La sicurezza in città secondo… il Telos
SARONNO – Per gli attivisti del centro sociale Telos “Uno spettro si aggira per le strade di Saronno: lo spettro dell’insicurezza”. E’ questo il titolo del comunicato emesso dal centro sociale su “tema del momento”, dopo proteste, liti, risse, un accoltellamento, la “fiaccolata della sicurezza”, gli appelli del sindaco a questore e prefetto; sempre ai raggi x la zona della stazione ferroviaria centrale.
“Da diversi anni non esce quotidiano che non ponga una forte enfasi retorica a ingigantire ogni fatto di microcriminalità, in particolare se i protagonisti sono non-italiani; esistono da tempo diversi programmi televisivi che basano la propria sopravvivenza sullo sciacallaggio mediatico di ogni episodio di crimine reale, presunto o inventato, in particolare se i protagonisti sono non-italiani; non esiste discorso da bar in cui il chiacchiericcio non si soffermi sulle mancanze delle forze dell’ordine, troppo poche e poco efficaci per far fronte al crescere della microcriminalità, in particolare se i protagonisti sono non-italiani – esordisce il Telos – A Saronno i principali fatti di cronaca nera degli ultimi tempi hanno coinvolto solo italiani: italiani i morti, italiani gli assassini. I nostri promotori del defunto trittico Dio-patria-famiglia hanno avuto un bel grattacapo nel cavalcare l’omicidio di una gioielliera italiana da parte di un trentenne bianco caucasico italiano, tuttavia due dogmi restavano validi: Dio-famiglia. Hanno trovato nuove difficoltà di fronte all’omicidio di un padre bianco caucasico e italiano da parte del figlio, bianco caucasico e italiano anch’egli. Ma l’ultimo dogma rimaneva intatto: Dio”.
Di certo non bestemmie ma diversi improperi saranno usciti dalle bocche dei nostri promotori del defunto trittico Dio-patria-famiglia quando Saronno viene tramortita dallo scandalo pedofilia: un prete,conosciutissimo in città, confessa le sue colpe non solo alla divina provvidenza ma anche alla società. Prete naturalmente bianco caucasico e italiano.
Eppure questi episodi non hanno avuto l’eco che ha avuto una semplice rissa tra non-italiani nei pressi della stazione ferroviaria . E’ bastata una macchia di rosso sangue sull’asfalto (o forse il non-bianco della pelle dei protagonisti) a scatenare una canea mediatica che da destra a sinistra ha unito i politici nell’unanime grido di aiuto rivolto ai tutori dell’ordine. Di fronte al crescere di sentimenti securitari e derive xenofobe, inni a pogrom e caccia alle streghe con annesse fiaccolate che rimandano ai roghi del Medioevo c’è da chiedersi: “è davvero così? Siamo davvero assediati da una moltitudine di zombie pronti a rubarci l’anima oltre al portafoglio e all’iPhone?”
Cui prodest scelus, is fecit. Con questo celebre proverbio Seneca poneva i riflettori di un determinato misfatto su chi da quello poteva trarre giovamento. E chi può trarre giovamento da una situazione di insicurezza diffusa se non lo Stato e i politici? In una fase storica caratterizzata da un inasprimento delle tensioni sociali gettare il classico fumo negli occhi alla popolazione è una strategia utile a concentrare l’opinione pubblica sui piccoli episodi di microcriminalità, distraendola così dalle grandi devastazioni ambientali, dall’attacco ai diritti sul lavoro e dell’abitare, dalla qualità infima della nostra aria, della nostra acqua, della nostra terra, della nostra vita.
Una popolazione terrorizzata dalla possibilità di venir borseggiata applaude all’incremento delle forze dell’ordine, una popolazione intimorita per i reati commessi dagli immigrati accoglie con sollievo la presenza dei Cie, una popolazione spaventata dall’eventualità di trovarsi degli intrusi in casa è favorevole alla capillare diffusione della sorveglianza, e via discorrendo. Ma i provvedimenti che vengono decretati in nome della lotta contro i pochi piccoli delinquenti torneranno utili soprattutto contro i molti potenziali ribelli. Più della microcriminalità sono i conflitti sociali il vero pericolo da reprimere. Lo sfruttamento politico del sentimento di insicurezza è un formidabile motore di leggi repressive.
