Parco dei Bersaglieri: “Perchè non si è ricordata la Breccia di Porta Pia?”

SARONNO – “Non ero presente all’inaugurazione di piazza dei Bersaglieri, evento di cui, purtroppo non ero a conoscenza, e mi limito, quindi, a commentare quanto meritoriamente messo a disposizione da IlSaronno. Il sindaco Alessandro Fagioli ha, mi pare, focalizzato l’attenzione sul contributo del corpo dei bersaglieri alla vita civile e militare, al servizio della nostra città e dell’intera Nazione. Ha fatto bene, ovviamente, a sottolineare tale contributo”.
Inizia così l’intervento di Antonio D’Eramo sulla cerimonia di sabato mattina (qui la diretta de ilSaronno): “Non so, però, se nei discorsi ufficiali si è fatto cenno anche al fatto che a breve, il 20 settembre di questo mese, saranno 150 anni dalla Presa di Roma. Mi permetto, con un po’ di presunzione, di dubitarne. Il Corpo dei Bersaglieri ha, come ogni corpo che si rispetti, le sue marcette, e una delle più famose e orecchiabili è quella Fanfara dei Bersaglieri che, ogni volta che vediamo i nostri soldati far sventolare i loro pennacchi e scintillare le loro trombe, ci ricorda che “Alla Breccia di Porta Pia, hanno vinto i Bersaglieri …”. E con i Bersaglieri hanno vinto coloro che ritenevano che il potere temporale della Chiesa fosse un errore storico da rimediare. Errore storico, probabilmente, doloso, visto che fondava le sue basi sulla donazione di Costantino, la cui non autenticità è data per scontata dalla maggior parte degli storici. Ma più che di questo, si trattava di riunire l’Italia, di cui Roma era l’irrinunciabile capitale, liberandolo dai residui di un sistema totalitario e retrogrado quale era lo Stato della Chiesa.
Un grazie anche da parte mia, quindi, ai Bersaglieri per aver legato indissolubilmente la loro storia e la loro immagine a quella Breccia, atto conclusivo di un processo storico partito molti anni prima, a cui dobbiamo molto.
Purtroppo il Sindaco, e con lui la maggioranza degli esponenti politici di questa città, ritiene che il problema della laicità non esista e non valga la pena di intitolare una via, una piazza o un parco al “XX Settembre 1870”. Una delle scuse dimostratasi ridicola, alla resa dei conti, fu che non c’erano spazi disponibili. Sono contento che lo spazio sia stato trovato per i Bersaglieri. Inascoltato da 10 anni su questa battaglia, per mio conto e nel mio piccolo continuerò, ogni tanto, a pungolare l’amministrazione.
Nel frattempo, recandomi alle urne, proprio in occasione di quella ricorrenza, mi preparo a chiedere (di nuovo e non sarà l’ultima volta) al Presidente del Seggio di rimuovere il Crocefisso che, ne sono sicuro, mi saluterà dalla parete dell’aula elettorale (non scolastica). E, ancora una volta, non sarà il Crocefisso a darmi fastidio, quanto il fatto che qualcuno impone, a forza di bulloni se del caso, che Egli debba vigilare anche sulle attività di voto, invadendo e contaminando uno dei più sacrosanti (sic!) spazi di laicità.
Immagino (sempre speranzoso di essere smentito) che la nostra Amministrazione Comunale ignorerà totalmente la ricorrenza della Presa di Roma. Probabilmente anche il resto dell’Italia lo farà, o, magari, ci sarà qualche piccolo evento qua e là, sempre badando, però, a non disturbare i rapporti con lo Stato del Vaticano e pronti a chiedere scusa se proprio non si è potuto fare a meno di far finta di festeggiare l’evento.
“Alla Breccia di Porta Pia, hanno vinto i Bersaglieri …”, ma la situazione attuale è che, alla lunga, la Chiesa sta riconquistando gli spazi perduti, come detto in altri messaggi, con forme diverse e diverse strategie, ma sempre invadente, invasiva e presuntuosa, nella certezza della sua Fede”.
08092020
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Commenti
Signor D’eramo le raccomando di tenersi la religione dei suoi avi nel suo e nel mio interesse, almeno per ritardare il crescente dilagare della marea della religione islamica perché quella non è affatto tollerante e non le permetterebbe neanche di accennare nei confronti del loro Dio quello che si permette di dire del Nostro.
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Non voglio annoiarla con i pochi dettagli che io conosco della Storia della convivenza delle religioni, in particolare quelle abramitiche. Ma se di Futuro (e quindi di Storia, che ne è l’altra faccia) vogliamo parlare, come può leggere in un altro mio commento a questa pagina, allo stato attuale temo certamente più l’Islam. Ma se oggi legittimiamo il Cattolicesimo nella sua interferenza con la vita pubblica, domani (fosse anche tra 100 o 1000 anni), se e quando i musulmani saranno maggioranza, non avremmo motivi difendibili per impedire loro di interferire allo stesso modo. Difendere oggi una posizione che si sa o si teme essere perdente nel futuro è molto poco generoso nei confronti dei nostri discendenti.
