocutore autorevole, capace di promuovere  i propri valori di democrazia e libertà in un consesso internazionale che vede il progressivo affacciarsi di grandi Paesi governati da regimi non democratici; un passo utile al riequilibrio transatlantico del nostro sistema di alleanze; un passo che darebbe valenza europea ai principi cui si ispira l’art. 11 della nostra Carta Costituzionale e rappresenterebbe una opportunità per le nostre forze armate di valorizzare a livello europeo le proprie competenze.

Con oltre 7.000 uomini, le nostre forze armate, sono oggi impegnate in molteplici contesti per garantire la sicurezza internazionale, mantenere la pace e consentire lo sviluppo della civile convivenza, distinguendosi in preparazione, efficienza operativa ed umanità e riscuotendo grande considerazione per il lavoro svolto e per gli importanti risultati conseguiti.

A ciascuno di questi italiani in divisa va la nostra profonda riconoscenza e la nostra gratitudine per lo spirito di servizio, l’altruismo e l’abnegazione con i quali fanno onore al nostro Paese nel mondo. Un sentito ringraziamento che formuliamo da questo luogo dedicato alla memoria dei nostri caduti nella Grande guerra, reso ancora più significativo dai segni, ancora evidenti, non di un bombardamento o di una battaglia, ma dalle conseguenze sempre più devastanti dei cambiamenti climatici.

Viva l’Italia Unita, Viva le Forze Armate, Viva la Pace!


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Sara Giudici
4 Novembre 2023
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  • Città
  • 4 novembre
  • saronno

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Commenti

  • Avatar Anonimo ha detto:
    4 Novembre 2023 alle 20:56

    Dimettiti

    Rispondi
  • Avatar Anonimo ha detto:
    4 Novembre 2023 alle 17:27

    Non ho compreso, leggendo il discorso del nostro sindaco Airoldi, da che parte sta: Israele o Palestinesi?
    Qualcuno può spiegarmelo?

    Rispondi
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