Visto da Varese: Esportazioni da record ma ora la ripresa è a rischio

di EZIO MOTTERLE
Poteva essere una ripresa in grande stile. Il 2021 si è chiuso infatti per il Varesotto con un valore record di esportazioni sui mercati di tutto il mondo. Dieci miliardi e 789 milioni di lire, un primato storico assoluto, con un aumento del 18,6% rispetto all’anno prima pesantemente segnato dall’emergenza sanitaria. Crisi energetica, rincaro delle materie prime e conflitto in Ucraina hanno però raffreddato ben presto gli entusiasmi aprendo prospettive tutt’altro che rassicuranti per il sistema Varese forte anche, considerando le importazioni, di un surplus di 2 miliardi e 700 milioni nella bilancia commerciale. Quanto ai settori, forte la ripresa dell’export per il tessile-abbigliamento (+35,3%), bene anche la chimica (+28,6%), la farmaceutica (+27,6%) e i macchinari, che restano il primo prodotto esportato (oltre un quinto del totale). La Germania si conferma primo partner della produzione varesina, che in quel paese vende beni e servizi per 1 miliardo e 300 milioni; a seguire, la Francia con poco più di un miliardo, in crescita anche le esportazioni a lungo raggio, che nel 2020 avevano più risentito della crisi pandemica, con in testa Stati Uniti (+35,5%), Cina (+35,2%) e Hong Kong (+56,6%). Per l’Unione industriali i dati sull’export confermano la forza dell’economia locale, pronta a riposizionarsi sui mercati esteri e nelle filiere produttive, sia a livello nazionale che internazionale, con una crescita che prova la capacità dell’impresa manifatturiera di fare da traino economico e sociale del territorio. Ma l’aria ora è si è fatta di nuovo pesante, fra guerra in Ucraina, fibrillazioni sui mercati energetici, prezzi mai visti prima e carenza di materie prime. Dal mondo industriale giunge un grido d’allarme: produrre in molti settori, già oggi, con gli attuali costi produttivi in costante aumento, non conviene più. Aumenta l’utilizzo della cassa integrazione, chiudono impianti produttivi, ci sono persino aziende che, pur di non perdere i clienti, finiscono per lavorare in perdita. Il rischio dichiarato è quello di vedere scomparire per sempre pezzi importanti del patrimonio industriale del Varesotto, al culmine di una crisi senza precedenti. L’appello a politica e istituzioni è chiaro: non lasciateci soli a fronteggiare le sfide di questa crisi. Gli imprenditori chiedono subito ulteriori interventi di emergenza, a rinforzo dei provvedimenti già presi dal governo. Viceversa per il made in Varese, così apprezzato sui mercati mondiali, ci sarà un ridimensionamento forzato. Destinato a pesare sul futuro del territorio.
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