Per gli attivisti del centro sociale di via Milano “una nave in porto è al sicuro ma non è per questo che le navi sono state costruite.La sicurezza ha come obiettivo l’allontanamento di ogni pericolo, mentre l’esercizio della libertà comporta viceversa la sfida ad ogni pericolo. Non è un caso se l’espressione “mettere al sicuro” indica solitamente il gesto di chiudere sotto chiave. L’esempio tipico è quello dell’animale selvaggio strappato dalla giungla per essere rinchiuso in gabbia. In questo modo, assicurano gli amministratori dello zoo, l’animale viene salvato dai pericoli della giungla e messo al sicuro. Dietro le sbarre non correrà il rischio d’essere abbattuto dai cacciatori o sbranato da bestie feroci. Ebbene, questo animale si trova sì al sicuro, ma a un caro prezzo, la sua libertà. È risaputo: evitando il pericolo non si vive la vita, la si conserva a malapena; perché solo andando incontro al pericolo una vita viene vissuta nella sua pienezza. L’unione fra sicurezza e libertà è dunque irrimediabilmente incompatibile.”Più controllo c’è, più siamo al sicuro” dice il popolo bue. E poi rincara la dose:”Le telecamere sono utili perché sotto i loro occhi non può succedere niente”. Espressioni agghiaccianti, sintomo di amore incondizionato per il Grande fratello. Ma chi vorrebbe vivere una vita sottoposta al controllo e in cui non succeda niente? Solo a costo di un completo obnubilamento si può entrare felicemente nel deserto emozionale in cui arranca la nostra epoca. La libertà è autodeterminazione, scelta di qualsiasi possibilità, azzardo, una sfida all’incognito che non può realizzarsi sotto una campana di vetro”.
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Commenti
Io non ce l’ho mai fatta a finire di leggere un solo comunicato, una volta mi è stato consegnato un volantino fitto, fitto, fitto, formato A5 carattere Arial 2,5 e manco una virgola, alla decima riga ero in preda alle vertigini…
questi ultimi due commenti sono i migliori, indubbiamente!
Da Telos leggo quasi sempre comunicati molto critici, praticamente rivolti verso tutto e tutti. Mi piacerebbe, una volta tanto, leggere un comunicato che esponga, in maniera costruttiva, il loro pensiero.
In particolare vorrei sapere:
A) Quali sono i valori in cui credete
B) Quale tipo di società vorreste (basata su quali regole, su quali modelli di interazione tra le persone, su quali filosofie)
ed in considerazione di quanto sopra, ultimo ma non meno importante
C) come in maniera plausibile e realistica (tenendo conto che esistono delle diverse Leggi – soprattutto dell’economia e giuridiche – http://it.wikipedia.org/wiki/Legge , ed un Mercato – http://it.wikipedia.org/wiki/Mercato) come intendete, all’interno del modello di società da voi proposto, procurarvi quanto necessario per i bisogni primari (casa, cibo, vestiti, ecc ecc.)
Senza volere fare polemica, giusto per sapere come la pensate e se il modello alternativo che volete è attuabile oppure no.
Ma tanto penso già di sapere che la risposta a questi tre punti non arriverà mai…..
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Penso che nei loro piani ci sia la fondazione della “Comune dei figli dell’amore eterno”. Ma ci aveva già pensato Carlo Verdone…
Per i ragazzi del Telos non ci sono più gli stranieri, gli extracomunitari ed i clandestini: ci sono i NON-ITALIANI.
Patetici!
Diciamo che Saronno le ha un po tutte… E diciamo pure che gli ultimi a parlare dovrebbero essere proprio i Telos. Non vedo nessuna cosa positiva in loro… Anzi… Solo disagi, imbrattamenti, problemi con le forze dell’ordine… E chi più ne ha più ne metta!
Il post del Sig. Alfono Indelicato rivela più di ogni altro commento lo scivolone culturale e ideologico che una sinistra radicale e autoreferenziale, soggettivista, può compiere… Trovo appropriata la citazione di Nietzsche….
A me piacerebbe l’eroismo della normalità, del lavoro quotidiano per tutti, non quello delle sfide alla sicurezza… L’eroisno del costruire una comunità con regole condivise e rispettate, non il “regno del più forte.”
