Visto da Varese: Primavera nell’emergenza, ma presto arriverà l’estate

di EZIO MOTTERLE
Amarcord di quel quaderno a quadretti con la copertina verde scuro dedicata alle regioni d’Italia, credo fosse l’Umbria quel giorno che la maestra ci disse di illustrare la primavera e noi scolaretti di prima elementare disegnammo coi pastelli dispersi sul banco un prato verde tutto fiorito di primule gialle. Chissà perchè, ora che l’emergenza coronavirus ha svuotato anche le aule della scuola, riaffiorano immagini che si credevano archiviate, cancellate ormai per sempre dall’impetuoso avanzare della tecnologia. Amarcord di gioiose partite al pallone nei minuti della ricreazione che finiva sempre troppo presto, di pomeriggi a zonzo dopo i compiti senza immaginare nemmeno limiti alla libertà più vera, privi di ogni tentazione virtuale ma immersi in un mondo vero e palpabile. Sensazioni lontane che riemergono insieme a quelle dei lunghi anni seguiti alla fanciullezza, mentre due giorni fa, precisamente alle 5,50 di venerdì, la primavera si è presentata puntuale senza tradire le attese, salutata da un tepore secondo tradizione, 20 gradi e più a ridosso delle Prealpi, ma segnata, quasi inutile ricordarlo, dal clima cupo della devastante epidemia. Viste da Varese, queste giornate inquiete trascorse, come minimo, forzatamente in casa, pesano forse ancor di più proprio per il contesto di un territorio mai come in questo periodo ricco di attrazioni legate alla vita in piena libertà. Sfumano all’orizzonte immagini che paiono d’altri tempi. Gite e passeggiate nella natura, progetti di viaggi piccoli e lunghi, sguardi su un mondo immenso creduto forse troppo presto privo di confini. Lo sguardo al passato più sereno pare ormai l’unico antidoto a quello gettato quasi di nascosto verso un futuro che nessuno sa ancora prevedere, e anzi tende a immaginare carico di pesanti incognite. Ma chissà. Se la primavera comincia così, all’insegna dell’angoscia, si può sempre puntare tutto sull’estate, con la convinzione che tornerà ad offrire le opportunità di sempre, migliorate magari dallo scampato pericolo. Ricominciamo allora da quel quaderno, stavolta a righe e con la copertina più chiara, dove la nuova stagione, in arrivo proprio mentre suonavano le ultime campanelle, prendeva la forma di un nuovo disegno pieno di colori, con l’ombrellone in riva al mare e un solleone enorme campeggiante nel cielo azzurro. Mentre salutata la maestra e i compagni, in un angolo di casa appariva quello zainetto pronto ad accompagnare la partenza per una vacanza. Vicina o lontana ma davvero autentica. E senza confini.