Omicidi in corsia, la difesa dei coimputati

SARONNO – Proseguono le udienze che vedono imputati i colleghi di Leonardo Cazzaniga.
L’avvocato dell’ex primario del pronto soccorso di Saronno, nella sua arringa ha così replicato: “Perché il mio assistito avrebbe dovuto avere la percezione di un’eventuale eutanasia? I verbali dicevano altro. Come si può sostenere che avesse competenze in materia di anestesia e rianimazione? – e continua – Il pronto soccorso non è un reparto ma un servizio, è un altro mondo rispetto al resto dell’ospedale. Nell’urgenza si applicano al meglio le conoscenze per contrastare un’emergenza”.
Ieri è stato poi il turno delle difese del direttore medico di presidio, e del membro della commissione istituita dal direttore medico sulla vicenda.
Gli avvocati del direttore hanno sostenuto che il suo ruolo era di “gestisce le persone, non cura i pazienti. Le sue responsabilità sono rilevanti ma non hanno attinenza alla somministrazione di terapie. Non era quindi in grado di fornire un giudizio corretto e autonomo del Protocollo Cazzaniga”.
21122019
(una foto del processo)