Ma la mia è una cutura di sinistra, che attinge a Gramsci e a Morandi prima che a Nietzsche… Quella del Telos ?
Lasciando i temi culturali alti basterebbe solo considerare la realtà:
Una stazione dove la sera ci sono le risse o dei giardini dove è abituale lo spaccio (e qualche rissa) rendono la città più vivibile e i cittadini più liberi ?
Io credo che sia il contrario e che sia giusto che l’esercizio della “violenza” in una società civile sia affidato solo alle forze dello stato…
Che casomai queste garantiscano trasparenza e rispetto dei cittadni nello stesso esercizio…. Ma che la sicurezza sia un bene.
Il più debole, il meno “eroico”, la mamma o l’anziano hanno il diritto di vivere liberamente la città senza per questo sentirsi minacciati o dover compiere una “sfida”.
Personalmente ho ricordato qualche giono fa Peppino Impastato ucciso il 9 maggio dalla Mafia.
Peppino si batteva contro la criminalità senza se e senza ma, che fosse quella organizzata, quella collusa con politici corrotti o quella che occupa i quartieri…
Perchè a Saronno non dovremmo batterci con la stessa coerenza e forza contro gli spacciatori che occupano i nostri giardini o la nostra stazione?..
Forse il vero eroismo sarebbe ripercorrere idealmente ognuno i nostri cento passi che ci separano dalla Legalità.
incredibili questi del telos…TUTTI gli ultimi casi di cronaca nera ha riguardato gli extra ma dato che non sanno cosa dire tirano fuori l’omicidio della commerciante. Ma NESSUNO sostiene che anche gli italiani non delinquino, anzi. La differenza tra i due “gruppi” é che gli italiani non li puoi buttare fuori dall ‘Italia mentre i “marocchini ” potrebbero benissimo essere rispediti ai loro paesi. É assurdo che si consenta a molti extra di bivaccare tutto il giorno in zona stazione e limitrofi ben sapendo quale é la loro “attivitá” principale. É questa la cosa che fa incazzare e che quelli del telos ( in minuscolo) non vogliono capire. Nulla contro gli extra che lavorano onestamente anche se possiamo scordarci la integrazione.
Voi del Telos non volete le telecamere perche’ bevete tanta tanta birra e vino e poi andate in giro ubbriachi per le vie di Saronno. Ecco il motivo.
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Bisogna aggiungere anche i furti delle donazioni in chiesa e i bisogni smollati nei parchi pubblici, insieme alle spruzze.
Congratulazioni alle Forze dell’Ordine che hanno smantellato lo spaccio a Saronno . Si apprezzano già gli effetti positivi in zona Stazione e via Varese. Grazie !
sicurezza e liberta’ vanno di comune accordo..vi faccio un esempio:voi vi sentite sicuri ad andare in centro a saronno di sera in piena liberta’?io, purtroppo.no..altra cosa:non siete tanto aggiornati xche’ magari li da voi non prende bene la tv o internet nn va bene(ah, gia’ vero, va benissimo,visto ke ve la paga il comune), a quanto mi risulta, escluso la maxi operazione contro l’evasione fiscale etc, successa l’altro giorno e condotta dai carabinieri, tutti i fatti di cronaca nera avvenuti in questi ultimi gg a saronno( mi riferisco a risse e accoltellamenti vari), non sono stati commessi da italiani.. o mi sbaglio?ragazzi..e’ facile fare i comunisti cn i soldi di papino
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A ben vedere han ragione:
prete: https://demo39.edinet.dev/?p=32078
omicidio 1:https://www.youtube.com/watch?v=RYLi4_AXLGw
omicidio 2:https://demo39.edinet.dev/?p=19232
intervento per certi versi condivisibile, soprattutto laddove si parla della nuova cultura del Grande Fratello…se alla gente piace così tanto essere spiata per sentirsi più sicura….de gustibus…
Magari mancano le precisazioni che i 2 bianchi caucasici sono stati delinquenti una sola volta (purtroppo fatale per le loro vittime) a seguito di un raptus o comunque di una turba mentale temporanea, mentre i neri africani che smazzano droga in stazione lo fanno per mesi e anni….quindi delinquenti cronici….vero che il reato è sicuramente diverso, ma comunque questo va sottolineato.
