Visto da Varese: Nubi oscure sul primo giorno di primavera

di EZIO MOTTERLE
La natura rinasce come sempre, almeno quella. Da oggi è primavera, una serie di eventi celebrano il ritorno della bella stagione, parchi e musei si rimettono in mostra nella terra dei laghi pronta ad accogliere e soprattutto riaccogliere dal Sacro Monte al Verbano turisti vicini e lontani in cerca di un relax garantito dal territorio prealpino. Lo era pronta con meno ansia, in verità, qualche giorno fa, prima che le bombe cadessero in Ucraina e che il covid rialzasse in qualche modo la testa. Già, se infatti arriva puntuale l’equinozio del 20 marzo, tepori ormai nell’aria e ampie fioriture su alberi e prati, nonostante temperature un po’ più rigide del prevedibile, di nuovo in ritardo appare quella condizione di serena normalità necessaria per fruire appieno dell’effetto positivo legato alla fine dell’inverno. L’incubo nuovo della guerra si è sovrapposto d’improvviso a quello vecchio del virus, mentre il primo allarma il secondo persiste (benchè si annunci ormai la fine di molte restrizioni), rafforzando così l’effetto choc proprio mentre ci si appresta a celebrare il sospirato e proverbiale ritorno alla vita. Che oggi così viene rispettato dalla natura, immutabile garanzia di regolarità, ma rinviato invece a data da destinarsi dall’uomo. Ci risiamo con l’attesa delusa che rafforza rimpianti e nostalgie. Non che si pretenda a tutti i costi di riassaporare lo spirito bambino di quando la primavera veniva salutata dal disegno sul quaderno con le primule e le campane pasquali premiato con un bel dieci dalla maestra, ma almeno la libertà di muoversi privi di limitazioni con licenza di abbracci incontrollati e spostamenti senza frontiere. Invece no. Mentre fioriscono i peschi e il sole torna a riscaldare, rieccoci incupiti da una pandemia che non muore lasciando strascichi di condizionamenti vari e da un conflitto che non si spegne, con la conseguenza di restrizioni varie difficili anche da prevedere, che volenti o nolenti inducono prudenza nel decidere variazioni alla residua quotidianità. È il primo giorno di primavera insomma, ma c’è davvero poco da cantare. Da oggi in ogni caso la lunghezza delle giornate supererà quella delle notti, anche se presto (con l’ora legale in vigore tra due settimane) il chiarore accresciuto al mattino si trasferirà temporaneamente alla sera. Si svolta comunque, direzione una maggiore luminosità, quantomeno del cielo. Per le residue nubi oscure inutile attendersi l’aiuto della natura. Tocca all’uomo. E la battaglia, per quanta buona volontà rimanga, non sarà facile.
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