Ai diversi inviti dello stesso tono del suo che ho ricevuto, in questa pagina e in altre nel passato, risponderei che sono io a invitare voi a fare un passo indietro, a praticare la vostra religione come meglio credete, ma a essere i primi a tenere separate Stato e Chiesa, peccato e reato, obbedienza ai precetti religiosi e libertà di scelta, specie quando queste libertà sono rivendicate da coloro che alla religione non credono affatto.
come ha ben detto Lei, la Chiesa è la Chiesa e lo Stato è lo Stato.
E come disse Qualcuno più in alto di lei, “diamo a Cesare quel che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio”.
Vada a votare facendo il suo dovere e non guardi il Crocifisso se non le interessa: quella è l’unica certezza che ci è rimasta in questi tempi di parole al vento e voltagabbana!!!
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Eh, no, mi spiace. Non sono proprio d’accordo. E’ su questa accondiscendenza (che, peraltro, mi pare la trovi in buona compagnia con tutti gli esponenti politici che mi hanno ritenuto degno di una risposta) che si basa la subdola attività della Chiesa nel permeare la società e convincerci che il Crocefisso è un simbolo di laicità. Andrò a votare, certo, e di nuovo chiederò che il Crocefisso venga rimosso.
Essere intolleranti è un grosso difetto, specialmente se si vuol indicare agli altri come è bene e giusto che si comportino. La Chiesa non manca di pumti per essere attaccata ma, nei suoi limiti, da un servizio che ad altri è precluso e che cittadini, con pari dignità degli idolatri, usufruiscono ed hanno semore usufruito. Immagino che il sostenitore della breccia di Porta Pia sia laureato ed ignori che le università sono state fatte dalla Chiesa, anche se ora sono state “privatizzate” dalla sinistra più ignorante che predica il “verde” ma riempie i dintorni degli atenei con le loro vetture a benzina o diesel. Se segue la scia degli imbecilli che combattono il Crocifisso per rispetto ai musulmani, io non lo so, ma non segue certo una sua idea originale ma ripete a pappagallo quella di altri non capendo il senso di quel simbolo e percependolo come una ammonimento fastidioso che gli rammenta la sua pochezza.
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Non sono laureato. I miei genitori non avevano i mezzi per farmi studiare quello che a me piaceva e io non ho avuto la forza di lavorare e studiare come altri migliori di me hanno fatto. Ciononostante ho le mie idee. Credo di non avere mai, in nessuno dei miei commenti usato termini offensivi verso altre opinioni. Fa parte del mio essere laico, e credo che “intollerante” sia quanto meno poco cortese.
No, non sono di quelli che respinge il Crocifisso per rispetto dei musulmani: pensavo fosse evidente dalle mie motivazioni, ma, evidentemente non è così. La informo che in altre occasioni ho scritto, anzi, che se è vero che la Chiesa è pericolosa, ho detto che più pericoloso sarebbe l’Islam. Ma se accettiamo che una religione, quale che sia, possa interferire con la vita pubblica, allora oggi accettiamo quella Cattolica, domani, se e quando sarà maggioranza, dovremo accettare quella islamica. L’unico antidoto è una laicità, anche feroce.
Non so a quali servizi della Chiesa lei si riferisca. So che ho servito messa fino a 15 anni, quello sì, ma se per servizio lei si riferisce ai sacerdoti nei corridoi degli ospedali, o agli insegnanti di religione, o anche alla Caritas, largamente finanziata dalla società civile e molto poco con i proventi dell’8×1000, be’ grazie a Dio, finora non ne ho avuto bisogno. Ci sono molti buoni preti e persone del mondo cattolico impegnate nella società, ma, per esempio, non annovererei tra questi i partecipanti al Meeting di CL a Rimini.
Della mia pochezza sono cosciente, ma non credo che tale pochezza consista nel non capire il senso di quel simbolo: sono convinto di capire il senso che quel simbolo può avere per i credenti, quale io ero molti anni fa. Credo, invece, che sia presuntuoso che altri pretendano che io riconosca quel simbolo come valore assoluto e valido anche per me, che non credo a nessuno degli dei e non credo al concetto di Dio. E, le garantisco, vivo benissimo senza.
Domanda più che retorica, Fagioli deve rimediare ovunque voti…
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Be’, forse Porro, a suo tempo, non doveva rimediare voti, ma semplicemente non deludere quelli che lo avevano votato. La risposta è stata sempre la stessa. Quando di tratta di barattare le scelte politiche dell’aldiqua, con la vita eterna dell’aldilà non c’è partita, ovviamente. Per chi ci crede, la Chiesa ha degli ottimi argomenti: Paradiso per pochi eletti, Purgatorio per i più, Inferno per i miscredenti come me (anche se il “buon” Papa Francesco, in risposta a un bambino che chiedeva se suo padre, ateo, sarebbe andato in Paradiso ha risposto di sì. Io spero si sbagli: preferirei trovarmi in compagnia di Marco Pannella, piuttosto che di Rocco Buttiglione. Come diceva Oscar Wilde “Il Paradiso lo preferisco per il clima, l’Inferno per la compagnia.”).