Se poi vogliamo avvalorare l’equazione dello straniero brutto e cattivo (con la quale non concordo….ma non concordo nemmeno il difenderli a spada tratta) basta appellarsi alla matematica:
ITALIANI 55 MILIONI CIRCA
IMMIGRATI 5 MILIONI CIRCA
ITALIANI NELLE CARCERI ITALIANE 60% CIRCA
IMMIGRATI NELLE CARCERI ITALIANE 40% CIRCA
direi che i numeri non giocano sicuramente a favore di qs comunicato per poter dire che la delinquenza è equamente divisa tra italiani ee stranieri se si fanno le proporzioni….
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reato di clandestinità, do you know?
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…mi pare sia stato abolito do you know???
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se vabbè questi qui ancora hanno il coraggio di parlare? sgombero! e subito.
molto ben scritto e ben detto! Braviiii!
molto ben scritto e ben detto!! Braviiii!!
VIVERE PERICOLOSAMENTE
Vorrei proporre alcune considerazioni in merito al comunicato del Centro Sociale Telos circa la questione – oggi assai dibattuta – della sicurezza a Saronno. In particolare mi ha colpito la parte conclusiva del documento, quella in cui, con metafore efficaci e suggestive (la “nave nel porto”, l’”animale selvaggio strappato alla giungla”, si dice in sostanza che il valore della sicurezza contrasta con quello della libertà. Ora, tutti sappiamo che “libertà” è termine ampio ed equivoco, perché si può intendere in più modi. Il modo che intende il telos ha delle sfumature che – in quanto uomo di Destra – mi hanno colpito. “Solo andando incontro al pericolo la vita si vive nella sua pienezza” dice il Telos. Mi è venuto subito in mente il Nietzsche di “Al di là del bene e del male” (“… prepotenza, schiavitù, pericoli per le strade e nel cuore”).
Che dire? Si tratta di una concezione della libertà in chiave eroica ma anche bellicistica. Mi spiego. “Eroismo” (ma più semplicemente possiamo parlare di coraggio)può significare sfidare le convenzioni, proporre il proprio punto di vista (qualunque esso sia) in situazioni difficili, cioè di fronte ad un uditorio mal disposto ad ascoltarti, un pubblico che ti ingiurierà e ti maledirà. Ma il Telos mi sembra parlare qui di coraggio fisico, non di coraggio morale. Invita cioè ad affrontare – per le strade di Saronno come in quelle della vita – individui violenti non sul piano di prevaricazione morale, ma su un piano fisico, e a considerare il quotidiano combattimento come un valore.
Questo lascia sinceramente perplessi. Mi limito in proposito ad alcune brevi osservazioni. In primo luogo rammento il manzoniano “Il coraggio chi non ce l’ha non se lo può dare”; qui si parla di coraggio fisico, evidentemente, che è mancato al povero Don Abbondio di fronte ai bravi. Ecco: possiamo chiedere a persone anziane, magari con salute malferma, ma anche soltanto a persone giovani e sane ma di indole mite, di percorrere le strade di Saronno come fossero una giungla, pronte a difendersi a colpi di krav maga? Ma poi – e proprio questo è il punto, a mio avviso – anche ammettendo di avere una popolazione tutta in splendida forma fisica e capace di difendersi, siamo certi che la prospettiva agonistica e darwiniana (perché ne deriverebbe, naturalmente, la selezione dei più forti) costituisca un valore?
Io ho dei forti dubbi in proposito, a meno di interpretare il pensiero di Nietzsche come lo interpretava sua sorella Elisabeth.
Alfonso Indelicato
Responsabile sezione saronnese
Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale
Non ho ben capito, in questo fiume di retorica, quale sia la soluzione alternativa proposta (o non proposta) “all’incremento delle forze dell’ordine in nome della lotta contro i pochi piccoli delinquenti” (provvedimento verso il quale, in qualità di cittadino onesto e rispettoso, non ho alcuna obiezione specifica).
In più, giusto per stare in tema: quanto verrà demolito quell’obbrorio che quattro “scappati di casa” si ostinano a definire “centro sociale” (senza, per altro, rendere noto quale sia il reale scopo sociale, in termini di contributo alla comunità). La foto di copertina si commenda da sola.
Oltre agli extracomunitari ci siete pure voi. ..