Licata (Pd): “La resistenza di oggi si chiama vaccino”

SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo la nota del consigliere comunale Francesco Licata in merito alla giornata sulle vittime da Covid.
Un anno è passato, ma vi prego, non venitemi a dire che nulla è cambiato. Di rabbia ce n’è ancora e pure tanta verso una libertà che ancora ci manca, ma bisogna portare rispetto per il dolore dei bergamaschi in quel tragico mese di marzo di un anno fa.
Persone, esseri umani, che “morivano come mosche”, medici senza le adeguate protezioni (non c’erano le mascherine e le poche che c’erano costavano più dell’oro), impotenti contro un virus di cui non sapevano nulla e che quotidianamente cercavano di contrastare, con la sensazione che si ha quando si cerca di fermare il mare con le mani. Persone terrorizzate dalla paura di ammalarsi di una malattia brutta, che a volte non dava scampo.
La foto dei camion mentre portano vie le bare arriva brutale, come un pugno nello stomaco, e continua a fare male anche ad un anno di distanza perchè ancora si fatica a chiudere gli occhi con il pensiero verso quello che è stata la sofferenza.
Oggi abbiamo però le armi, una cosa che non avevamo un’anno fà. Abbiamo le mascherine, abbiamo le conoscenze, non c’è ancora una cura definitiva ma anche gli ospedali hanno imparato a reagire, ad organizzarsi.
E soprattutto abbiamo il proiettile d’argento, quello che ci farà tornare alla nostra vita di tutti i giorni. Abbiamo i vaccini.
Cosa dobbiamo fare adesso è chiaro: Vaccinare e resistere, come hanno fatto i bergamaschi un anno fa.
(foto archivio)
18032021
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Commenti
Resistenza sarebbe che il Pd si spendesse politicamente per esautorare la regione Lombardia dalla gestione dell’emergenza e chiedesse al Governo di occuparsene direttamente
mai scelta di titolo fu pessima, caro Licata rispetto per la storia e tanti metri di distanza dalle multinazionali del farmaco.
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Anche qualche kilometro è meglio
Per fortuna oggi abbiamo il vaccino ma non dimentichiamo come hanno fatto prima la Cina e adesso GB e Israele, che hanno visto calare il diffondersi del virus grazie alle “zone rosse” istituite per periodi medio lunghi dai 3 mesi della GB a 1 anni di Israele, queste sono le vere armi che hanno frenato il virus, a differenza di quello che si sta facendo in Italia che un giorno si apre e l’altro si chiude.
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Ricordiamo in pieno lockdown i fioristi e librerie aperte?