Siamo tutti d’accordo che lo Stato è lo Stato e la Chiesa è la Chiesa, ma il crocifisso è un non problema, fa parte della nostra storia, della nostra identità.
Le battaglie da portare avanti riguardano certa sanità lombarda che privilegia i ginecologi che si astengono dal praticare l’aborto rispetto a quelli non obiettori, ma i tempi in cui una ragazza madre era una peccatrice e non una mamma sono per fortuna lontani.
Con Papa Francesco la Chiesa è diventata la casa di tutti, quel crocifisso adesso è simbolo di libertà e amore per i più in difficoltà, non un simbolo di discriminazione o di condanna per il peccatore.
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Naturalmente non sono d’accordo. Il Crocefisso è la rappresentazione di un Dio che si è immolato per la salvezza dell’umanità (quando ero credente questa cosa mi sconvolgeva: un Dio che si fa uomo!); la semplice croce ne è una rappresentazione meno cruenta, ma il messaggio è lo stesso. Se io fossi un credente non accetterei che quel simbolo venisse usato per scopi diversi da quelli religiosi. Tanto meno accetterei che venga eletto a simbolo di laicità come fa qualcuno. Se la Chiesa di Papa Francesco è diventata più accogliente (sarà!) buon per lei, ma questo non le dà il diritto di invadere sfere che non le competono (semmai di chiedere scusa per il passato, quello sì, e, di conseguenza, di rientrare nella propria sfera di competenza che è quella religiosa). E’ stato Gesù, si narra, che ha chiesto a chi è senza peccato di scagliare la prima pietra, non l’attuale Papa e nel frattempo la Chiesa di pietre ne ha scagliate molte e ne ha ancora le mani sporche.
I Crocefissi a scuola, nelle aule elettorali, nei tribunali, nell’aula del nostro consiglio comunale o sopra qualunque cocuzzolo delle nostre montagne sono fuori luogo. “Certa sanità lombarda” (e non solo) rende difficoltoso l’aborto perché la Chiesa lo considera un peccato (s’immagini le levate di scudi se facesse diversamente: questo dovrebbe far riflettere anche lei su quanto la classe politica, quasi tutta, sia genuflessa), quindi per la Chiesa quella donna è una peccatrice con tanto di scomunica “latae sententie”: non so a cosa lei si riferisca parlando di tempi lontani, ma ancora oggi, a meno che uno non voglia farsi la sua religione “a la carte”, una donna che abortisce va all’Inferno, come si dice, “senza se e senza ma”. E la Chiesa condanna pure i farmacisti che somministrano la pillola del giorno dopo o la RU486.
Se in Italia non si può parlare di Eutanasia, se abbiamo avuto quell’aborto della Legge 40, se la Chiesa non paga l’IMU, se lo Stato favorisce l’8×1000 alla Chiesa, se i Sindaci vanno alla processione con la fascia tricolore, se le cerimonie pubbliche sono sempre benedette dal prelato di turno (c’era anche al Parco dei Bersaglieri, ca va sans dire!), se le campane suonano senza rispettare i vincoli imposti a tutti i normali cittadini, se lo Stato deve pagare lo stipendio degli insegnanti di Religione Cattolica, se lo Stato deve pagare i prelati che vagano nei corridoi degli ospedali, se negli ospedali (pubblici, si badi) ogni reparto può, magari, fare a meno delle mascherine, ma non sia mai del Padre Pio o della Madonnina di turno (scusate, ma questa cosa della Madonna negli ospedali mi fa proprio arrabbiare!), se in Italia la blasfemia è vietata mentre il Presidente della Repubblica Francese sostiene con orgoglio che in Francia si può essere blasfemi, se gli organi dello Stato fanno a gara nel distribuire risorse a organizzazioni ecclesiali che poi fanno la carità (si ricordi la Legge Turco 328/2000), mi dica, dov’è la laicità?
E infine, vivaddio, perché io, che sono un cittadino come lei, dovrei trovare il simbolo del suo Dio ad ogni piè sospinto, nelle sue rappresentazioni iconiche e nelle sue più dannose forme quali solo in parte ho sopra indicato?
Chissa perché, non è certo perché vicini al sindaco della lega per l’indipendenza della padania …..
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Non ricordo di aver avuto maggior ascolto dall’amministrazione precedente. A parte i miei amici Socialisti, Anna Cinelli in prima fila, il resto degli esponenti politici della nostra città ha ritenuto infondate le motivazioni a sostegno della mia richiesta. Purtroppo le conquiste, una volta ottenute, spesso perdono il loro valore, valore che si riscopre solo quando qualcuno ce le toglie. Ci sono già molti motivi validi per lottare ancora per la laicità e la cosa peggiore che possiamo fare è pensare che “va tutto bene” e aspettare che l’invadenza clericale limiti ancora di più gli spazi già ridotti della nostra libertà.
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Son padani